Lettre du 29 mai 1559 (de Piedimonte d'Alife, aujourd'hui Piedimonte Matese): "Magn. Sig. Fulvio Carissimo semper aliquid Africa offert novi. Hò comperate ventidue Medaglie d’Argento par 35. Carlini quasi tutte duplicate, e così saranno al certo vostre se le giudicarete degne dell’Erario vostro. Dirò le più insigne, e la prima, e l’ultima è una Musa, la quale non so se hebbi da voi in Roma, è appoggiata ad una colonna colla mano alla gola meditando, e nell’altra distesa inanti par che habbia due tibie, о come in Roma ci pareva un volume di versi, e l’imponessimo nome di Calliope, perche in vero nel resto la positura è simile à quelli pili, che feci io cavar in disegno, dove era costei la prima delle muse. Hora credo siano tibie, e così sarà Euterpe, se così hà nome quella à chi si danno. Parmi ricordar che habbiamo sei fin hora. Thalia della Commedia, Melpomene della Tragedia, due che sonano la lira Terpsicore & Erato, (battezatele come vi piace). Urania colla sfera, e costei delle Tibie, mancano tre: Calliope, e Clio, & una che balla credo Polymnia. Vengo all’altre duplicate. Un M. ACILIO VALETV. & salute con quel roverso solito dell’HYGIA; un M. AQVILIO, con SICIL. ET VIRTUS, dove un soldato alza un amalato. Credo sia quel M. AQVILIO, quem defendens Antonius (sive Crassus) ejus deloricavit tunicam & ostendit cicatrices adverso pectore suspectus; benche in Cicerone dica M. AQVILIVS. Un LONGIN con la testa di Vesta, e quel Senatore con la tabella, forse Cassio quel giudice tanto rigoroso, ò vero per la legge Cassia Tabellaria. Quella della Cività Q. THERM. MF. la quale voleva che fosse di Cesare M. Gentile nostro. Una di CN. LEN. Q. EX. SC. col genio G. P. R. il scetro, la corona, il timone, & il mondo, come vincitore, e patrone del mondo per mar e per terra, & hora appena Signori di Tivoli. Un FARSVELIO MENSOR colla libertà e biga. Un M. FONTEIO colla capra, & amore, e due stelle, e fulmine, cose hierogliphice fin hora. Un bigato di L. FLAMIN. CILO. Un L. HOSTILIO SASERNA con una Vittoria senz’ale, ma carica d’un trofeo e d’un Caduceo. Un SEX. NONIO SVFENAS PR. L. V. PF. colla testa di Saturno. Un M. PLETORIO ÆD. COR. colla sella, e Cybele turrita. Un Q. POMPEIO RVFO, E SVLLA COS. senza le teste colle sedie sole. Una medaglietta improntata d’un canto, dove è Nettuno adirato contro il goffo Mastro che la fece, e queste lettere: ΠΟΜ. VLO. Credo che volessero dir Romulo, il quale fece à Nettuno Equestre li giochi Consuali, di quali dice Ovidio: Romule militibus sciti dare commoda festis. Item per le medaglie, dove si trova: REX ARETAS. non sò se sia di Scauro Ædile, ò d’altri. Si fa mentione di costui nel lib. IJ. cap. V. de Maccabei, e nell’epistola IJ. cap. XI. ad Corinth. benche non puo essere il medesimo, che ci vanno CC. anni dall’uno all’altro. Ma si vede che fu l’uno Rè dell’Arabi, l’altro Sig. di Damasco, e forse in Josepho trovarete che fu Socero di Erode Tetrarca. Parmi che si trovi una medaglia con un ponte dove dice LEP. al sicuro Æmilius pons. Dice Marcellino lib. XXVI. (secondo che trovo in Blondo) ab Æmilio Scauro: io credo può alla medaglia, e penso fossero i Lepidi differenti da Scauri, ancorche d’una famiglia di Æmilii. Di Melissa Concubina di Carneade fa mentione Valerio Maximo lib. VIII. cap. VII. à proposito di quella Greca, dove еrа l’аре, & il Lexicon greco dice che fu una moneta così chiamata. Vedete da chi lo piglia. Del Lisimaco suffocatore del lione lib. IX. cap. IIJ. Della