Lettre du 15 mars 1732 (de Venise): “L’altra sera nella bottega di Carlo Buonarrigo librajo ho avuto il contento di riverire il Sig. Canonico Fabbretti, e di ricever da lui la lettera di V.S. Illma, e insieme i due pacchettini, l’uno con le due medagliette d’oro, e l’altro con le 12. medaglie di bronzo, parte Latine, e parte Greche, tra le quali la Domizia, che è la migliore delle altre. Per le due d’oro ho sul fatto medesimo contate al detto Sig. Canonico le l. 70. giusta il prezzo convenuto fra noi, e secondo la sua commissione. Le ho trovate di buona conservazione, e quella di Teodosio II. è entrata nella mia serie, dove mancava a riguardo del rovescio, non notato nell’opera del Banduri, e solo con la stessa leggenda riportato da lui fra le medaglie in oro di Giuliano l’Apostata. Per le altre dodici, che sono del Sig. Canonico Alugara, al quale mi confesso obbligato per la confidenza, che ha avuta in me col farmele tenere, io ne farò volentieri l’acquisto, quando venga a sapere qual prezzo me ne domandi : che essendo onesto, mi troverà onestissimo compratore. Debbo solo avvisare V. S. Illma, che fuori della Domizia, non vi ha altra medaglia di molta considerazione meritevole ; e ‘l medaglione di Caracalla, che per altro sarebbe pregiabile, è così logoro, e sconservato, dall’una parte e dall’altra, che nulla dell’epigrafe vi si legge, onde non si sa nemmeno la città, dove esso è battuto : e però in uno Studio, che sia scelto, non fa molto bella comparsa. Attenderò pertanto la sua risposta, tenendo in questo mentre a parte le dette medaglie” (Zeno 1752, vol. 3, lettre n° 3, p. 4-5; Zeno 1785, vol. 4, lettre n° 780, pp. 329-330; Tomassoni 2021a, p. 161; Tomassoni 2022b, p. 91).