Lettre du 17 octobre 1557 (de Venise): "Magnifico signor Rinaldo mio carissimo. Da ogni parte mi sono rese le molte et cortesi salutationi di vostra signoria nelle lettere scritte al nostro Ruscelli et a messer Antonio miniatore, alle quali, benché io habbia più fiate corrisposto in parole, nondimeno non mi è paruto sodisfare a me stesso, s’io non usava questo ufficio di salutarla con questa mia in iscambio della sua cortesia, nel tenere di me memoria. Il signor Ruscelli et il nostro miniatore mi hanno dato aviso vostra signoria esser sana et così con questa ella intenderà il simile esser di me per la Iddio gratia. Et perché messer Antonio heri mi ha detto che vostra signoria si trova nel Vasto et che peraventura et facil=//[c. 63v]=mente potrebbe avenire che in quelle parti ci venissero occasioni di havere qualche bella medaglia antica, io, dal desiderio che ho di havere cose simili, sono trascorso in questa presuntione per l’amistà ch’è tra noi et sospinto dalla sua cortese natura di pregarla che venendole alle mani qualche bella medaglia in rame, che sia antica, grande et netta, di mandarla qua al nostro messer Antonio miniatore, con una letterina a me indirizzata, che mi dia l’aviso del prezzo di essa medaglia perché in tal caso io responderei il danaro al miniatore, il qual lo manderia a vostra signoria; et se le dette medaglie fossero con belli et esquisiti riversi, mi sarebbono vie più care, che le communi. Di tali antichità dilettandomi, io assai, non potria ricevere servigio alcuno che// [c. 64r] mi venisse più caro di questo, del quale a vostra signoria haverei obligo non picciolo. Li giorni passati è venuto voglia al signor Ruscelli nostro di mandare in luce una fatica mia, la qual è il dialogo di Platone, intitolato il Timeo, overo della natura del mondo, da me di lingua greca tradotto in italiana, con alcune mie annotationi aggiunte. Il che ho voluto far sapere a vostra signoria, perché quella,
amandomi come fa, desiderando di vedere il detto libro, mi possa comandare che gliene mandi uno, non per portarle con questa traduttione mia giovamento alcuno, perciò che io so che ella si bee dal vivo et natio fonte le cose della filosofia, ma solo per aggradire alla consueta amorevolezza degli amici. Non dirò altro in// [c. 64v] questa, salvo che baciandole le mani, mi offero per sempre ad ogni suo servigio prestissimo" (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 63r-64v; Franzoni 1992-1993, Missere Fontana 2013a, p. 335, notes 69, 71; Marconato 2018, p. 152-153).