-Lettre du 4 septembre 1691 (de Florence): “Il Sig. Toinard come letterato di gran giudizio, ha scoperto una bella notizia in alcune medaglie d'argento di Nerone, li disegni delle quali da esso stampati ora invio a V. S. Ill. Sono queste medeglie battute in Antiochia, e contengono gli anni dell' Epoca Antiochena, aggiontivi in appresso gli anni dell'Imperio di Nerone. Ivi si vede che tale Epoca principiò A. V. Roma 705 ch'è la sentena da me stabilita. Ivi l'anno d'Antiochia 105. EP. s'unisce col terzo di Nerone A. V. 810. L'anno di Nerone E, quinto, e l'anno (R sur le côté), sesto, concorrono con l'anno d'Antiochia HP. 108. Poichè gli anni dell'Imperio principiavano adi XI. Ottobre, e quelli d'Antiochia Kal. Septembris, o Kal. Octobris, come variano li Scrittori, che però l'anno 108. d'Antiochia principiò A. V. Romae 812. Kal. Septembris, correndo l'anno V. Di Nerone sino alli XI. Ottobre, nel qual spazio fu battuta la moneta segnata EHP Anno Antiochensium CVIII Imperii Neroni, quinto. Mancano al Sig. Toinard gli anni ZΘP, e HIP. Il Patino in Thesauro pone una di Nerone con ZΘP, ma non cita il Museo. Quindi il detto Monsieur Toinard manda a V. S. Ill. l'accluso intaglio col pregarla o vedere se appresso di lei, o altri Antiquari corrispondenti e amici gli potesse riterovare le due medaglie che gli mancano segnate ΘP. Z. e IP. H. Quì nel Museo di S. A. niuna tale medaglia d'argento di Nerone si trova, che abbia l'epoca Antiochena. E' una notizia singolare scoperta dal Toinard dopo letto il mio libro, e che io ora aggiongo nell'appendice. Ella può scrivere a quelli che hanno cura delli Musei del Serenissimo di Parma, e Modona, se a caso vi fossero tali medaglie d'argento Neroniane, che sono della grandezza delle stampate, e si pongono fra medaglioni d'argento. E' mancato poco, che io non sia andato a Roma. La Santità di Nostro Signore Innocenzio XII. mi fece insinuare, se volevo andare a servirlo coll'uffizio di Coadiutore di Monsig. Sagrista reso inabile al servire per la podagra, col promettermi nel Breve la futura successione nell'uffizio, e che intanto mi averebbe ora fatto Prelato e Vescovo titolare con l'assegnazioni per mantenere con decoro il posto, e con le stanze nel palazzo. Io considerando che quì ho 42. scudi al mese da S. A. S. con le spese cibarie franche, che mi fa il Convento, risposi che non potevo vestirmi in Roma da Prelato senza la provisione annua di 1000. scudi, oltre la parte di palazzo. La carrozza che per altro corre a 4 ruote, arrestò il trattato, poichè Sua Santità voleva, che quella di Monsig. Sagrista fosse anco a me comune, nel che e questi, ed io vedessimo gran difficoltà; mentre nello stesso tempo e quello ed io più siate saressimo astretti andare in diversi luoghi. Onde io pretesi 1000. scudi. computando fra essi la spesa della carrozza, che in Roma si calcola di 300 scudi. Pregai però Sua Santità a lasciarmi fra i miei libri, senza impormi carica di Prelatura, ch'era per intorbidare la quiete necessaria alli miei studi. Sua Beatitudine col tacciarmi d'ostinato a non voler servire i Papi, mi lasciò in Firenze. Io ho 60. anni, e con 500 piastre annue di S. A. con 50. scudi di livello, e 24 di vestiario, che sono 574. scudi da frate sto quì da papa, e posso spendere per le stampe de' libri, de'quali l'ultimo de Epochi mi costa sopra 550. scudi per li disegni e intagli di medaglie, per la carta fatta venire da Venezia ec. In Roma li 1000 scudi andavano nel mantenere la servitù e la carrozza, col lavorare al sottile. Così non ho voluto accettare l'impiego, che col titolo d'Ill. mi levava ogni commodo per studiare ec. » (Noris 1741, lettre CXLII, col. 303-304).