Lettre du 28 août 1685 (de Bologne): "Son tali e tante le osservazioni che devono farsi per ben distinguere una medaglia legittima da una adulterata, che hanno dato materia a' bell'ingegni di comporre grossi volumi, non di meno io con ogni brevità possibile andrò minutamente ragguagliando V.S. in quel più di rimarcabile che dal giudizio del signor Magnavacca mi sarà posto sotto gli occhi, e se per sorte io riescissi in qualche parte manchevole, pregherò V.S.I. ad aver la bontà d'accennarmelo, acciocché io possa con ogni diligenza sodisfare alla volontà del padrone serenissimo, che tanto cortesemente mi favorisce. La mia maggiore attenzione si impiega per adesso a distinguere il getto dal conio, che per verità quando questo riesce naturalmente pulito, e che poi viene dall'arte aiutato, si richiede per distinguerlo perspicacità d'occhi non ordinaria. Bene è vero che rare volte si dà un getto senza qualche granitura o senza qualche gonfiezza o ripienezza di lettere, o con cerchio puro senza ritoccare, ma pure qualche volta si dà, et io, non è molti giorni fa, ho veduto una medaglia d'un Gordiano Africano, che giudicata in Roma un tempo fa per buona dal celebre Agostini, dette luogo per molto tempo a virtuosi discorsi, e finalmente ogniun rimaneva nella sua opinione, se da un francese, che n'era stato il maestro, non veniva discoperto il pasticcio (che con tal nome appunto vengono chiamati quei getti ridotti dall'arte a tutta perfezione). Or io vo facendo ogni studio per arrivare a questa cognizione, che poi il conio moderno dal conio antico più facilmente potrò distinguerlo allorché averò acquistato un po' di gusto dalla maniera antica, ché finalmente, per quanto si sia potuto far sin'ora, nessuno ha tanto bene imitato l'antico, che non li si riconosca qualcosa di moderno, così ne segue nel gusto che mostrando la maniera del tutto antica, altro non lascia per esser giudicato che le tre prefate osservazioni, e quando queste mancano niun altro potrà distinguerlo, che un gusto sopraffino consumato nel maneggio delle medaglie. Ma perché molte ancora son le medaglie d'argento che tutto giorno sono in vendita e fioritissimi studi se ne vedono per tutta Europa, per questo il signor Magnavacca con saggia avvedutezza ha cominciato, già sono quattro giorni, a mostrarmene qualche numero e va considerando che si puol rimaner gabbato in queste quanto in quelle di metallo, e con più facilità ancora per non trovarsi nell'argento, né ruggine, né patine, né subbollimenti di metallo, osservazioni tutte che trovansi nel metallo, anziché essendo molto più facile a gettarsi l'argento che il metallo, in conseguenza più rare si trovano le granitura e le gonfiezza delle lettere e solo il giro ne puol essere (ma non sempre) sincero giudice. Già parmi d'avere scritto abbanstanza, ma pure voglio pigliarmi la libertà d'aggiungere un'altra finezza di falsatori inventata da un tale che tuttavia vive in Reggio, e poi messa in opera da molti altri; questa fin'ora ha ingannato molti intendenti e molti ne ingannerà anco per l'avvenire: coniano una medaglia con iscrizione da ambo le parti senza teste e senza figure, e se ne vedono alcune delle buone, ma però rarissime, e come che l'imitazione de' caratteri antichi è molto più facile a farsi di quella delle teste, riducono il conio a tutta perfezione, poi pigliando qualche grossa medaglia antica o logora, oppure ordinaria, a forza di ruote vien ridotta al piano, quindi vi imprimono i caratteri coniati, e perché nel pianare la medaglia necessariamente scoprirsi corrosioni, sobbollimenti, e ruggini di metallo, infallibili osservazioni dell'antico, però mettono in gran pensiero chi le ha fra le mani, e che vede perfettissimo giro, massa di ruggine et altri simili effetti d'antichità, essendo poi i caratteri antichi quanto facili a imitarsi, tanto difficili a conoscersi" (Firenze, Archivio di Stato, MP 3951; Fileti Mazza 1996, p. 361-362; Fileti Mazza - Tomasello 1996, p. IX and note 10).