Lettre du 20 novembre 1557 (de Parme): "Io mi ritengo di V. S. cinque medaglie, una d'argento, ch’è l’Augusto con un tempio colonnato; per rovescio, con una statuetta dentro. Le lettere che sono nel cornicione dicono: DIVO IVLIO, e la stella che è nel timpano, è la Cometa. Intorno non si leggono altre lettere che queste: … TER. DESIG. nel dritto dice: IMP. CAESAR. DIVI. F. III VIR. R. P. C. L'altre quattro sono di rame, piccole; l'una è di Romolo Imperatore con queste lettere: DIVO. ROMVLO. NVDIS. CONS. che credo voglia dir: LVDIS. CONVLARIBVS. per rovescio ha un tempio tondo, con queste lettere: AETERNAE. MEMORIAE. La seconda è di Magnenzio, che nel dritto ha queste lettere: IMP. CAES. MAGNENTIVS. AVG. per rovescio, uno Imperatore armato, che calpestra un prigione; e intorno: VICTORIA. AVG. LIB. ROMANOR. V. Sig. dice che io le rimandi la Roma Galeata con Magnenzio. in questa non è Roma Galeata. Ma, se intende pur questa, la rimanderò, ancora che la riterrei volentieri per la continuazione di questi Imperatori bassi, per mal garbata che sia. Ce ne sono due altre, che le tengo solo per poterle leggere; il che non mi è venuto fatto sin' a ora. Tutte l'altre che portai di vostro, ve le rimando. E di mio vi mando un Postumio d'argento, al qual manca solo una lettera, la quale ho riscontrata con un altra che n' ha il Tagliaferro, che dice: C. POSTVMI. I. A. che è di più, e nella vostra non c'è: e nel rovescio vedete che la testa è di Diana senza dubbio. Vi mando ancora il medaglino d'Atalarico, il dritto del quale è un Giustiniano; e, se ben nella mia le lettere non si leggono troppo bene; per vostra chiarezza, n'ho vista un'altra pur del Tagliaferro, che dice : D. N. IVSTINIANVS; cioè Dominus Noster. Il fano io non l'avea. il medesimo Tagliaferro ve lo manda, e vi si raccomanda. L'altre due Greche, che saranno con le vostre, io l'avea doppie, e però ve le mando, e ve ne manderò dell'altre alla giornata. L'Ercole Romano, nè l'Antioco, io non truovo d'averle. Ma io n'aspetto una quantità; se vi fara, ve la manderò. il sig. Facchinetto dice d'aver i duo vostri libretti, e che ve li manderà. Altro non m'occorre, se non raccomandarmi a V. S. alla qual bacio le mani. Di Parma, alli 20. di Novembre, 1557" (Caro 1735, lettre n° 65, p. 94-96; Castellani 1907, p. 323-324).