Lettre du 10 février 1725 (de Vienne): "Sempre più mi conosco al vostro amore obbligato, e sempre più mi crescono le speranze di poter un giorno col vostro mezzo dare avazamento, se non perfezione, alla mia serie di medaglie in argento. Con quelle del Signor Bernardini osservate e messe a parte da voi non aggiugnerei veramente alcuna delle teste che mi mancano, ma facilmente accrescerei la raccolta che ne ho, di qualche rovescio, ed essendo ben conservate, come mi scrivete, potrei migliorarne alcuna delle mie, che non fosse d’intera conservazione. Circa il prezzo, io non so quello che ne possa pretendere il possessore ; ma se la dimanda fosse esorbitante, non mi spiacerà punto il lasciargliele. Essendo esse ordinarie e per la testa e pel rovescio, crederei che l’una per l’altra non avessero a pagarsi più di due lire e mezza : a voi però ne lascio tutto l’arbitrio. Se la Sabina Tranquillina fosse in argento, e legittima, non avrei difficoltà di dare per questa sola dieci e anche dodici ducati, e più ancora : ma vedendola segnata da voi con una linea, come dubbiosa e sospetta, preveggo che non sarà ella del numero, e ch’io ne resterò ancora senza. Appena ricevuto e veduto il Pescennio, l’ho riconosciuto evidentemente per falso, e l’ho rimandato. Mi fu poi di piacere l’intendere, che il vostro sentimento erasi accordato col mio. I giorni passati ho avuta la sorte di far acquisto d’una G. Cornelia Supera in metallina, o en billon, come dicono i Francesi, di buona, se non ottima conservazione, e per un prezzo assai vantaggioso. Ho acquistati altresì cinque medaglioncini Egizj, tra i quali uno di Claudio con Antonia, e un altro pure di Claudio con Messalina. La mia raccolta in oro si è notabilmente accresciuta, talchè dei dodici Cesari non mi manca, che Galba, e Caligola : ma spero che quello mi verrà da Roma con altre nove, fra le quali Matidia, e Filippo il giovane, o sia il figliuolo. Avea cominciato il Catalogo delle medaglie più scelte che posseggo in argento ed in oro, ad oggetto di comunicarvelo : ma non ho avuto mai tempo di terminarlo. Un dì lo farò certamente. Continuatemi il vostro amore, ch’io stimo assai più di tutte le mie medaglie" (Zeno 1752, vol. 2, lettre n° 179, p. 359-360; Zeno 1785, vol. 4, lettre n° 643, p. 17-19; Tomassoni 2021a, p. 133; Tomassoni 2022a, p. 280; Tomassoni 2022b, p. 78).