Lettre du 12 février 1731 M. V. (1732) (de Venise): “In risposta alla benignissima lettera di V. S. Illma le dirò in primo luogo sul proposito della medaglietta Egizia di Massimiano Erculeo, che ella sarebbe stimabilissima, quando fosse vero, che dopo i tempi di Claudio il Gotico, in cui appunto finisce la serie delle medaglie Greche riportate nella bell'opera del Vaillant, non si trovasse, che altre ne fossero state battute in Egitto : ma di queste se ne trovano infinite con le teste di Aureliano, di Probo, e degli altri susseguenti Imperadori fino a Diocleziano, e a Massimiano ; e di questi due ultimi ne tengo nel mio Studio oltre a venti, marcate degli anni del loro Imperio, tutte con differenti rovescj. Osservo nel P. Banduri, che dopo l'anno XII. di Diocleziano non si trovano veramente medaglie Greche battute in Egitto, benchè il P. Arduino una ne riporti fino con l'anno XX. La zecca di Alessandria, Metropoli di quella Provincia, continuò dipoi a batterne d'oro, d'argento, e di metallo, ma con epigrafe Latina, e nell'essergo, o sia nella parte inferiore di esse leggesi Al. ovvero ALE, che son le lettere iniziali del nome di quella città. Il Vaillant nel suo libro delle Medaglie Greche non diede luogo a queste Egizie, ma solo a quelle, dove essendo espresso il nome della città, dove erano impresse, venivano per conseguenza ad aver luogo fra l'altre degli altri popoli. Sto in attenzione della medaglia Greca di Domizia, della quale a prezzo onesto sarà facile ch’io arricchisca la mia serie, in cui ne ho tre altre di quella Imperatrice pur Greche, oltre ad una bellissima in gran bronzo. Vedrò anche volentieri le altre medaglie Greche, delle quali ha in animo di privarsi cotesto Sig. Canonico Alugara, o sia che egli mi dia il contento di lasciarsi riverire e servire in queste parti, o sia che egli si compiaccia di spedirle qui a qualche suo conoscente. Se per V. S. Illma è stato sin ora scarso quest'anno di simil messe, posso dire lo stesso anche a mio riguardo, che all'eccezione di tre medaglioncini di argento di tre Re della Siria, di un altro pure in argento, e Greco con la testa di Trajano, e di un altro similmente Greco di Ottone in metal bianco, battuto in Egitto, non mi sono abbattuto in cosa che vaglia. Quanto alle due medagliette d’oro, l’una di Leone I. con la Vittoria, l’altra di Teodosio con l’epigrafe VIRT. EXERC. ROM. esibitemi dalla sua gentilezza per l. 35. l’una, sono dispostissimo a farne acquisto, comechè la prima mi soprabbondi, per averne due altre nel mio piccolo Studio col medesimo impronto. Delle due altre medaglie con caratteri strani, nulla posso dirle di positivo, per essere privo affatto dell'intelligenza di essi, i quali però dalla forma conosco essere Arabici. Parecchie di così fatte anch'io ne possiedo, alcune delle quali in gran bronzo hanno la testa di varj Califi, o Principi Arabi, sotto i quali furono battute: e la curiosità di sapere a chi appartenessero, fu cagione che facessi capo con un dotto Arabo, che l'anno addietro era qui di passaggio, da cui mi furono interpretate ; e per verità le leggende ne sono curiose" (Zeno 1752, vol. 3, lettre n° 2, p. 2-4; Zeno 1785, vol. 4, lettre n° 778, p. 326-328; Tomassoni 2021a, p. 160; Tomassoni 2022b, p. 91).