Johann Joachim Winckelmann - Giovanni Ludovico Bianconi - 1758-7-15

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Johann Joachim Winckelmann, Rome

Johann Joachim Winckelmann - Giovanni Ludovico Bianconi - 1758-7-15
FINA IDUnique ID of the page  7106
InstitutionName of Institution.
InventoryInventory number.
AuthorAuthor of the document. Johann Joachim Winckelmann
RecipientRecipient of the correspondence. Giovanni Ludovico Bianconi
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . July 15, 1758
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Rome 41° 53' 35.95" N, 12° 28' 58.55" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Francesco Maria Carafa
LiteratureReference to literature. Winckelmann 17641, Rehm 1952, n° 222, p. 386-72, Callataÿ 2007, p. 594-5953
KeywordNumismatic Keywords  Book , Paleography , Shape Of Letters, Sicily , Gela , Corinth , Greek , Syracuse , Poseidonia , Thurium , Athens , Style , Boeotia , Paionia , Audoleon , Caria , Rhoontopates , Rhodes , Larissa
LanguageLanguage of the correspondence Italian
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre de la mi-juillet 1758 (de Rome) : « I seccatori finiscono sempre con se stesso. Si compiaccia di sentire qualche cosa di mia fattura. Pregno che sono della mia opera non posso far a sono di communicarle un squarcio a propositio del raccommandato studio delle Medaglie Parte I. Cap. I. Sect. I (nb: voir Geschichte, I, 4, 3 = D. TASSEL, 2005, p. 336) intorno allo Stile avanti di Fidia – Se i Greci non molto l’Olimpiade L commenciassero di scrivere Γ in vece di C (v. Reinoldi Hist. Letter. Gr. et Lat. Oxon [questo Libro è rarissimo. Non ne sono stampate che 250 Esempl. e una gran partes’è affogata nel mare. Monsigr. Giacomelli ne tiene l’unico esemplare a Roma ...]). Imperochè una Medaglia di Gela in Sicilia, (ilinome della Città è scritto CΕΛΛΣ) con una biga e la parte davanti d’un Minotauro, è d’un disegno e conio al pari de’secoli migliori. Una Med. di Corinto con una bellissima testa di Pallade è forse piu antica ancora; il Κ essendo scritto J. Si metta in confronto con queste, due altre Med. di Siracusa coniate prima che le Arti florissero a giudicarne dall’Iscrizione. ΣVΡΛJΟΣΙΟΜ. Una Med. de Posidonio o Pesto al Sino di Salerno e d’un conio insigne. Si giudichi della forma dell’carattere: ΓΟΜΕSD (questa Med. veramente unica e nel Museo del Duca di Noja a Napoli). Alcuni (o si può dire tutti) pretendono che nelle opere di rilievo il poco risalto delle figure a guisa delle due opere sopraccennate sia un contrassegno d’Antichità rimota a dello Stilo antichissimo. Ma siccome parecchie Medaglie antichissime sono d’un conio molto rilievo, la testa di Pallade in una Med. d’Atene (ins. ΑΘΕ) e di Turium in Magna Grecia è d’un risalto particolare, aggiunta che il fregio del Partenion d’Atene, e del Tempio di Teseo fabbricato poco dopo la battaglia di Maratone (v. Pausan.) è d’un lavoro molto rilievo, non posso conformarmi al lor parere. E da notarsi che le Med. Gr. con teste in faccia o siene antichissime e del primo Stile, o se incontrano posteriori con tali teste, sono da riputarsi coniate in parti della Grecia, ove le Arti non hanno preso piede, o non si sono raffinate. Di questa sorte sono due Med. di Beotia, una di Peoni con una testa galeata feminile e un cavallo ben coniato nel rovescio col nome ΑΥΔΟΛΕ°ΝΤ°Σ, una di Caria col nome ΘΟΝΤΟΠΑΤΟ. Le Med. Gr. del Secolo migliore anno teste di profilo, toltone quella colla faccia del Sole, come sono quelle di Rodos e di Larissa: il Sole essendo sempre rappresentato in faccia per via del significato » (nb: ΘΟΝΤΟΠΑΤΟ= Rhoontopatès, dernier satrape de Carie avant l’arrivée d’Alexandre) (Rehm I 1952, n° 222, p. 386-7 ; Callataÿ 2007, p. 594-595).

References

  1. ^  Winckelmann, Johann Joachim (1764), Geschichte der Kunst des Alterthums, in der Waltherischen Hof-Buchhandlung, Dresden.
  2. ^  Rehm, Walther (ed.) (1952), Johann Joachim Winckelmann. vol. I : 1742-1759, Berlin.
  3. ^  Callataÿ, François de (2007), "Winckelmann et les monnaies antiques", Revue des Etudes Grecques, 120, juil.-déc., pp. 553-601.