Lettre du 6 février 1559 (de Piedimonte d'Alife, aujourd'hui Piedimonte Matese): "Hò da dirvi una cosa degna delle vostre orecchie. Pochi giorni sono che un certo Trombetta mi fece ricercare se voleva comprare più di ducento Medaglie, perche mi serviria, e mi mandò la lista di alcune rare, e mai viste, verbi gratia, Josuè che fermò il Sole, Seneca, Laureolo, Lelio, Enea & altri di grande estimazione Greche e Latine. Io che gioii &c. feci che me le portasse di due giornate di quà; venne il prelibato Salvator Trombetta con un bravo sacchetto di Medaglie di bronzo & alcune d’argento de quibus infra. Mostrommi quella di Josuè, aggiungendo che ogni mercordì si tornava d’oro, essendo l’altri di argento, ne sim longus, era un Vespasiano d'argento, che mancando le lettere CAES. VESP. si leggeva. Seneca si ritornò DOS.SEN. Così Laureolo diventò L. AVREL. e Lelio L. ELIO VERO, ovvero Commodo. Enea non sò chi fosse, in effetto restassimo d’accordo, & io hebbi alcune bone Medaglie d’Imp. di bronzo, con le quali penso barattare in Napoli, & haver di quelle d’argento che ho visto rare. Trovai d’argento queste: un bigato con due Cervi & una Luna senza lettere con la testa solita e lettere di Roma. Un altro denario con Castore e Polluce à Cavallo con queste lettere C. TER. LVC. Credo sia C. Terentius Lucrio, dall’altra parte è Roma con una Vittoria piccola. Un falso denario bigato di L. AILI. con un XVI. dietro la testa di Roma, le dette sono à me rare, le altre che dirò duplicate: un HISPAN. ovvero Hispania A. POST. A. F. S. N. Albin colle falcie e l’Aquila assai bella Medaglia. Un bigato anzi di due Castori à cavallo. C. ANESTI con un Cane dietro la testa di Roma. Un Vittoriato L. RUBRI DOSSEN. con una testa di Nettuno & una Vittoria. Un Blasione che le lettere non si vedono, con tre figure. Un altro Denario brutto di due Castori C. IVNI. C. F. un altro non buono di L. POMPILIO CN. F. e di L. LIC. CN. DOM. pur bigato. Di bronzo una testa di Minerva con una ruota di rovescio con queste lettere IKECAPI. (nb: rétrograde) interpretatele voi se potete. Un’altra con un Cavallo d’un canto, con queste lettere ΑΡΠΑ. e di sotto ΝΟΥ, ma queste ultime guaste, dall’altro un Toro con questo ΕΛΛΟ. In molte altre di quel Minotauro coronato d’una Vittoria, che si vede con lettere in argento ΝΕΟΠΟΛΙΤΩΝ. In queste di bronzo sono certe lettere scritte al contrario così: KYNNAT. Non sò se voglia dire di Nuceria con qualche cognome. Ho tre medaglie con queste lettere LADINOD. Non le so interpretare, vedete il Stefano se dice qualche cosa. La prima hà un Giove & un’Aquila. La seconda una Venere & un Delfino. La terza una Proserpina con una Cornucopia. Hò tre altre di Vulcano di un canto, e dall’altro un cárro con due cavalli forse di Marte, che par ricordarmi esser in Omero e Vergilio, e forse in un marmo del q. nostro M. Gentile, che Vulcano accomodova le rote e l’arme di Marte, mentre egli faceva l’amor con la Consorte. Un Vulcano giovanetto e bello con un pileo in testa, e con le tenaglie dietro con queste lettere VOLCAN. forse dell’Isole Vulcanie sono queste Medaglie. Desidero sapere da VS. se trova in Poeti Greci Vulcano giovane, parmi se li convenga essendo marito di Venere. Hò altre Medagliuccie di Caleno e Roma di varie sorti, & una di Rodi con la rosa e la testa del Sole, ma dubito sia moderna. Hò ben un’altra antica con una testa di Bacco, & una Vittoria. A questo modo mi sono arricchito con non gran spesa, ma spero in Napoli far cose grandi. Aspetto una lettera vostra dove mi diciate quale desiderate delle duplicate, perche vele servarò, e non le darò in baratto. Benche ad ogni modo non darò quelle di argento. (...) Di Pedemonte alli VI. di Febraro del LIX.” (Agustin 1772, Opera Omnia, vol. VII, Lettre III, p. 232-233).