-Lettre du 13 juillet 1683 (de Florence) : « Io supplico la bontà di V. S. Ill. per mettermi che le dica con libertà il mio parere. Ella mi scrive che fin'ora il suo libro non truova quel numero de'compratori, che s'immaginava, quantunque non si venda che 50. paoli, mentre Occone si vendeva 10 e 11. scudi. Le rispondo che Occone nel principio non si vendè forsi 20. o 25. giuli, ma mancati gli essermplari, crebbe a tanto prezzo. Il di lei libro ora è nel principio, ed il prezzo pare che ecceda non il valore della robba rarissima che contiene, ma la mole o numero delle carte, onde il prezzo si vorrebbe di 35. paoli, anzi di 3o. perchè poscia con dotto quà ed in altre parti più lontane per la spesa del porto, e gabelle, cresce fino alli 35 o 40 giuli. Ne sono quà gionti alcuni esemplari, ed il libraro ne chiede 60. giuli, nè alcuni ne ha potuti esitare, essendosi meco lagnati alcuni che lo volevano, del prezzo esorbitante, come dicevano. Io non so quanti esemplari ella ne abbia stampati, e con quanta spesa. Le dico però che quì vogliono passare di poco una doppia per comprarlo. Ella da ciò che liberamente le narro, potrà pensare a qualche minore tassa del prezzo senza suo danno, se vuole farne esito in breve. Il gradimento mostrato al suo eruditissimo libro da S. A. S. lo conoscerà dalla lettera del medemo Sereniss. consegnata al P. Priore della Certosa, acciò a lei la mandasse... Il Sig. Magliabechi non ha ricevuto il libro che lei diceva trasmettergli. Il Sig. Secretario Bassetti non rispose alla sua lettera, perchè la ricevè come io le scrissi, stando infermo con una malatia, che lo tenne due mesi nel letto; onde rifanato impedito dalla gran mole de' negozi della Corte, non ebbe tempo, di rispondere ne a lei, ne a tanti altri, che nella sua infermità gli scrissero. Io gli mostrai il di lei libro, e mi disse "lerla ringraziare, col ritenersi il libro per dargli una scorsa; Jeri l'altro poi mi disse, che lo voleva fare legare in somacco prima di restituirmelo, e ciò per paga o usura dell'imprestito, che io stimolo stesso che dire in volgare, che lo voleva per la sua libraria. In tanto mi servirò di quello che lei mi mandò per le correzioni. Se il detto Sig. Secretario le scrive, le raccordo il suggerirgli che preghi S. A. a permetterle cavare qualche correzione delle medaglie Greche del suo Ducale Museo. Qui li Sig. Marchesi Riccardi e Niccolini hanno alcune rare medaglie Greche, ed anco Latine ; onde potrebbe di queste ancora scrivere al Sig. Bassetti, ch'è loro amico e confidente, principalmente del Marchese Riccardi che ha 50. mila scudi d'entrata, ed è il più ricco della Toscana. Le lettere Greche le deve prendere come sono, perchè il farle rigettare con più spalla, le converebbe rifare con spesa grandiſſima le Madri, nelle quali si gettano. Nella pag. 187. in Antonoo le lettere Latine sono uguali, ma non le Greche Ω, Σ, Δ, Θ, ec. che sono minori. Ella però farà come potrà averle nelle stampe Italiane, coll' avvertire prendere le Greche ancora nelle lettere A, B, P, T, ed altre che sono ancora simili nelle Latine majuscole. Veggo che lo Spanemio, v. g., pag. 417. pone il C più piccolo, perchè tale lettera in vece del Σ non hanno le stampe Greche, come già le scrissi; che però prendendo la detta lettera dalle Latine, sempre riuscirà o minore, o maggiore delle Greche. In tanto non s'affatichi fra questi caldi, e mi conservi la sua grazia ed affetto, e le bacio le mani. Non nomini numero certo di medaglie Greche al Sig. Bassetti, ma solo dica di quelle medaglie ch'ella deve confrontare con gli originali, come ha fatto circa le colonie di Spagna. Così averà di più. Firenze 13. Luglio 1683 (Noris 1741, lettre LXXXII, col. 233-234 ; Missere Fontana 2000, p. 179, note 78).