Lettre du 25 mars 1724 (de Vienne): "Mi corre debito di ringraziarvi degl’incomodi che vi siete presi a mio riguardo per favorire il Sig. Andrea mio fratello della vostra amorosa assistenza, onde nè egli, nè io restiamo ingannati nella ricerca di medaglie Imperiali d’oro e d’argento; delle quali desidero di andare accrescendo la piccola serie, che già mi trovo di avere. Io vi prego di andarmi continuando i vostri favori, poichè costì non ho, nè conosco persona di cui possa meglio fidarmi, che di voi, tanto per l’intelligenza, quanto per la rettitudine dell’animo vostro. Il Tiberio in oro da voi veduto mi è stato caro; non tanto perchè io non l’avessi perchè di fatto ne aveva altro simile; quanto perchè di esso posso valermi ad avere qualche altra medaglia, che mi manca. Spero di poter avere da Roma una serie di più di 350. medaglie d’argento, fra le quali ve ne ha di rarissime, e anche di singolari ; e colà ho già rimessi dugento scudi Romani a conto di quasi altrettanti, che dovrò sborsarne dopo ricevute le stesse. Tostochè esse mi sieno giunte, vi trasmetterò il catalogo delle teste, che mi mancheranno in argento, acciocchè mi ajutiate a dare a questa serie qualche compimento. Io ne tengo qui nello stesso metallo intorno a 300. talchè postevi le Romane appresso, cominceranno a fare qualche comparsa. Di quelle in oro sono ancora assai indietro : ma in queste per deficienza di forze mi conviene andare più lentamente : pure se me ne capita alcuna, non me la lascio facilmente fuggir di mano. Se costì ve ne capitasse alcuna ben conservata, e non servisse per voi, prendetela senz’altro per me ; che del prezzo e di tutto ne lascio all’amor vostro l’arbitrio. Mi dimanderete ora, perchè io non vi parli delle medaglie in bronzo, che sono le più stimate ? Vi risponderò, che con poche non vo’ incominciare, e con molte mi manca per ora o ’l modo, o l’incontro. Il tempo potrà forse offerirmi qualche buona occasione, e intanto metterò a parte qualche picciola somma da farlo poi senza incomodo. Ed eccomi, Compare amatissimo, entrato in un campo, ove non mi sono mai arrischiato di farmi vedere ; non perchè me ne mancasse il desiderio, ma perché non poteva fare altrimenti. La munificenza Cesarea mi dà ora qualche coraggio : al che si aggiugne, che la mia libreria, la quale sinora mi ha assorbito quel poco soldo che mi avanzava, è giunta a tal segno, che me ne chiamo quasi contento" (il possède 10 000 livres) (Zeno 1752, vol. 2, lettre n° 160, p. 314-315; Zeno 1785, vol. 3, lettre n° 619, p. 425-426; Tomassoni 2021a, p. 123, 130; Tomassoni 2022a, p. 279; Tomassoni 2022b, p. 73, 77).