statua di Gorgia Leontino lib. VIIJ. cap. ult. Delle corone di Oliva di due rami fatte, come in molte medaglie Greche, & alcune Latine, lib. II. cap. I. ὁδων πάρεργον. In Constantino Lascari trovo citato un certo Q Ноmericissimo, desidero saper se havete quel libro, e di che cose tratta. Di Feronia Dionys. lib. IIJ. referito da non sò chi la chiama ἀνδρόφορον, φιλος έφανον ò vero φερσεφόνην. Di Minerva Tritonia, ò vero Tritogeria, come si vede le medaglie Greche nella galea un Tritone trovo citato un luogo d’Aristofane ma non sò dove, & in Festo credo sia non sò che. Delle monete de Samij trovo una detta σαμόινη, del qual nome secondo Plutarco relato dal Lexicon Greco fu un certo navigio; vorrei saper dove lo dice Plutarco, e se fa à proposito di qualche Medaglia. Nel medesimo trovo che li Oboli furon detti per haver scolpito un Obelo, ò vero Obelisco, il quale rappresentava li raggi del sole secondo Plinio lib. 35. cap. 8. è citato Phocione per questo non so dove. Item κολύμσων numismatis genus. Saria mai quello de Tarentini?" ; "Torno alle Medaglie; se la Medaglia dove sono LARES è di L. Valerio, come io mi imagino, trovo in Val. Max. lib. IJ. cap. I. quel primo Valesio che diede origine alli Ludi Secolari nell’infirmità de suoi figlioli haver preghato li suoi Lares familiares da quali forse viene ancora il nome Valesii quasi Laresii, benche Zonara dica che à Valetudine io credo di qualche Valeso, o Voleso come penso che si trova nelli Fasti, & in una basi di M. Achille. Larei fono Dij Sabini, e prima si dicevano Lases: come dice l’uno e l’altro, Varrone, così Valesii & Valerii pur Sabini, credo ancora Fusii & Auselii, qui postea...Furii & Aurelii dicti. Volete una più bella fate sonar le саmapane, accender lumi e le girandole, e paghatemi la mancia, che hò trovato l’interpretazione delle lettere dove P. Ottavio, & io andassimo à Capitulo. M. LEPIDVS. AN. XV. PR. H. O. C. S. (vedete che voglio una bella medaglia delle rare) M. Lepidus annorum quindecim Populi Romani hostem occidit civem servavit. Non lo credete? Se trovo un Autore che lo dica, che direte? Or su leggete l’infrascitte parole : Æmilius Lepidus puer etiam tum progressus in Aciem hostem intremit сivem fervavit. Cujus tam memorabilis operis index est in Capitolio statua bullata & incincta prætexta S. C. posita. Vedete nella Medaglia la statua equestre, la qual cosa tacque l’Autore, item con un Trofeo, ò vero ferculo, al modo di quelli, qui opima Spolia Jovi pheretrio ferebant. Tocca questo il predetto Valerio Maximo lib. IIJ. cap. I. dicendo ancora : inter quæ Æmilia gentis pueritia coronam mereri spolia rapere valuit. Degnatevi veder Plutarco se dice questo & altri libri, perche io non hò alcuni. Se non vi piacesse quel PR. interpretare Populi Rom. dite prætextatus, perche in vero nella Medaglia non si vede punto in mezzo. Non so se vi è nella vostra Questo M. L. credo che sia quel medesimo Tutor Regis Alexandrini non quel Triumviro il quale hebbe ancora una cosa simile del figliuolo di Prisco Tarquinio, cum in prætextæ annis occidisset hostem bulla aurea donatum constat &c. & in Macrovio lib. I. Saturn. di Africano si narra altro e tanto in Livio, e Plinio, & altri qui civicam recusavit à patre Consule servato. Non posso rispondere all’ultima vostra per la celerità della mia andata in Sicilia. Adio Sig. Fulvio e tutti l'Amici. Di Pedemonte alli XXlX. di Maggio MDLlX.” (Agustin 1772, Opera Omnia, vol. VII, Lettre XI, p. 238-239).