Lettre du 10 septembre 1569 (de Venise): "A MESSER PIRRO LIGORIO Io certo vorrei, signor Pirro, haver parole che agguagliassero lo affetto dell’animo mio per vivamente poter esprimere la consolatione che ricevo dalle dotte e belle lettere di vostra signoria, anzi per pareggiare con la penna i meriti suoi. Carissime mi sono state le lettere sue di VI del presente et sopra modo grate le risolutioni intorno quei dubbii ch’io le proposi, i quali non vorrei a modo alcuno ch’ella pensasse da me essere scritti ad altro fine che per imparare, perché in ciò mi farebbe gravissimo torto. La solutione della «Fortuna Sicura» con l’iscrittione «REGINA» mi piace sommamente; tanto più con l’autorità dell’antica medaglia di Traiano, che ci rende la cosa indubitata e ferma. Il simulacro di questa dea Fortuna vedesi ancora in altre medaglie di Nerone e di Traiano. Laudo ancora il bel discorso intorno alle medaglie di Crotone con li belli riversi, che si trovano in dette medaglie. Onde ap=// [c. 164v]=unto questi giorni, doppo ch’io scrissi a vostra signoria, ho fatto acquisto di un bellissimo medaglione di Traiano, con tutto il petto, c’ha per rovescio una nave con alcune figure armate, che combattono con sirene et altri monstri marini. Però mi sarebbe caro d’intendere appieno la dichiaratione di cotal riverso in Traiano; et chi potesse haver battuta tale medaglia; et quello hanno che fare navi, armati, sirene e monstri marini in essa, a questo principe. Et vorrei parimente intendere se le medaglie da lei commemorate, battute ai desultori, over quadrigarii, fossero battute per memoria dalle vittorie da quelli havute nei giuochi, o nelle feste olimpiche, per haverne i di cotali medaglie alquante belle, e molto rare, delle quali alcune hanno dall’un de’ lati le teste di varii imperadori, come poi io ne darò notitia a vostra signoria per confermare per veri li suoi dotti e giudiciosi discorsi. I’ sono parimente conforme in opinione con lei, quanto alla lettione di quelle lettere abbreviate nella medaglia del Calicula dalle tre sorelle, per riverso «MVN.ERG.» ciò è «Municipio Ergavicense». La qual lettione mi è stata carissima d’intendere. Hora, accioché non passi lettera senza qualche occasione d’imparare, vorrei sapere, in una mia medaglia di Nerone, c’ha per rovescio un pesce, un folpo, siepa, et un gambaro marino, overo Astice, che già vostra signoria vidde et comendò per bella nel mio studio, che potesse essere l’autore, o qual città la battesse a questo principe; et che significhino quei segni de pesci, senza scrittione d’intorno, la quale ha maniera greca, o Crotoniata. Di tutte queste cose io con disiderio attendo sua cortese risposta; restando con infinito obligo a vostra signoria della fatica, che in ciò prende, per amor mio, alla qual mi raccomando et offero. Di Vinegia, li X di settembre 1569. Doppo scritto, io ho veduto un bel medaglione di gran rilevo venuto da Roma, c’ha da una parte la testa di Roma armata, con iscrittione sotto «ROMA», dall’altra un’altra testa con l’elmo, con un//[c. 165r] poco di lanugine al volto, che giudico essere di un Marte, con tali note puntate sotto: «M. M.». Prego vostra signoria a dirmi quello che è; a me non pare certo che sia peso e tanto più per essere di eccellente maestro" (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 164r-165r; Melchiorri 1825, p. 13-15; Missere Fontana 2013a, p. 337, note 101, p. 338, 105-106, 109, p. 347, note 187; Marconato 2018, p. 280-281).