Lettre du 5 mars 1718 (de Rovigo): "Non m'è ignoto, che varie furono le opinioni degli Antiquarj intorno al titolo di DIVVS, che sovente s'incontra dato all'Imp. Augusto nelle medaglie; credendo altri, poter elleno essere state battute (quello non ostante) mentr'egli era vivente, ed altri reputandole coniate dopo la sua morte, quando già per la Consacrazione era stato, secondo la credenza degli antichi gentili, divinizzato. Per tralasciar però di raccorre quanto circa questo punto si sono dati a credere molti altri sponitori di medaglie, mi restringerò a considerare i sentimenti di due più recenti, ed accreditati, quali furono il Patino, e il Mezzabarba. Il primo nel suo libro intitolato Thesaurus Numismatum, pag. 138, spiegando la medaglia con la testa radiata d'Augusto, e lettere DIVVS AVGVSTVS PATER da una parte, e dall'altra con un'Ara, da cui si vede germogliata una Palma, con lettere C.V.T.T. cioè Colonia Victrix Togata Tarraco, così ci avvertisce. Observanda venit Inscriptio Nummi, que non tantum Augusto, sed Deo Augusto dicata est, Augustus enim vivus a populis, ut Deus habebatur. Templa habuit, Aras, Flamines, Sacrificia, cætera, que consecrationem indicabant. Ed infatti nel mio Bassorilievo, in cui è scolpito Augusto sedente con M. Artorio suo medico in atto di toccargli il polso, leggonsi le parole Greche significanti Marcum Artorium Asclepiadem Dei Cæsaris Augusti medicum S.P.Q. Smyrneorum honoravit heroem Polymathiæ gratia. Il Mezzabarba all'incontro, che con tanta distinzione ha raccolte le medaglie di ciaschedun Imperatore sotto gli anni, ne' quali ponno supporsi battute, arrivato all'anno di Roma 767, e dell'Epoca vulgare 14, in cui a 19 d'Agosto morì l'Imp. Augusto, fa quest'annotazione, valendosi in gran parte delle parole del Rosini, dove tratta della consacrazione. Romanis mos erat ab Augusto primum institutus, deinde a Tiberio instauratus, eos consecrare Imperatores, qui superstitibus filiis vel successoribus moriebantur, quique erant eo honore affecti inter Divos relati dicebantur. Sic primus omnium Augustus Julium Cæsarem, Tiberius Augustum mortuos consecrarunt, interque Divos retulerunt. Consecrationis ceremonias, & ritus fuse a Panvinio descriptas leges lib. 2. Comment. Fast. ad A.V.C. 964. Dopo la qual nota va poi quel diligente scrittore disponendo le medaglie di detto Imp. nelle quali dalla parte della Testa leggesi alcuna delle seguenti Iscrizioni, cioè AVGVSTO DEO. DEO AVGVSTO. DIVO AVGVSTO. DIVVS AVGVSTVS PATER. DIVVS AVGVSTVS. DIVVS AVGVSTVS PATER PATRIAE, ovvero CONSECRATIO, col sottoporre a ciascheduna di dette Iscrizioni tutti i rovesci ad esse corrispondenti, e fra quelli, che unisce al capo del'Imperatore con Epigrafe DIVVS AVGVSTVS PATER vi pone anche quello IOVI DEO. Templum Patin. Ind. f. 2. adunque egli ha preteso, che la medaglia portata dall'amico di V.S. Illust. in opposizione alla massima, che il titolo DIVVS supponga consagrato l'Imp. a cui si attribuisce, sia stata coniata dopo la morte di Augusto, e non già lui vivente. Se così è, si sarà dunque ingannato il Patino, quando nell'opera intitolata Imperatorum Romanorum Numismata ex ære medie & minime forme, pag. 31. spiegando il contenuto di detta medaglia credette, significarsi quello fatto costruir dall'Imperatore Augusto, in onore di Giove Tonante liberatus periculo, cum expeditione Cantabrica per nocturnum iter lecticam ejus fulgur perstrinxit, servumque prælucentem exanimasset, come riferisce Svet. in Aug. n. 29. la qual interpretazione ammessa, bisognerebbe dire, che la medaglia fosse battuta in vita di quel Monarca, quantunque vi sia egli DIVVS appellato. Mi perdoni pertanto l'illustre memoria del citato Patino, io non sono persuaso, che il Tempio espresso nella medaglia, di cui discorriamo, significhi il fabbricato da Augusto in onore di Giove Tonante anzi sono per provare il contrario con la fede incontrastabile delle Medaglie. Frà le mie d'argento, e specialmente fra quelle d'Augusto, che tengo con molti rovesci, quattro ne sono tutte coniate in vita di quell'Imperatore, in ciascheduna delle quali si vede un Tempio dedicato a differente Nume, e di struttura differente dagli altri. Nella prima si legge nel Friso del Tempio, con quattro colonne, DIVO IVL. Nella seconda di quà, e di là dal Tempio, ch'è di figura rotonda MAR. VLT. Nella terza, il cui Tempio costa di sei colonne IOV. OLΥM. Nella quarta finalmente, che fa al nostro proposito IOV. TON. E questo Tempio, eretto a Giove Tonante, è totalmente diverso dall'apparente, nella medaglia addotta dal Patino, non solo nell'Iscrizione, ma nella struttura, costando quello di sole quattro colonne, con