Lettre du 22 juillet 1559 (de Messine): “M. Fulvio singolarissimo e carissimo. Non spenderò parole in rispondere alle vostre delli XVII. di Giugno e VII. di Luglio, ne dirò del Festo altro, se non che trovo alcuni errori , e che bisognerà riscontrarlo un’altra volta con l’originale, il quale bisognerà ricuperarlo da M. Carlo al quale resto però obligato assai per la fatica usata. Alle medaglie hò visto qui cose stupende delle Greche mai viste, delle quali cè un Sonatore di Liuto di esse innamorato, anzi pazzo, e spende le centinara di scudi, & ha cose rarissime. Pigliate le poste per venirle à vedere, farommi dar la lista à bell’agio. Hora dirò di quelle che hò avute, due d’argento assai belle l’una didrachma di una testa di Jove di mezzo rilievo mirabile con lettere ΖΕΥΣ benche non sia simile alli altri, di roverso una donna che sede in un’ara quadrata con un Caduceo in mano ΕΙΡΗΝΗ e poi ΛΟΚΡΩΝ. L’altra tetradrachma con una testa di Lione, ovvero una maschera di Lione stupenda, e dietro una testa di donna ΡΙΓΙΝΩΝ. Di bronzo hò havute molte, parte come quelle che hò in Roma, parte d’altre. ΙΕΡΩΝΟΣ di due sorti col ritratto, e la statua Equestre dietro. Altra la testa di Jove con il Tridente fra due Delfini. ΙΕΡΩΝYΜΟΥ ΒΑΣΙΛΕΩΣ, il ritratto col fulmine di roverso, questa hò in argento & in bronzo bella. ΑΓΑΘΟΚΛΕΟΣ ΒΑΣΙΛΕΟΣ. Una testa di donna colla faretra di Diana ΣΩΤΕΙΡΑ dietro d’un ΛΕΟΣ. Un Alessandro coll’exuvie di Lione in testa, e dietro una Minerva minante come dice Festo. ΜΑΜΕΡΤΙΝΩΝ. che è la Città dove son hora in varie sorti. Una la testa di Giove, con roverso di un Soldato che combatte di scuto e lancia, l’interpretazione è chiara che sia Marte detto Mamerte, del quale presero il nome costoro, come dice Festo copiosamente. La seconda di un giovane laureato la testa con lettere ΑΡΕΩΣ. di roverso un’Aquila sopra un fulmine. La terza una testa simile con roverso d’un Toro bravo. La quarta simil testa con roverso d’un Giovane che mena un Cavallo, tutte hanno un Π. come che Polluce fosse come credo al manco costui del Cavallo. PHΓΙΝΩΝ oltre di quella d’argento, un’altra di bronzo simile, e la terza di simil testa di Lione, e dietro una Lira; la quarta due teste di giovani pileati con due stelle di Castori col roverso un huomo nudo con un scettro in mano longo nella sinistra, e nella destra un uccello; la quinta una testa di Giove con una donna in piede, con una patera ovvero scudella nella destra di roverso; la sesta una testa di Jano con roverso di Jove in sedia appoggiato ad un scettro con un Π. appresso; la settima una testa di una donna ovvero d’un Apolline con roverso di un Tripode; l’ottava di una bella donna con li capelli nodati dietro come di Venere col roverso di un’altra donna in sedia con un scettro à traverso tenuto con un Π. ΣΥΡΑΚΟΣΙΩΝ. La prima una testa di Giove bellissima, ma dissimile d’altri con queste lettere ΖΕΥΣ ΕΛΕΥΘΕΡΙΟΣ. dietro un fulmine con un uccello piccolo. La seconda di una donna bella la testa coronata di foglie di canna, con un Toro di roverso. La terza una testa galeata come di Minerva, di roverso un Cavallo marino detto pistrice. La quarta una testa di donna in treccie, ovvero un Apolline con un Pegaso di roverso. La quinta una testa di giovane coronato di lauro con un Trofeo dietro, e di roverso un’AquiIa sopra con fulmine, in altra con un Cornucopia. La sesta la testa di Minerva galeata, e di roverso due Delfini hanno in mezzo una stella. La settima la testa di Giove, e nel roverso una donna a sedere. L’ottava simil testa, e dietro una donna in piè appoggiata ad un scettro. TAYPOMENΙTAN. La prima d’una testa di donna con roverso d’un Toro pacifico. La seconda simil testa e di roverso un Soldato appoggiato ad un’hasta ò scettro con una patera nella destra. La terza una testa di Giove con roverso di una donna in piè, con una Vittoria nella destra. La quarta una testa di donna laureata, ovvero di Apolline, con roverso d’un Tripode. La quinta simil testa e nel roverso una lira. KENTOPΙΠΙΝΩΝ. La prima una testa di donna laureata, e dietro un Citaredo. La seconda simil testa, e di roverso una lira. ΛΕΟΝΤΙΝΩΝ. La prima una testa di donna, e dietro un Lione mansueto. La seconda simil testa, e dietro mezzo Lione fiero. ΚΑΤAΝΑΙΩΝ. una testa di Ammone cornuto, e nel roverso una donna con le bilance nella destra AΙTNA. una testa di donna, e nel roverso un cornucopia & un gubernaculo. ΛΟΥΚΑΝΟ. una testa di Soldato barbato con un Pegaso nella galea, con roverso di Minerva in piede con galea, clipeo, & hasta ΒΡΕΤΤΙΩΝ. Una testa di donna la quale è coperta con un cancro, con roverso d’un altro cancro. La seconda una testa di Soldato come quella de Lucani con roverso di una Vittoria che corona un Trofeo. Medaglie di Cartagine, la prima un arbore di Palma con frutti, e di roverso una testa di Cavallo. La seconda una testa di donna coronata di foglie di canna, e di roverso un Cavallo avanti un’arbore di palma. La terza simil testa di donna, e nel roverso una testa e collo di Cavallo. La quarta simil testa, e dietro tutto un Cavallo. Un altra medaglia hà una testa di huomo barbato, & un’altra di donna, e nel roverso un uomo nudo appoggiato ad una colonna con un ramo in mano, e di sotto un modio con lettere ΚΑ...Un altra medaglia con una testa di donna velata, e sopra la testa una colonna piccola, e nel roverso una Diana con una face nella destra, e nella sinistra un scettro, ovvero hasta, & un cane in due piedi che li fa carezze, con queste lettere ΣΥBA..MEΣΑΛΑΣ. Hò molte altre senza lettere, le quali lascierò hora per esser alcune fruste, & aspetterò di haverle intiere, e con lettere. Parmi che vi hò straccato, ma non forse saziato, per un principio parmi che non hò perso li passi. Quel luogo di Orazio ad Numonium Vaalam, mi piace con aggiunger che li antichi duplicavano le vocali longhe, come dicono alcuni antichi grammatici, & habbiamo chiaro esempio nelle medaglie di Sylla Feelix, & altre parole sono nelle tavole delle leggi di Crepanica, e di Genova, così credo si dicesse Vala, come scrive Orazio, ma per esser l’A longo, è nella medaglia duplicato ΑΑ. Hæc hactenus. Addio. In Messina alli XXII. Luglio MDLIX.” (Agustin 1772, Opera Omnia, vol. VII, Lettre XIV, p. 241-242).