| |Grand document=Lettre du 17 juin 1573 (de Vienne): "[...] Sonno di già molti anni ch'io cominciai una serie di imperatori cominciando da Caio Julio Caesare e finisce nella maestà del mio padrone. E' questa serie: a cadauno imperatore vi è la sua moglie, figliuoli e parenti, cioè a tutti una medaglia con il suo roverso, dessignati grandi su foli reali a questo modo: una testa su una pagina et il roverso su l'altra. Et a cadauna medaglia vi è avanti il suo ellogio scritto in un sasso antico con lettere maiuscule e perché non si trovano tutte le medaglie di tutti li parenti di uno imperatore, non di meno ve ho scritto il suo ellogio, acciò che la istoria camini di longo e non resti mutile. Il simile anche fo delle medaglie, di essi imperatori, che sonno state battute nella Grezia e anche queste hanno li suoi ellogii greci scritti similmente e nel medemo modo et ordine delle lattine. Ora Vostra Signoria sappia che dopo ch'io son vivo non ho mai fatto altro che accumular medaglie e coppie di esse e la mia serie è tanto coppiosa tanto imaginar si possa, e sempre ho pigliato medaglioni li più belli e li più rari e quelli che portano la istoria con essi, che io abbia fra di esse. In Costantinopoli, da Pavolo mio figliolo, me ho fatto portare tutti gli imperatori orientali, o in medaglie o in pittura, che ha pottuti trovare et in spazio di 3 anni, che vi è stato, ne ha fatto buona diligenza. Poi da Carolo Magno in giù, sappia Vostra Signoria, che la medema diligenza io instesso ho fatta e forse più che esso non ha fatto a Costantinopoli e parte in monete e parte da privilegii, simili a questi ch'io mando, me ne truovo bonissima parte et ogni giorno ne vado mettendo insieme; si che Vostra Signoria potrà dar questo raguaglio a Sua Altezza (Cosimo I, ndr) [...]" (Firenze, Archivio di Stato, Carteggio d'Artisti I, cc. 126-27; Barocchi - Gaeta Bertelà 1993, p. 50, num. 48). | | |Grand document=Lettre du 17 juin 1573 (de Vienne): "[...] Sonno di già molti anni ch'io cominciai una serie di imperatori cominciando da Caio Julio Caesare e finisce nella maestà del mio padrone. E' questa serie: a cadauno imperatore vi è la sua moglie, figliuoli e parenti, cioè a tutti una medaglia con il suo roverso, dessignati grandi su foli reali a questo modo: una testa su una pagina et il roverso su l'altra. Et a cadauna medaglia vi è avanti il suo ellogio scritto in un sasso antico con lettere maiuscule e perché non si trovano tutte le medaglie di tutti li parenti di uno imperatore, non di meno ve ho scritto il suo ellogio, acciò che la istoria camini di longo e non resti mutile. Il simile anche fo delle medaglie, di essi imperatori, che sonno state battute nella Grezia e anche queste hanno li suoi ellogii greci scritti similmente e nel medemo modo et ordine delle lattine. Ora Vostra Signoria sappia che dopo ch'io son vivo non ho mai fatto altro che accumular medaglie e coppie di esse e la mia serie è tanto coppiosa tanto imaginar si possa, e sempre ho pigliato medaglioni li più belli e li più rari e quelli che portano la istoria con essi, che io abbia fra di esse. In Costantinopoli, da Pavolo mio figliolo, me ho fatto portare tutti gli imperatori orientali, o in medaglie o in pittura, che ha pottuti trovare et in spazio di 3 anni, che vi è stato, ne ha fatto buona diligenza. Poi da Carolo Magno in giù, sappia Vostra Signoria, che la medema diligenza io instesso ho fatta e forse più che esso non ha fatto a Costantinopoli e parte in monete e parte da privilegii, simili a questi ch'io mando, me ne truovo bonissima parte et ogni giorno ne vado mettendo insieme; si che Vostra Signoria potrà dar questo raguaglio a Sua Altezza (Cosimo I, ndr). [...]" (Firenze, Archivio di Stato, Carteggio d'Artisti I, cc. 126-27; Barocchi - Gaeta Bertelà 1993, p. 50, num. 48). |