Nicolas-Claude Fabri de Peiresc - Lelio Pasqualini - 1601-12-28

From Fina Wiki


Nicolas-Claude Fabri de Peiresc, Padua

Nicolas-Claude Fabri de Peiresc - Lelio Pasqualini - 1601-12-28
FINA IDUnique ID of the page  11181
InstitutionName of Institution. Aix-en-Provence, Bibliothèque de Méjanes
InventoryInventory number. Ms. 209, f° 43-46
AuthorAuthor of the document. Nicolas-Claude Fabri de Peiresc
RecipientRecipient of the correspondence. Lelio Pasqualini
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . December 28, 1601
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Padua 45° 24' 27.79" N, 11° 52' 24.42" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Sebastiano Erizzo, Gianvincenzo Pinelli, Adolf Occo, Markus Welser, Lorenzo Pignoria, Nicolò Contarini
LiteratureReference to literature. Erizzo 15711, Occo 15792, Carpita - Vaiani 2012, lettre n° IX, p. 53-573
KeywordNumismatic Keywords  Medal , Siscia , Rivers , Antoninus Pius , Roman , Roman Provincial , Syria , Antioch , Alexander Severus , Orontes , Procopius , Tetricus , Tigranes , Argeus , Drawing , Egypt , Aquileia , Contorniates
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia 
Map
Loading map...
You can move or zoom the map to explore other correspondence!
Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre du 28 déc. 1601 (de Padoue) : « [f. 43] Al Sig. re Lelio Pasqualini, Molto Ill.re et m.to R.do monsig.re mio Sig.re, Le lascio a pensare quanta allegrezza mi hà portato la sua gentilissima delli 14 stante, colla quale ho veduto con tanto mio contento la riconvalescenza di V.S. M.to Ill.re se bene le sono restati ancora gli impedimenti delle mani, giovandomi credere ch’ella m’aviserà anco presto di esserne liberata affato (sic), poi che fin adesso già ella si trova risanata del principale. Vengo alli altri particolari della sua lettera. La diligente informatione che mi hà datto (sic) V.S. della sua Medaglia dell’adoratione de’ Magi, non poteva se nò farmi credere che sia veramente batuta in quei tempi che dice lei, et senza le altre raggioni che sono potentissime, mi bastava sapere ch’ella fosse di opinione che non fosse moneta per disingannami di tutto l’errore provenuto della troppo poca informatione havutane, di che benissimo si è accorta V.S.Hò da caro che la Medaglia di Siscia col fiume sia stata di sua soddisfattione: osservai in quel proposito due Medaglie d’Antonino Pio nel sopradetto studio de l’Erizzo con riverso d’una figura di donna in piedi che representa la SYRIA come si vede dall’iscrittione SYRIA, et hà la mezza figorina di quel fiume a piedi suoi, et in una di esse Medaglie si vede che alza un piede e lo appoggia sù la spala di quel fiume, di che si confirma assai la mia oppinione. Vederò molto volentieri il pronto del suo taglio, coll’Antiochia et l’Oriente che l’incorona. Hebbi questi giorni passati in vendita una Medaglia d’Alessandro Severo con quelle tre figure da riverso, ma ella è tanto poco conservata nella parte della testa dell’oriente, che non ci si puole discernere niente, et c’è un fiume solo sotto la figura d’Antiochia, dove in quella del Sig.r Duca di Sora c’è ne sono due, cioè l’Oronte, et forzi Farfaro. Pigliai argomento non dà niuno autore ma solo [f. 44] dal suo taglio quando le dissi che L. VARO usasse per sigillo la testa di Apolline, forzi Daphnese, poi che gli governò in quelle parti d’Antiochia, me veggiamo nella Medaglia, il pronto della quale io le manderò un’altro (sic) spaccio. Ne hò havuto un’altra con lettere ΕΜΙΚΟΥ ΑΔΡΑΤΟΥ ΑΝΤΙΟΧΕΩΝ. Le mando pronti del PROCOPIO, et del TETRICO, nel quale pare che vi si legga più presto COR. TETRICUS CAES.Aspetto con gran devotione et non senza martello l’impronto del taglio che V.S. mi vuole mandare in contracambio del TIGRA[NE] non occorre ch’ella mi rimandi il solfo