Lettre du 22 octobre 1572 (de Monzone): “Sig. mio Osservandissimo. Ringratio molto VS. di tanta sua cortesia, e di quanto mi scrive alli XIX. di Settembre benche sono disgraziato, che non hò lettere sue eccetto che fuor di Lérida, dove hò i miei Libri, e Medaglie, pure scrivendone molte, alcune potrò havere, e rispondere nel mio regno, che così mi pare poter chiamar la mia Bibliotheca" ; "Del libro vostro de familiis, ò vero de imaginibus, vedo qual sia l’argumento; dubito che il Goltzio havrà stampato più medaglie, ma non tutte, ne in quel ordine. Le inscritioni, non stariano male almanco quelle piu antiche sin alla morte di Augusto. Le mie famiglie ancora credo che staranno à pelo e con questa credo mandarvi ò tutte, ò vero una gran parte. Fate la censura in esse che vi piacerà, cancellando, e mutando vi pare, e piace. Hò pur visto certe grandi la più parte false, le imagini di uomini dotti non hò visto, fatemi grazia di mandarmi un libretto, il Murco vi manderò quanto prima, e l’altra medaglia di Servilio, e tutte quelle, che vorrete, come ritornarò a Lerida, che ora non posso. La stampa delle medaglie Greche saria parte di comento in Stefano, & un altra di Colonie, e municipij serviria per molti libri, & io vi potrò servire di alcune di Spagna, e d’altre. II Dione historico LXXIX. & LXXX. vederò volentieri, e pagarò la spesa del copiare molto più che volentieri. Il libro di M. Pirrho, non è arrivato in Spagna, credo restassi in mano di F. Onofrio" ; "Così leggendo Erodi uno greco, & latino trovo errori di Poliziano nelli nomi proprij, che il greco si confa con le medaglie. Verbi gratia chiama Albino il compagno di Pupieno per dir Balbino, come è in Greco, e nelle medesime chiama Diadumeno pro Diadumeniano, così qualch’un altro che hora non l’hò in fantasia. La opinione delli ratiti per dire li nummi, che hanno rate, non par vera, poiche nelle medaglie non si vede rate che hora si dice Zatara ma prora, e così pare haverla detta prora Ovidio, e forse Macrobio, e Plutarco; altri dicono puppe di Aburi, si trova un Jurisconsulto Aburius, se non è Alburnius Valens condiscipulo di Salvio Juliano nella Schola di Javoleno Prisco al tempo di Adriano Imp. Li nomi proprij delli Digesti mandarò fuora come potrò: sono raccolti, & aspettono il barbiere che li pulisca. Delle famiglie mancano tre Licinia, Manlia, Marcia, che si copiano. La Fulvia chе vi mandai per memoria di vostro bel nome si metterà doppo la Fabia, avanti la Fouria, anzi doppo, e così le tre che restano haveranno il luogo suo, quando vi capitaranno. Sono tutte 32. computando le prelibate tre, e le cinque che mandai prime. (...) Da Monzone alli XXIJ. di Ottobre del LXXIJ” (Agustin, Opera omnia, VII, 1772, p. 250-251, lettre XXXVII).