Lettre du 7 janvier 1728 (de Vienne): "Poco pertanto vi dirò circa l’affare delle medaglie. So esser piacere del nostro Augustissimo, che si dia fine a tante dicerie, e se gli altri faranno lo stesso che io, la cosa non anderà più oltre : di che però temo molto. Quel solo che posso dirvi, si è non esser vero quello che costì si vocifera, che la più parte delle medaglie venute da Roma siensi trovate false. Il numero intero delle medaglie del Museo Certosino passato nel Tesoro Cesareo, arriva a quello di 2350. in circa. Tutta la passione di chi tali le ha giudicate, non ha saputo ridurle al numero di 175. delle quali io so per certo esser pochissime quelle, che non sieno d’indubitata antichità e sincerità, levandone 25. in circa da questo numero, che nello stesso Catalogo de’ Certosini erano notate per false assolutamente, ovvero per bulinate e rifatte. Fortissimi motivi, i quali ho esposti umilmente al Clementissimo mio Padrone, e che sono stati da lui benignamente approvati, come pure da tutti i miei protettori ed amici, mi hanno persuaso a non intervenire, benchè più volte richiesto e sollecitato, a vedere il Museo medesimo, e a darne il mio giudicio, qualunque e’ fosse per essere. Questa mia ritirata è spiaciuta solamente a taluno, che poi ha cercato, e tuttavia cerca di farmene una colpa : ma io non me rido, sapendo di aver pesatamente e onestamente operato. Un'altra cosa debbo soggiugnervi, e siatene persuaso, che ‘l Sig. Bertoli e ‘l P. Paoli hanno rettamente operato, senza dar luogo a dubbiezza alcuna, che possano esser stati ingannati da chi che sia, avendo eglino praticate le possibili diligenze, perchè il Padrone restasse ben servito. Per maggior lume della verità, si son fatte replicate instanze dall’onoratissimo Sig. Bertoli, che le medaglie riprovate fossero rimandate in Roma, acciocchè fossero primieramente riconosciute per quelle, che ha ricevute in consegna, e poi per quelle che sono, cioè se spurie o legittime, sincere o falsificate. Il passo è stato impedito dal timore ben giusto di quegli, che diversamente hanno parlato e scritto in più luoghi. Dopo ciò formatene voi con la solita vostra saviezza il maturo giudicio" (Zeno 1752, vol. 2, lettre n° 256, p. 505-506; Zeno 1785, vol. 4, lettre n° 734, p. 230-232; Tomassoni 2021a, p. 92; Tomassoni 2022b, p. 55).