Sebastiano Erizzo - Prospero Visconti - 1583-4-15

From Fina Wiki


Sebastiano Erizzo, Venice

Sebastiano Erizzo - Prospero Visconti - 1583-4-15
FINA IDUnique ID of the page  4820
InstitutionName of Institution. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana
InventoryInventory number. Ms 277, cc. 187r-188r
AuthorAuthor of the document. Sebastiano Erizzo
RecipientRecipient of the correspondence. Prospero Visconti
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . April 15, 1583
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Venice 45° 26' 13.88" N, 12° 20' 4.52" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Onofrio Panvinio
LiteratureReference to literature. Panvinio 1558c1, Erizzo 15712, Missere Fontana 2013a, p. 334, notes 54, 583, Marconato 2018, p. 328-3304
KeywordNumismatic Keywords  Annotated Book , Roman , Twelve Caesars , Book , Numismatics , Casts , Sulphur Cast , Lead Cast , Manius Acilius , Mint , Roman Republican
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia  http://paduaresearch.cab.unipd.it/10511/1/marconato claudia tesi.pdf
Map
Loading map...
You can move or zoom the map to explore other correspondence!
Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

Lettre du 15 avril 1583 (de Venise): "AL SIGNOR PROSPERO VISCONTE, A MILANO Molto illustre signor, io ricevei il giorno di Pasqua le cortesissime lettere di vostra signoria scritte il primo del mese presente, che mi furono rese da uno de’ nostri secretarii nell’uscire della chiesa di S. Marco, nell’hora ch’io accompagnava il Serenissimo Principe a casa; le quali, ritornato a casa, apersi et ritrovai che con dette lettere erano accompagnate il rimanente delle sue annotationi sopra il libro mio delle medaglie: cosa che mi riuscì carissima sopra ogni altra, havendo per la serie dei Cesari sopra quasi tutti li riversi copiose et dottissime annotationi et allegationi di molti scrittori, delle quali io mi servirò in gran parte, mercé della sua humanità, che così cortesemente mi fa godere di esse. Le quali tutte riusciranno a pro et beneficio del mondo. Io volentieri accetto l’incordo prudente di vostra signoria di ampliare nell’ultima editione del mio libro quelle cose occorrenti all’istoria, le quali si trovano nelle medaglie, il che nell’aggiunta da me fatta al detto libro ho fatto, et farò di bene in meglio in molte materie, et cose degne di essere intese. Ma non voglio replicare altro intorno le risposte dei dubbii che hora vostra signoria mi scrive, come che io haverei da dir molto, perché a me pare soverchio di contendere sopra cose tali nelle cui dichiarationi l’huomo può seco portare quale opinione gli pare: ché questi non sono già articoli di fede, nei quali una sola è la verità. Ma per il corso delle istorie et per il verisimile, può ciascuno andar discorrendo et argomentando, come et quanto gli piace. Ben dirò che sì come ho fatto nel mio libro, così di nuovo aggiugnerò in qualche espositione due openioni, perché il lettore si possa poi accostare a quella che più gli parerà. Oltre di ciò gli dico che nell’ultima editione del sudetto mio libro io intendo dimostrare il methodo, overo via della dichiaratione delle medaglie antiche, ciò è per quanti sentimenti et a quanti modi, procedendo per il verisimile, si possa dichiarare una medaglia //[c. 187v] perché sempre noi ne’ riversi non habbiamo a spiegare soggetto d’istoria nelle medaglie, ma dobbiamo investigarne sopra altri sensi differenti dalle istorie; il che non vedo per coloro che ne hanno scritto sopra sia stato inteso, o mostrato alcun lume in tal proposito. La qual cosa io non presumerò di haverla trovata da me, ma la ho appresa dai libri et dalla cognitione di alcuni huomini eccellenti de’ nostri tempi. Et perché io vedo che vostra signoria mi fa instantia ch’io le mandi la nota di quelle medaglie, di cui io ricerco le impronte, le invio la allegata nota particolarmente, così di quelle di rame come di argento, accioché ella per sua cortesia faccia fare li gietti in solfo et non in piombo, sì perché vengano meglio et con più netta impression, come anco perché sono più portatili, li quali ella potrà far mettere in una scatula con la bambagia, acciò non si