Domenico Sestini - Robert Ainslie - 1789 (2)

From Fina Wiki


Domenico Sestini

Domenico Sestini - Robert Ainslie - 1789 (2)
FINA IDUnique ID of the page  16786
InstitutionName of Institution.
InventoryInventory number.
AuthorAuthor of the document. Domenico Sestini
RecipientRecipient of the correspondence. Robert Ainslie
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . 1789
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution.
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Joseph Eckhel, Filippo Paruta, Joseph Pellerin, Dominique Magnan
LiteratureReference to literature. Sestini 1789 vol. 1, p. 4-61
KeywordNumismatic Keywords  Coin Collection , Coin Collector , Correspondence , Greek Coins , Sicily , Alaisa
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia  https://archive.org/details/lettereedissert05sestgoog/page/n22/mode/2up?view=theater
Map
You can move or zoom the map to explore other correspondence!
Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

"Sopra le Medaglie di Caene Isola d'Affrica, che si credono di Cena Città della Sicilia. Sono state da varj Antiquarj messe in questione, come vi sarà ben noto, le medaglie, che hanno l'epigrafe KAINON, e KAINΩN, attribuite primieramente dal Paruta a Siracusa, da alcuni a Cenys Promontorio della Calabria vicino a Reggio, detto oggi la Colonna del Cavallo, e in ultimo luogo dalla corrente dei Numismatici a Cene Isola situata fra la Sicilia, e l'Affrica. Le solite medaglie riportate da questi ultimi, e attribuite a Cene Isola, sono comuni, e frequenti in Sicilia, avendo sempre, e costantemente da una parte un Grifo alato che corre, e dall'altra un Cavallo sfrenato, simboli tutti di Apollo, oltre diversi altri attributi nell'area delle medaglie, consistenti per lo più in una Clava d'Ercole, in una Stella, e in una Cavalletta, o Locusta, e secondo altri in una Cicala. Che il conio di tali medaglie sia più Siciliano che Cartaginese, lo deduco dalla terminazione di KAINON, e non KAINΩN, più antica, e con terminazione Italica Sicula, come usarono altre Città della Sicilia, e specialmente Agrigento, Camarina, e Naxo, oltre molte altre, dove in seguito si vedde la terminazione in ΩN. Di tali medaglie con l'epigrafe KAINON, e KAINΩN molte ne ritrovai in Sicilia, e nell'ultimo mio Viaggio ebbi occasione di acquistarne diverse per la Collezione Ainslieana, e messi sempre in dubbio, che né a Cene Isola, né a Cenys Promontorio potessero appartenere; ma ad una Città Sicula, con un tal nome, come infatti dal Cluverio, e dal P. Abate Amico nel suo Lex. top. Sic. alla voce Cena sì ha «Oppìdum vetus, ubi Siculiana XVIII. pass. m. ab Agrigento, uti Cluverius ex Antonini Itinerario per maritimas stationes eruit: En illud. Agrigento Cenas XVIII. Allava XII. Ad Aquas XII.» facendo vedere, che Cenas, e non Cenam denotava una Città di qualche splendore, e la quale naturalmente non doveva mancare delle sue medaglie, non state fino ad ora restituite da nessun Antiquario. Il Principe Torremozza Agg. V. p. 24. che non ho presente, mi sembra d'essere stato di questo istesso sentimento, credendo ancor egli, che debbansi restituire a Cena Città Sicula, e fu fra i primi a gettare tal dubbio, non per queste di sopra menzionate, ma ancora per le seguenti. Un'altra medaglia acquistata in Napoli, e di cui se ne riporterà un disegno a suo luogo, per essere Anecdota, e non pubblicata da altri, venuta parimente dalla Sicilia, e di conio egualmente Siculo, e non Cartaginese, milita in favore del Principe Torremozza, mio, e di questa Città della Sicilia. La medesima sta così descritta nella Collezione Ainslieana. I. Caput muliebre (Cereris) monili, & auripendentibus ornatum. KAINΩN. ΠΕΛ. Aquila stans, ad cujus pedes caput arietis. AE. 3. L'Ab. Eckhel nel Cat. M. C. Par. I. alla pag. 46. num. 3. ne descrive una quasi simile a questa, e dell'istesso luogo, ma classificata sotto CAENE, Isola. 2. Caput juvenile. KAINΩN. Aquila stans, prae qua Caput Bovis humi iacens. Soggiunge, che Confer. Pembrock. P. II. Tab. 13. Pellerin poi alla Tav. IX. n. 4. T. I. ne riporta una, che sembra convenire alle medaglie in questione, e nella quale leggendovi solamente ΣΤΑΟΨΙ suppose, che appartenesse a STABIAE, Città situata nel paese abitato dagli Osci, interpretando tale epigrafe ΣΤΑBIAI. OΨIKΩN, cioè STABIAE. OPSICORUM. Se diamo una scorsa alla moneta Sicula, troveremo in quella ora i nomi di varj Consoli, Proconsoli, Duumviri, di Magistrati, di Uomini illustri, di Divinità, di Fiumi, e di altri nomi, o titoli, e in quella di Segeste, per non riportare altri esempli, si legge ora ΣΤΑ. ora ΨOΦOΔ. Onde non farà meraviglia più, se nei due Numismi si trova ΠΕΛ. e ΣΤΑΟΨΙ, che devono prendersi, o intendersi per nomi di qualche magistrato, ed essere sempre un argomento confacente a credere tutte queste Medaglie alla Città Cena della Sicilia esser restituite, e appartenere, e per esser colà frequenti, non ostanteché il P. Magnan (Brutt. Numism. p. VII.) sia portato per Caene, Isola di Affrica, non sapendo qual navigazione vi possa essere ad un tal luogo, dicendo che i Marinari di colà ne portano molte in Marsiglia, in Venezia, e in Sicilia, essendo io di opinione diversa dalla sua, cioè che dalla Sicilia ne possono andare molte in Marsiglia, in Venezia, e in altre parti, come spesso accade. Che è quanto ho l'onore di esporvi sopra tal' argomento, e pieno di vera stima sono sempre & c." (Sestini 1789 vol. 1, p. 4-6).

References

  1. ^  Sestini, Domenico (1789), Lettere e dissertazioni numismatiche sopra alcune medaglie rare della collezione ainslieana. Tomo primo, nella stamperia di Tommaso Masi, e comp., Livorno.