Lettre du 3 février 1730 M. V. (1731) (de Venise): "In risposta adunque al cortese foglio di V. P. Rma le dirò, che quando la prima volta mi comunicò mio fratello ciò che ella avea pensato, e da lui faceva propormi intorno al gran disegno del raccogliere, e dar fuori in un Corpo gli Autori tutti, cioè i buoni e approvati, i quali abbiano scritto sopra le Medaglie antiche col titolo, Thesaurus Rei Nummariae ecc. me ne sono di primo tratto spaventato, e benchè sommamente mi piacesse il progetto, disperai quasi, che si potesse trovar qui uno stampatore, che volesse, e potesse caricarsi di un sì gran peso. Ma in progresso di tempo maturando meglio la cosa, e parlandone con uno di questi libraj, che da se veramente non ha modo di abbracciare e di effettuare una tanta impresa, ma ha qualche grosso mercatante che gli dà mano ; egli pochi giorni dopo venne a trovarmi, e mi assicurò esservi persona, che gli somministrerebbe denaro per la stampa dell’opera, e per gl’intagli de i rami : onde mi pregò, che dovessi scrivere francamente a chi primo me ne aveva suggerito il progetto. Veniamo senz’altri preludj alle strette. Prima di tutto vorrebbe lo stampatore dar fuori un manifesto, in cui si dasse conto dell’idea dell’Opera, nell’ordine da tenervisi, e degli Autori e Libri che vi saranno compresi. Tocca a lei di stenderlo, poichè io adesso non ho nè tempo nè testa da farlo. Le dico solo, che mi piacerebbe di cominciare dagli Autori, i quali hanno insegnato il modo di far questo studio Numismatico, e di distinguere le buone dalle false medaglie, come il Patin, il P. Joubert, e qualche altro. Negli autori poi, che hanno espressamente trattato di esse medaglie, comincierei dai primi, e procederei riguardo ad essi, ed agli altri con l’ordine cronologico : in che ci può fare strada la Biblioteca Nummaria del P. Banduri, tanto per le Opere, quanto per le Dissertazioni. Darei fuori i libri nella lingua in cui sono stati scritti da i proprj Autori, sia in Latino, sia in Italiano, o in Francese. Mi piace per risparmio di spesa non replicare le tavole, e non porvi che una testa sola incisa coll’avvertenza di non ommettere alcun de’ rovescj, nè delle inscrizioni. Ma bisogna intendersi più chiaramente. Posta per esempio la testa di un’Imperatore nel primo tomo, e diciamo anche nel primo Autore, come nel Vico, o nell’Erizzo ; non si dovrà ella più incidere nelle tavole delli tomi, e degli Autori che seguiranno ? Non so se questo sarebbe comodo e a piacer di tutti. Attendo dunque a suo dell’agio sopra ogni cosa il suo savio parere, al quale rassegnerò sempre il mio" (BnM, Ms. It. X, 3 (=6949); Zeno 1785, vol. 4, lettre n° 761, p. 290-291; Tomassoni 2021a, p. 28-29; Tomassoni 2022b, p. 21-22).