la porta chiusa, e questo della mia medaglia d'argento, che sicuramente rappresenta il dedicato a Giove Tonante, perche l'Iscrizione IOVI TON. il dimostra, è figurato con quattro colonne per parte della Porta, dove si vede il simolacro di Giove con l'asta in mano. Ma che Tempio sarà dunque cotesto della Medaglia del Patino, con cui si faceva tanta opposizione alla mia massima? Un Tempio appunto eretto ad Auguſto stesso, già con la Consacrazione divinizzato, e venerato, come il Giove de' Romani, e per ciò a lui dedicato col titolo IOVI DEO, come fu col titolo di Giove Indigete Romolo pure adorato; così unendosi con tutta proprietà alla figura del Tempio la denominazione di DIVO per dinotarsi con ambedue questi aggiunti la Consacrazione d'Augusto. Che in quanto all'asserzione del suo amico, cioè che fosse coniata la riferita medaglia in congiuntura d'essersi attribuito il nome di Padre della Patria ad Augusto, perche così egli dalla parte della Testa vien appellato, basta il dire per confutarla, come V.S. Illust. ottimamente rispose, che se fosse vera, la maggior parte delle Medaglie di quell'Imperatore si dovrebbono dir battute in quella congiuntura, giacchè tante e tante se ne trovano con tale Iscrizione di PATER PATRIE; ma con differenti rovesci, e con l'epiteto di DIVVS, e senza, e perciò coniate in tempi, & occasioni diversissime. Per quello poi concerne il Tempio, o sia Ara posta in vece di Tempio nella Medaglia appresso il Patino, certa cosa è, che si dee prendere per uno di quelli permessi da Augusto fabbricarsi in suo onore per le Provincie dell'Imperio, col farsene la dedicazione unitamente ROM. ET. AVG. così assicurandoci Svet. nella Vita di quel Monarca n. 52. con le seguenti parole. Templa quamvis sciret etiam Proconsulibus decerni solere: in nulla tamen provincia, nisi comuni suo Romæque nomine recepit. nam in Urbe quidem pertinacissime abstinuit hoc honore: e come io mi do a credere, che dall'adulazione de' Provinciali, e particolarmente de' Greci, non siasi in ogni tempo, e luogo osservata questa modesta prescrizione d'Augusto, ma che anzi in progresso siano stati al vivente Imperatore singolarmente costrutti Altari, e Tempj, così io non mi posso persuadere, che sotto i proprj occhi abbia giammai Augusto lasciata correr una tale licenza, onde in Roma stessa con pubblici monumenti d'Are, di Tempj, d'Iscrizioni, e di Medaglie venisse coltivato qual Nume, e contrassegnato col superbo titolo di DIVVS, e perciò reputo più verisimile l'opinione del Mezzabarba, che tutte le monete Romane d'Augusto, nelle quali vien chiamato DIVVS siano state battute già morto e consagrato quel Principe. Colla qual distinzione del praticatosi in Roma da quanto si usò nelle Provincie potrebbono conciliarsi i pareri di questi due grand'uomini, dicendo, aver anche il Patino inteso degli onori fatti ad Augusto da' Provinciali, quando nel suo Tesoro lasciò scritto: Augustus enim vivus a populis ut Deus colebatur. Templa habuit, Aras & c. quasi dicesse a populis Provinciarum, modificando egli pure la spiegazione della medaglia portata nella sua grand'opera, pag. 52, in cui apparisce un Tempio con animali destinati al sagrifizio, dicendo: Eo spectant & agnus & vitulus juxta Templum Augusto dicatum collocati in primo nummo, sive Templum illud Romæ constructum fuerit, sive (si noti) Nolanum intelligitur. Nolæ enim domus, in qua decessit Augustus in Templum mutata est, inquit Dio. La intendesse però il Patino come si voglia, a me basta d'esser assistito dal sentimento del Mezzabarba, il quale ha collocata la medaglia, creduta destruttiva della mia massima fra le coniate dopo seguita la Consagrazione d'Augusto, e che il Tempio in essa apparente nulla abbia che fare col dedicato da Augusto a Giove Tonante, come conghiettura il Patino, e molto meno, ch'ella sia stata battuta nella congiuntura d'essersi dato all'Imperatore il nome di Padre della Patria, come vuole il suo contradditore, in ambedue i quali casi certo che bisognerebbe dire, essersi Augusto chiamato DIVVS, benche vivente, nelle medaglie pure Romane, quale questa apparisce. Resta, ch'io mi levi alcune obbiezioni, che forse da qualche scrupoloso potrebbon farsi alla mia supposizione di non essersi in Roma dedicati Tempj ad Augusto vivente. Sia la prima il leggersi appresso Ses. Rufo nella Regione del Foro Romano Templum Divi Augusti, la seconda dal vedersi fra le medaglie di Antonino Pio quella col rovescio d'un bellissimo Tempio coll'Iscrizione TEMPLVM DIVI AVGVSTI RESTITVTVM, che pur si dee intendere di Tempio in Roma esistente. (...) Di V.S. Illust. Di Rovigo li 5. Marzo 1718" (Zorzi 1726, p. 200-209).