Lettre du 22 janvier 1570 (de Venise): "A Stefano Magno Questi giorni passati io incontrai per strada vostra magnificenza et ella così all’improviso mi disse che in leggendo il libro mio delle medaglie aveva ritrovati in quello alcuni errori. Onde io essendo uomo come gl’altri non giudicai esser cosa impossibile ch’io facessi errori. Nondimeno restingendomi a que’ passi dov’essa mi disse esservi errori ho pensato con questa mia risponderle. Et prima vostra magnificenza dice che nella medaglia di Antonino Pio ch’ha per rovescio l’elefante con iscrizione MVNIFICENTIA AVG. COS. IIII S. C. io scrivessi detta medaglia essere stata battuta in tempo ch’esso Antonino celebrò i giuochi secolari: la qual cosa non ho scritto, per ciò che io so ancora che Antonino Pio sotto il suo imperio non fece i giuochi secolari ma bensì dissi che quella fu battuta per onorare la magnificenza di Antonino nel rappresentare questi spettacoli al popolo di tali animali. Dei quali spettacoli Giulio Capitolino nella sua vita scrive così Ad indulgentias pronissimus fuit. Edita munera in quibus Elephantos et crocutas et tigri=//[c. 174r]des et rhinoceratos et crocodilos etiam atque Hippopotamos et animalia ex toto orbe terrarum cum tigridibus exibuit centum etiam leones una missione exibuit. Il quale istorico scrive che Antonino Pio fu molto pronto et inclinato a dar piaceri et a gratificare il popolo romano col fare diverse feste et col appresentare varii spettacoli in publico mostrando molti animali fra quali sono da lui nominati elefanti, tigri, rinoceronti, cocodrili, ippopotomi et gran quantità di leoni et altri strani animali fatti venire a Roma da tutte le parti del mondo con che egli simostrò all’universale gran munifecenza et onorevolezza. Et questi giochi et mostre solevano fare gl’Imperatori in diversi tempi rappresentando questi spettacoli al popolo per intenderlo con allegrezza publica, i quali giochi et feste chiamavano Circensi; perché si facevano caccie, spettacoli di gladiatori, la naumachia, ovvero il combattimento navale, si correva colle bighe e le quadrighe nel Circo, il quale era a ciò destinato, donde tali giochi trassero il nome. Vedevasi eziandio il corso de’ cavalli co’ loro cavalieri e specialmente mostravasi al popolo una gran quantità di fiere e di feroci animali et vedevansi eziandio combattere gli uomini con tali fiere; di che non ne abbiamo il riscontro nelle antiche medaglie, ne’ cui rovesci si scorgono figure che combattono con leoni, orsi et altri animali feroci. Sì che, signor mio, l’elefante in tale medaglia di Antonino ci dimostra quanto di sopra ho detto, cioè la memoria di tali spettacoli. È ben vero che non solamente ne’ giochi circensi, ma ancora nei secolari troviamo gl’imperatori aver rappresentato spettacoli di animali, come in Filippo l’elefante con il suo governatore sopra, l’ippopotamo, il leone et un altro animale strano che non si sa qual sia, con l’iscrizione: SAECULARES AVGG., ed anche con altra; et ancora in Marzia Otacilla sua moglie. Et non pur nelle medaglie dei suddetti imperatori, ma in Domiziano parimenti nella medaglia, in cui vedesi un rinoceronte, da lui mostrato in tali giuochi secolari, overo circ=//[c. 174v]ensi, come scrive Svetonio nella soa vita; dicendo che né i solenni giorni de gli spettacoli publici, quando fossero stati condotti a Roma strani animali non più veduti, egli li faceva mostrare in pubblico; fra i quali il sudetto istorico nomina il rinoceronte, la tigre, et un serpente di cinquanta cubiti, che veniva ad essere di braccia 25 di lunghezza. Sì che quanto io ho scritto, ho scritto col testimonio dell’istorie, e non di mio cervello, overo inventione; né ho errato altrimenti. a quello poi, che vostra magnificenza mi addimandò della medaglia di Severo, in rame, nella quale dall’uno e l’altro lato si leggono queste lettere: «SEVERUS PIVS AVG.TR.POT.XII.COS III.LVD.SAEC.FEC.». Io non ho scritto di haverla altrimenti veduta, ma Onufrio Pannino nel suo libro stampato De Ludis Saecularibus, cita la sudetta medaglia in rame; la quale se egli non havesse veduta, non citerebbe. Ma di quella poi dello stesso Severo, c’ha per rovescio cinque figure, che fanno il sacrificio ne’ giuochi secolari, con l’altra figura giacente del fiume Tevere, et con la iscrittione SAECVLARIA SACRA. gli occhi miei proprii ne possono rendere testimonianza, havendola io veduta antica fra le medaglie del signor don Cesare Gonzaga. Et questo è quanto ho da rispondere alle obiettioni della magnificenza vostra alla quale mi raccomando per sempre. Di casa, li XXII di genaro 1570" (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 173v-174v; Melchiorri 1825, p. 38-40; Missere Fontana 2013a, p. 332, notes 35, 37-38; Marconato 2018, p. 301-302).