Lettre du 12 décembre 1738 (de Venise): “Son costretto con mio rossore a recarvi nuovi disturbi per l’affare delle medaglie di Rovigo. Già dalla lettera a testimonianza autentica del P. Baldini, avvalorata e assicurata da quella del famoso antiquario Palazzi di Roma, avrete inteso, che tutte le XVIII. medaglie, niuna eccettuata, da me già condannate per false, son veramente false : cosa che mi è di sommo dolore, e di molto discapito. In via pertanto di onore e di coscienza il Sig. Conte Carlo Silvestri ha obbligo di risarcirmi, se non in tutto, che ciò troppo importarebbe, almeno in parte : […] a lui ne propongo per mezzo vostro tre maniere, lasciandogli la libertà di eleggere quel più gli aggrada. I. Io gli rimanderò le consapute XVIII. medaglie, ed egli in cambio di esse mi rimetterà XVIII. zecchini ; prezzo tenuissimo, e che non equivale al terzo del giusto valore di esse, quando fosser legittime, come esser dovrebbono per l’attestazione e impegno di esso Sig. Conte. II. Io terrò per me le stesse medaglie, a fine di aggiugnerle alla serie che di altre false ne tengo ; ed egli mi conterà le 15. Lire per ciascheduna di esse, prezzo già da lui esibito : il che monta a L. 270. III. Le suddette XVIII. medaglie saranno allo stesso Sig. Conte rimandate, e in lor cambio egli mi rimetterà le L. 270. esibite, e con esse mi farà tenere una delle sue medaglie in gran bronzo, che sono presso di lui, di Didia Clara, purchè sia quella migliore e meglio conservata, e se non m’inganno, con patina verde ; e a fine di levare ogni equivoco, avrà egli la bontà di spedirmi l’una e l’altra, acciocchè io possa soddisfarmi nella scelta di esse. Io spero, ch’egli in ciascuna di queste mie dimande conoscerà qual sia la mia discretezza, poichè egli sa benissimo qual sarebbe il giusto valore delle suddette XVIII. medaglie, quando fossero vere ed antiche. Sta attualmente presso di me il catalogo del suo Museo, dove ad una per una è marcato il prezzo delle sue medaglie, e tra queste si è anche quello delle suddette XVIII. ascendente a più di 1800. lire, ma come io non le ho pagate, che a ragione della quarta parte, così è di ragione ch’io non ne ripeta il rimborso che a tal sua porzione ; e lo fo anche con mio discapito” (Zeno 1785, vol. 5, lettre n° 1016, p. 384-385; Tomassoni 2021a, p. 86-87; Tomassoni 2022b, p. 51-52).