di Marte e Venere, perché spero in breve di rihavere la pietra istessa, et mandarle un’altro sic pronto che sia meglio venuto. Fin hora non hò potuto havere quei fogli di Done Augusta in quella perfettione di nettezza ch’io vorrei presentarle: ma frà tanto in luogo di essi le mando la copia del discorso che fece già un amico mio di questa Città sopra le Medaglie col Monte ARGAEO ad instanza del Sig.r Gio. Vincenzo Pinelli di b.a m.ria; et per causa che gli dissegni delle Medaglie non sono stati fatti con quella diligenza che bisognava le mando appresso i pronti di tre delle mie col detto Monte, et di quella del Sig.re Pinelli: delle due prime del Contarini credo che V.S. gle (sic) habbia; le altre sono di poco momento, però non gliele mando. Di quella di V.S. non hò potuto farci dissegnare se nò quella di Tiberio, ch’io mi ritrovavo appresso, le altre da quei solfi ch’io mandai al Sig.re Pinelli furono dissegnate a suo luogo in quella prima copia che si mandò in Germania dà stamparsi dietro il libro dell’Occone: ma giunze troppo tardi.Il Sig.r Marco Valsero si è pigliato carico di farla stampare colla prima occasione; quando è poi stato morto (sic) il S.r Pinelli non ho mai potuto rihavere quei gessi dal suo herede. Tal che bisognarà che lei stessa costì le facci dissegniare (sic) dove le vanno, sì come anco quelle ch’ella hà havute di nuovo se c’è qualche diversità dalle prima.Doverei fare qui fine, mà è forza che prima io le racconti un bel caso che mi arrivò questi giorni passati. L’istesso S.re [f. 45] Lorenzo Pignoria che hà fatto l’ARGAEO, con occasione di fare un poco di dicchiaratione Sopra la Tavola Hieroglyfica del Bembo (nella quale fin adesso gli hà trovato tanto, con tutta l’oscurità di quelle figure, ch’egli mi fà stupire) mi dimandò pronti ò dissegni di tutto quello ch’havevo di Hieroglyfico, io subito gli donai 30 ò 40 pronti di tagli ch’havevo con cose Hieroglyfiche sopra; e radunando tutte le mie Medaglie d’Imperatori battute in Egypto per fargliele improntare, ne vidi una picciola tutta fangosa con riverso del Iddio CANOPO, (Dio sà se l’havevo mai guardata da quel giorno in poi che la comprai); la bagnai con un poco di saliva, et così con le dita la nettai del fango: quando voglio leggere l’iscrittione et che veggo ΟΘΟΝΟΣ spicatamente, pensi di gratia V.S. s’io restai stupefato (sic), con opinione per un pezzo che i miei occhi m’ingannassero: In ultima poi bisognò credere. Mà perché io non hò troppo cognitione de l’antico e del moderno, ne mando un pronto a V.S., et se questo non basta, son risoluto di mandarle a mostrare la Medaglia istessa, acciò ch’ella si certifichi meglio. Io per la pocca (sic) cognitione che ne hò, non hò potuto se nò giudicarla antica et sincera mà me ne rimetto però sempre al suo parere. Preggandola quanto sò et posso a volermi favorire de’ pronti ò dissegni delle più notabili cose Egittie ch’ella habbia, se senza sua incommodità la (sic) potrà farlo, da stamparsi nel discorzo che si fà sopra la suddetta Tavola; et in particolare del dissegno d’una figorina di metallo, che mi pare d’haver veduta nel suo studio di Iside, con un uscello, che, con le ale et la coda gli cuopre quasi tutta la testa; perché sendo fatta la figorina con miglior maestria che non è la Tavola, vi si potrà più facilemente venire in cognitione del detto uscello, et determinare se sià il Phoenicoptero, ò altro: però la supplico far usare un poco di diligenza in quella parte, facendo da dissegniare l’uscello solo in diverse prospettive, et perdonimi di gratia di tanta molestia che le do in questo particolare, dal desiderio che hò che si faccino palese alcune di quelle sue cose tanto esquisite, [f. 46] dalle quali si puole cavare tanto frutto per le historie antiche. Questo mese passato fui a Venetia et vidi tutte le Medaglie