Gian Rinaldo Carli - Antonio Cocchi - 1756-10-27

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Gian Rinaldo Carli, Pisa

Gian Rinaldo Carli - Antonio Cocchi - 1756-10-27
FINA IDUnique ID of the page  15701
InstitutionName of Institution. Private
InventoryInventory number. Archivio Baldasseroni, Epistolario Cocchi, 101/4
AuthorAuthor of the document. Gian Rinaldo Carli
RecipientRecipient of the correspondence. Antonio Cocchi
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . October 27, 1756
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Pisa 43° 42' 57.38" N, 10° 24' 6.70" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation.
LiteratureReference to literature. Fileti Mazza - Tomasello 1996, p. 1391
KeywordNumismatic Keywords  Augustus , Fineness , Vespasian , Constantine , Valentinianus , Valens
LanguageLanguage of the correspondence Italian
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

Lettre du 27 octobre 1756 (de Pise): "L'essere stato fuori di Pisa mi ha impedito di ringraziarla distintamente per l'esatta e diligente nota favoritami dei pesi delle medaglie d'Augusto in argento esistenti in codesta imperiale Galleria. A mio particolar debito adunque gliene avviso la ricevuta, e l'assicuro nel medesimo tempo della mia più sincera riconoscenza. Per conto del tempo di dette medaglie, basta ch'ella me ne faccia un sol cenno indicandomi l'iscrizione d'una o due delle più antiche, senza darsi la pena di descrivere le altre. Per conto della lega ella mi dice che imitano le marche toscane, e io credo voglia dire il branescace [sic] che vuol dire alla bontà d'once XI per libbra. Difficile è veramente rilevare la bontà dell'argento col solo tocco; pure, per quanto sia possibile, gratissimo mi sarebbe alle rispettive monete in aggiunta del peso, aggiungervi la bontà apparente, cioè a quante once per libbra, e benchè non può essere se non che di grave suo incomodo il dettaglio minuto di ciascheduna moneta, così, pel mio scopo, basta ch'ella mi favorisca di tre monete per ognuno de' tempi indicatili, voglio dire Vespasiano, Costantino, Valentiniano e Valente, cioè la più pesante la più leggera e la media di peso. Così la più pesante fra quelle che appariscano di lega più bassa. La diversità del peso può, com'ella benissimo riflette, provenire da più cagioni: dalla diversità delle zecche, dalla differenza di leghe, e dall'arbitrio de' monetieri. Nel codice molte leggi abbiamo intorno all'esattezza e definizione del peso delle monete, onde non crederei che gli antichi fossero stati così generosi da sorpassare le minuzie. Finalmente io sospetto che essi ne' pagamenti non numerassero, ma pesassero le monete, onde come ne' nostri zecchini accade, poteva benissimo essere che non si curassero se una moneta fosse meno pesante dell'altra" (Archivio Baldasseroni, Epistolario Cocchi, 101/4; Fileti Mazza - Tomasello 1996, p. 139).

References

  1. ^  Fileti Mazza, Miriam and Bruna Tomasello (1996), Antonio Cocchi primo antiquario della Galleria fiorentina 1738-1758, Modena.