Lettre du 12 mars 1566 (de Venise): "AL SIGNOR PIER ANTONIO TOLLENTINI Io ricevei già tre giorni le cortesissime lettere di vostra signoria scritte di XXI del mese passato, insieme con cinque forme di medaglie, delle quali io ringratio la signoria vostra. Onde non accadeva che ella si prendesse fastidio in mandarmi questi getti di medaglie, perciò che non mi fan bisogno altrimenti, l’una delle quali è di Lucio Vero con tre figure dal riverso, l’altra è di Aurelio, ha per riverso due figure con un rostro di nave. La terza è di Marco Aurelio Antonino, ha per riverso la figura d’una vittoria sedente sopra certe spoglie, con un trofeo dinanza. Le quali medaglie tutte e tre sono state formate dalle sue//[c. 126v] originali di conio, di Giovanni dal Cavino paduano et non dall’antico. Però il gentilhuomo che le ha, esso le ha moderne et non antiche, sicome le ho ancora io. Le due medaglie di Massimo poi sono cavate dall’antico et io ne ho una antichissima con tal riverso. Quanto al mio viaggio di Roma, di che vostra signoria mi scrive, io non so il mese, né il giorno, né l’hora, quando io farò tal viaggio; al mio ritorno da Roma, passerò per quella città et visiterò in tale occasione vostra signoria. Qui veramente non compare antichità di medaglie, né d’altro, né ancora antiquario alcuno che le porti, sì che non si può fare alcuno acquisto di esse. Ben è vero che già otto giorni io acquistai da un certo antiquario forestiero, che veniva da Roma, una bellissima medaglia di Marco Commodo greca. La quale ha per riverso la figura ignuda di Ganimede Fri=// [c. 127r] =gio con un capello in testa al costume di quella natione; la qual figura è sedente et tiene nella mano destra una coppa, con cui porge da bevere ad un’aquila, che sta a lato ad un’arbore; la qual aquila è Giove, per haver finto i poeti. Che Ganimede Frigio sia stato coppiere di Giove, sotto la qual figura si leggono lettere tali greche: «ΙΛΙΕΩΝ», cioè «Iliensium», i quali popoli iliesi batterono presente medaglia ad onore di questo prencipe, signata nel riverso di questa loro impresa, cioè di Ganimede Frigio, che dà da bevere a Giove, in forma d’aquila. Et quel capello che tiene la detta figura in testa è capello Frigio, sicome io ne ho riscontro da una antica figura di metallo di un giovane Frigio, il quale tiene medesimamente un capello in testa di questa forma. Et nella medaglia ancora di Adriano Imperadore vedesi la restitutione della Frigia, cioè la figura dell’imperadore in piedi, dinanzi//[c. 127v] a cui sta la provincia ingenocchiata della Frigia, con questo medesimo capello in testa, et con questa iscrittione intorno: «RESTITUTORI PHRYGIAE». Io ho ancora veduta un’altra bella medaglia sono forse dui anni, nelle mani di messer Giovanni Sambuco Ongaro, la quale era di un Commodo alla greca di gran rilevo: haveva per riverso una quadriga de’ cavalli, guidata da una figura armata di elmo et di corazza, la quale stava sopra un carro, intorno a cui si leggevano queste lettere greche: «ΕΚΤΩΡ ΙΛΙΕΩΝ» cioè «Hector Iliensium». Dal qual riverso noi vediamo che in tal medaglia ancora gli Iliesi hebbero per impresa il loro valoroso Ettore trionfante. Donde si vede che questi popoli Iliesi signarono queste due medaglie con due varie imprese, l’una di Ganimede Frigio et l’altra di Ettore Troiano. Et questo è quanto, ch’io posso dir a vostra signoria intorno a nuovi// [c. 128r] acquisti di medaglie. Quanto al principiare lo stampar del mio libro, io spero certissimo che fatte le feste di Pasqua si darà principio alla stampa. Et perché le teste dei Cesari sono quasi finite d’intagliare, mando a vostra signoria la prova di due di esse, perché essa veda la riuscita, cioè di Pupieno et di Marco Aurelio Antonino, le quali, havendo io le proprie medaglie antiche conservate di questi dui Cesari, a me paiono similissime. Onde io attendo di haverne sopra di esse il parer suo. Né havendo altro che scrivere a vostra signoria, per sempre le mi offero et raccomando. Di Vinegia, li XII di marzo MDLXVI" (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 126r-128r; Missere Fontana 2013a, p. 332, note 26, p. 341, note 132, p. 342, notes 143-144; Marconato 2018, p. 228-229).