d’argento che furono del Patriarcha d’Aquileia di buona memoria con alcune di metallo ch’io non havevo veduto; di più tutto lo studio di Medaglie d’oro et d’argento del già Sig.re Francesco Bernardo, che è una cosa infinita; et per cumulo vidi poi quello della felice memoria del Sig.r Sebastiano Erizzo tutto di Medaglie d’Imperatori trà le quali c’è (sic) ne sono tante et latine et greche rarissime curiosissime, ch’io non sò come egli non le habbia fatte stampare nel suo libro in luogo di certe ordinarie che vi sonno. Dub(ito) ch’egli non le doveva sapere leggere ò intendere. In particolare c’era una man di Medaglie CONTORNITE di quelle (che) per corruttione il συφελος? de gli Antiquari hà poi chiamato CROTONIATE, che dottamente ha osservato V.S., battute per la maggior parte, (come si puol vedere dalle Iscrittioni,) a tempi di Valentiniano, Valente, Accadio, Honorio, et Placidio Valentiniano, la meniera delle quali sendo in tutto simile a quella delle altre CONTORNITE, quasi mi fa andare in opinione che tutte le Medaglie Contornite (non parlo di quelle che hanno quel bel cerchio tornito attorno come l’Hadriano di V.S.) siano battute vicono a quei tempi poco manco per ciò per caggione de’ giuochi circensi, ne i quali (oltra che qualche volta si celebravano a posta per memoria d’alcuni Heroi antichi, et che spesse volte sopra i carri facevano andare huomini che rappresentavano la loro persona) ordinariamente si portavano in pompa statue d’alcuni Imperatori passati de’ più segnalati, et di molti altri grand’huomini in arme come in lettere, alle quali, se piacesse a V.S., porrei riferire le teste et nomi di Vespasiano, Trajano, d’Antonino Pio, d’Alessandro Magno, di Homero, di Salustio, d’Apollonio Tianeo, et de gli altri che si trovano in questo genere di Medaglie; et anco che vi si veggono Imperatori cattivi come Nerone et Faustina, non però mancheranno caggioni. Non dico niente delle quadrighe, cavalli, palme, nomi, et imagini di vincitori, circi, caccie, et simili cose, che sonno troppo chiare. Si come ni anco delle figure appartenenti a Cibele, ò ad altre Deità, per honor delle quali si celebravano cotesti giuochi. Insomma io non hò communicato questo mio pensiero a nessun’altro, s’ella me lo approverà, la mi farà pigliare ardire di pensar ad altri. C’è (sic) n’era una con una figura di cavo d’una banda, d’un carretiere in piedi con un flagro d’una mano, una palma de l’altra, et lettere COSMUS; da riverso c’era un Cavallo di cavo pure colla briglia, et una palma taccata alla testa e quest’Iscrittione di sopra IBERI CUSUS. Con che per fine le baccio la mano di tutto il cuore, et me le dedico per sempre. Di Padoa alli 28 Decembre 1601. Devotiss.mo ecc.” (Aix-en-Provence, Bibliothèque municipale, ms 209, f° 43-46; Si tratta di una copia: in calce al f. 43 è scritto “au Reg. 41.1 pag. 254 et 334”. La minuta autografa di Peiresc è infatti alla Bibliothèque Inguimbertine di Carpentras, ms. 1809, cc. 254r-255v e una copia di altra mano è alle cc. 334r-336v; voir Carpita & Vaiani 2012, lettre n° IX, p. 53-57).

References

  1. ^  Erizzo, Sebastiano (1571), Discorso di M. Sebastiano Erizzo sopra le medaglie de gli antichi: con la Dichiaratione delle monete consulari, & delle medaglie de gli imperadori romani : nella quale si contiene una piena & varia cognitione dell'istoria di quei tempi di nuovo in questa terza editione ristampato, Vinegia.
  2. ^  Occo, Adolf (1579). Imperatorum Romanorum numismata a Pompeio Magno ad Heraclium: quibus insuper additae sunt inscriptiones quaedam veteres, arcus triumphales, et alia ad hanc rem necessaria. Antwerp: Christophe Plantin.
  3. ^  Carpita, Veronica - Vaiani, Elena (2012), La correspondance de Nicolas-Claude Fabri de Peiresc avec Lelio Pasqualini (1601-1611) et son neveu Pompeo (1613-1622), Paris.