rompano; et sarà bene inviarla a messer Aldo Manutio amico mio, insieme con la sua lettera, al quale io parlerò che riceva questo trasmesso a nome mio. Et questo è quanto io ho da dirle per questa mia, rendendole infinite gratie del troppo impaccio, ch’ella si prende in darmi sodisfattione di quanto le ricerco, cagionato dalla gran cortesia di vostra signoria nell’offerirmi quello che a lei ritorna in fatica e disturbo. Ma per rispondere una parola alla pagina 185 di quel Manio Acilio nominato nel mio libro, che vostra signoria replica, che fosse in quei tempi triumviro della sanità, le dico, che quando bene colui fosse stato proveditore in Roma della salute, questo magistrato non havea carico, né poteva havere nella città di battere monete, ma soli li triumviri monetali lo havevano. Onde, havendo battuta questo Acilio quella moneta in tempo della republica, saria nuova cosa il dire et ripugnante, che l’havesse battuta come triumviro della salute et non come signor della cecha. Della maniera che sarebbe in Venetia, se le monete che si battono in cecha, con le note delli signori della cecha, signate con let=//[c. 188r]=tere appuntate, andassero li nostri proveditori alla sanità a batterle essi, non ne potendo havere auttorità alcuna. Però la suddetta opinione che Manio Acilio, come triumviro della salute, battesse moneta publica, ripugna al senso. Ma può bene stare, che quando fu battuta da costui la moneta, come triumviro monetale la battesse, nonostante che ad altri tempi egli havesse ottenuto il magistrato sopra la sanità. Sì come ancora noi habbiamo nel progresso de’ tempi molti carichi et magistrati publici, differenti l’uno dall’altro. Et questo è molto chiaro, che le monete in tempo della republica et le medaglie nei tempi degli imperatori, altri non havevano il carico del batterle, che li triumviri monetali, come scrive Onufrio Panvinio nel suo libro intitulato Civitas Romana,vi con queste parole: «III Viri monetalis «A. A. A. F. F.» ciò è «Aeris Auri Argenti Flati Feriundi», dove egli allega Cicerone al libro VI delle Epistole famigliari Pomponius. Et sì bene egli al medesimo luogo a c. 186 dice «III Viri Valetudinis», non bisogna confondere l’un magistrato con l’altro. perché questi monetali havevano spetial cura di procurare che le monete fossero di fin oro, et di buon argento, per quanto si ritrova scritto. Et si bene Onufrio poi a carta 601 interpreta quelle lettere «M. Acilius III. Vir Valetudinis tuende», non però egli afferma che, perché costui havesse altre volte havuto il magistrato della sanità, per questo egli battesse allora quella moneta, se non come signor di cecha, come magistrato a ciò deputato, perché questo saria contrario alla istoria dei magistrati descritti da altri auttori. Et del magistrato di Acilio soggiugne Onufrio: «Hi nostra aetate pestis causa creari solent, atque domini sanitatis vocantur. Et c. ».Et questo è quanto io voglio haver detto a tal proposito a vostra signoria, alla qual per sempre mi raccomando et offero. Di Vinegia, li XV d’aprile 1583. Potrebbe ancora essere stata battuta la sudetta moneta sotto il Consolato di questo Manio Acilio, che fu consolo in Roma, insieme con Caio Pisone, l’anno 687, sì come altre monete si batterono sotto varii consulati" (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 187r-188r; Missere Fontana 2013, p. 334, notes 54, 58; Marconato 2018, p. 328-330).

References

  1. ^  Panvinio, Onofrio (1558), Reipublicae Romanae Commentariorum libri tres, ex officina Erasmiana apud Vincentium Valgrisium, Venezia.
  2. ^  Erizzo, Sebastiano (1571), Discorso di M. Sebastiano Erizzo sopra le medaglie de gli antichi: con la Dichiaratione delle monete consulari, & delle medaglie de gli imperadori romani : nella quale si contiene una piena & varia cognitione dell'istoria di quei tempi di nuovo in questa terza editione ristampato, Vinegia.
  3. ^  Missere Fontana, F. (2013), "Sebastiano Erizzo tra collezione, epistolario e riscrittura", Numismatica e Antichità Classiche, 42, pp. 329-355.
  4. ^  Marconato, Claudia (2018), Edizione critica dell'epistolario di Sebastiano Erizzo, letterato veneziano del secondo Cinquecento, Unpublished PhD, Padua-Liège.