Sebastiano Erizzo - Pier Antonio Tollentini - 1563-4-15

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Sebastiano Erizzo, Venice

Sebastiano Erizzo - Pier Antonio Tollentini - 1563-4-15
FINA IDUnique ID of the page  4795
InstitutionName of Institution. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana
InventoryInventory number. Ms 277, cc. 105v-107v
AuthorAuthor of the document. Sebastiano Erizzo
RecipientRecipient of the correspondence. Pier Antonio Tollentini
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . April 15, 1563 JL
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Venice 45° 26' 13.88" N, 12° 20' 4.52" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation.
LiteratureReference to literature. Missere Fontana 2013a, p. 331, note 20, p. 335, note 65, p. 341, note 1341, Marconato 2018, p. 201-2022
KeywordNumismatic Keywords  Correspondence , Book , Drawing , Sulphur Cast , Roman , Galba , Patina , Casts , Trajan
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia  http://paduaresearch.cab.unipd.it/10511/1/marconato claudia tesi.pdf
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

Lettre du 15 avril 1563 (de Venise): "AL SIGNOR PIER’ANTONIO TOLLENTINI Sono molti giorni ch’io ricevei le lettere di vostra signoria, l’una di VI di Febraro, l’altra di XXI a me gratissime, alle quali ho tardato fin’hora a dare risposta, sì per essere stato tutti questi giorni assai occupato et sì ancora per non haver che scriverle. Alla prima sua di VI di Febraro io non darò altra risposta, per la morte succeduta di quel raro gentil’huomo che vostra signoria mi scrive; all’altra, le dico, che di novo al merito di tanta sua cortesia io le rendo quelle gratie maggiori che per me si possa, continuando pur vostra signoria nel suo proposito di fare stampare le mie lettere, delle quali gliene faccio dono, perché secondo il piacer suo in ciò ella operi quanto //[c. 106r] le parerà. Appresso da capo, io la ringratio di così amorevole ufficio, quale ella meco usa, nel mandarmi quei riversi di medaglie in disegno, et la aviso ancora d’haver ricevuti i primi con lo scatolino delle medaglie et queste medaglie appresso che vostra signoria mi manda al presente. Onde io la torno a pregare, che essa non voglia prender più fatica per me nel mandarmi queste cose, che so ch’io peraventura le sarò di troppo noia cagione. Ma batevami di attendere quelle impronte in solfo, quando le veniranno da quell’amico suo. Quanto all’ordine che vostra signoria mi dà nella sua di quel libro medicinale di Raimondo, io ho posto ogni mio studio per sapere chi sia quel Venitiano, che ha appresso di sé//[c. 106v] l’essemplare di cotal libro, né si trova qui in Vinegia la persona, et meno questo libro, sì che la intende. Io ho veduta la medaglia del Galba, di cui essa mi manda il disegno, col riverso della vittoria. Onde le dico, di haverne io una di bella grandezza, con la vernice verde, molto conservata, col medesimo riverso della vittoria, che nella destra tiene una corona civica et nella sinistra porta una vittoriosa palma sopra le spalle, col s. c. della quale se vostra signoria mi ricchiederà, io le manderò l’impronta in solfo. Di quelle altre medaglie di Traiano in rame, di cui ella mi manda i disegni, io ho le proprie di metallo antichissime et conservatissime, et spetialmente quella col riverso della clava Erculea con la pelle leonina, che s’appoggia //[c. 107r] sopra quella base, in tanta eccellenza et nettezza, che è mirabile a vederla, non di meno con tutto ciò i detti disegni mi sono stati carissimi. Ho ultimamente questa quadragesima acquistati dui bellissimi medaglioni di Marco Commodo di bel rilevo et con vari riversi et un altro medaglione con due teste da un lato, di Marco Aurelio Antonino, et di Marco Commodo giovinetto et dall’altro lato un Marte Gradivo, che porta sopra un gran tronco un trofeo in spalla et altre. Le quali medaglie insieme con tutte quelle di metallo ch’io tengo appresso di me, vorrei che a vostra signoria un giorno venisse commodo di vedere, che so ella vederia peraventura cose che le piacerebbono. Né altro per questa, salvo che io starò attendendo quelle// [c. 107v] impronte de’ riversi delle medaglie di quell’amico suo et a lei per sempre mi offero et raccomando. Di Vinegia, li XV di aprile MDLXIII." (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 105v-107v; Missere Fontana 2013a, p. 331, note 20, p. 335, note 65, p. 341, note 134; Marconato 2018, p. 201-202).

References

  1. ^  Missere Fontana, F. (2013), "Sebastiano Erizzo tra collezione, epistolario e riscrittura", Numismatica e Antichità Classiche, 42, pp. 329-355.
  2. ^  Marconato, Claudia (2018), Edizione critica dell'epistolario di Sebastiano Erizzo, letterato veneziano del secondo Cinquecento, Unpublished PhD, Padua-Liège.