Lettre du 17 décembre 1569 (de Venise): "[a Pirro Ligorio] La lettera di vostra signoria di 8 del mese presente, honorando signor mio, mi è stata sopra modo carissima, da me questi giorni ricevuta, sì per havere da quella inteso della sua salute, come ancora per gli dotti e belli discorsi letti in essa, intorno alle dichiarationi delle due medaglie mandatele. Ciò è del Nerone con le figure delle due donne, insieme con quella dell’imperador per rovescio, al quale da dette donne, ch’io stimo certo essere due Muse, viene presentata una corona. La espositione della qual medaglia molto mi è piacciuta. Ancora mi ha molto sodisfatto quell’altra della medaglia del Severo greca, che ha quello edificio per rovescio, con le due figure dentro di quello, che prendono gli augurii da quegli uccelli; e penso certo, che cosi s’habbiano a leggere quelle greche lettere frammentate, e rose dall’antichità. L’altre due figure fuori dell’edificio, stimo ancor io che sieno, l’una di alcun capitano over principe, e l’altra di Pallade. Là onde ringratio molto vostra signoria di sì dotte e giudiciose dichiarationi sopra quelle. Hora per questa la prego a volermi dire la opinion sua intorno una iscrittione di una moneta in argento, battuta sotto il consolato di Gneo Pompeio Magno l’anno della città DCXXCIII. Questa moneta ha da una parte la testa di Roma armata, con tale iscrittione di lettere intorno «M. POBLICI LEG. PROPR.», ha per rovescio la figura armata di Gneo Pompeio, che con la destra mano riceve una palma dalla figura di una provincia, che gli sta dirimpetto, la quale tiene nell’altra mano dui dardi; et stimo che sia la Spagna; la figura di Pompeio pone il destro piede sopra un// [c. 167v] rostro di nave, sotto le quali figure leggonsi queste lettere «CH. MAGNUS IMP.». Quello ch’io desidero sapere è la lettione delle lettere intorno alla Roma et chi fosse questo «M. Poblicio». Le quali lettere abbreviate «PROPR.» io ho parimente vedute in molte altre monete in argento; battute così ne’ tempi della Repubblica Romana, come ancora ne’ tempi de’ Cesari. Et ancora queste altre così abbreviate «LEG. PRO. COS.». Et vorrei appresso che vostra signoria mi spiegasse il parer suo, ond’è che in molte di tali monete in argento noi vediamo le due lettere ordinarie «S.C.» che in molte medaglie in rame degli imperadori si leggono, e nella maggior parte poi di esse d’argento non le vediamo; parlando però non pur delle medaglie d’imperadori in argento, come ancora delle monete consulari battute innanzi l’imperio, ciò è negli anni della Repubblica. Il qual dubbio, perché in alcune le due lettere si veggano et in alcune altre no, mi ha sempre tenuto sospeso. Onde havrei carissimo di esserne risoluto. Però con la prima attenderò che vostra signoria me ne scriva qualche cosa, alla qual per sempre mi raccomando, e profero. Di Vinegia, li XVII di decembre 1569" (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 167r-v; Melchiorri 1825, p. 21-23; Missere Fontana 2013a, p. 339, note 115; Marconato 2018, p. 288-289).