Ravara Montebelli 2011, p. 332-333: "La certezza che sia le correzioni che le note a margine siano di mano dell’Arrigoni ci viene da un documento incontrovertibile: la notizia dell’acquisto di queste tavole da parte di Giovanni Bianchi a Senigallia il giorno 20 luglio del 1748. Bianchi infatti annota nei suoi Diari di viaggio: ‘‘[...] la mattina scrissi le antecedenti cose, poi uscij, e vidi vari amici e da un librajo veneziano comprai il libro dell’Abate Onorio Arrigoni, mio amico, che è in foglio, e che tratta di varie monete e assi librali antichi, ma non avea che le figure, e alcune note e correzioni di mano dell’autore’’ (BGR Sc-Ms 973, Odeporici, 20 luglio 1748. Bianchi non conosceva i tre tomi dell’opera usciti fino a quella data questo è infatti l’unico tomo che possiede la Gambalunga e potrebbe derivare da questo fatto lo stupore per la presenza delle sole figure. Questo tomo è poi stato salvato dalla dispersione, come molto altro materiale documentario appartenuto a Giovanni Bianchi, dal bibliotecario Zefirino Gambetti). Da una minuta di lettera di Giovanni Bianchi a Giovanni Daniele Gheisel, scopriamo che Bianchi conosceva bene quelle tavole perché le aveva già viste a Rimini, infatti: ‘‘Mi sono noti i pesi antichi e l’altre medaglie che possiede il Sig. Ab.e Arrigoni avendo egli la bontà quando passa per Rimino con i suoi cimeli, il che accade spessissimo, di venirmi sempre a ritrovare, e ho vedute le stampe de’ suoi pesi antichi intorno de’ quali egli ha più studio che alcun altro Antiquario" (BGR, Sc-Ms 969, Minute di lettere 1739-1745, Lettera di Giovanni Bianchi al Sig. Gio. Daniele Gheisel, Rimini 25 febbraio 1740). (fr)