Lettre du 14 mars 1567 (de Venise): "AL SIGNOR PIER ANTONIO TOLLENTINI Doppo ch’io scrissi una mia a vostra signoria li IIII di febraro passato, io, subito che quella le inviai, ricevei una sua di XIIII del detto mese et hora ultimamente mi è stata portata un’altra da un Cremonese, di VII del presente,// [c. 146r] insieme con uno libretto latino spirituale stampato; delle quali lettere, et del libro io le rendo, come debbo, infinite gratie. Onde alla ultima sua, con questa mia breve, darò risposta, indricciandola a vostra signoria per quel medesimo Cremonese, che mi rese questa. Et prima le dico di non haver fatto più altro acquisto di novo di altre medaglie, oltre quelle ch’io le scrissi, perché qua veramente non vengono portate cose di antichità di sorte alcuna già certi anni, se non di rado. Se il suo commesso mi verrà a trovare per adoperarmi in cosa ch’io vaglia per lei, in materia dei suoi libri perduti, non mancherò del mio debito, secondo ch’io le promisi. Il mio libro delle medaglie fin’hora non s’è incominciato a stamparsi, per cagione di certo impedimento ch’io ho havuto, ma ben spero che tosto si stamperà.// [c. 146v] Io desidero sommamente che non si scordi di fare quell’ufficio con messer Vincenzo stampatore intorno allo stampare quelle mie lettere famigliari et me ne dia risposta. Ma io non voglio mescolarvi in cotal volume lettere d’altri, perché le mie saranno ben tante, che daranno forma ad un libretto. Perché vi saranno lettere famigliari scritte a diversi gentilhuomini amici miei pocco meno di cento et alquante di esse di belle et gravi materie. Vi sarà appresso una lunga lettera, scritta ad un gentilhuomo vinitiano amico mio, in difesa della poesia, dentro alla quale sono molti gravi// [c. 147r] concetti intorno a tal materia et reconditi et filosofici sentimenti. Sonovi poi forse quaranta lettere amorose, della qualità ch’io scrissi a vostra signoria. Et se, oltre a queste lettere, lo stampatore nel fine del libro vorrà aggiugnere alcuna altra cosa, so appresso gli manderò un mio discorso, fatto già molti anni in una nostra academia venetiana, sopra tutte le cose che possono cadere sotto la dottrina et del più perfetto et vero modo d’insegnare, dove si tratta dell’ordine di tutte le scientie et del modo over metodo dell’insegnarle. Il qual discorso è breve et molto utile et penso nel fine del volume si potrà benissimo accomodare. Et potrebbe essere che dire a questo discorso io ancora vi aggiungessi alcun’altra cosa. Ora quanto al dedicare il libro, io son molto contento che messer Vincenzo stampatore faccia la dedicatione, pur ch’ella s’indricci a persona onorata, che dia qualche splendore al libro. Altro per questa non le dirò, fuor che per sempre a vostra signoria// [c. 147v] mi raccomando et profero, attendendo da lei la risposta. Di Vinegia, li XIIII di marzo MDLXVII" (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 145v-147v; Missere Fontana 2013a, p. 332, note 26, p. 342, note 132, 147; Marconato 2018, p. 247-248).