| |Grand document=-Lettre du 2 novembre 1680 (de Florence): “Ricevo una sua in Venezia, ove già 18 giorni sono mi trovo per la stampa del mio libro, di cui già ne sono stampati fogli 12. Ho voluto carta grande e fina di Salò, e mi costa qui un onghero la risma. Ne averò per me 200 essemplari per 200 scudi che do alli Baglioni stampa tori, quali hanno 18 uomini che lavorano con 4 torchi, e gettano anco le lettere; il che m’è molto giovato per le majuscule nelle iscrizioni, ed ella deve ben avvertire, che per il suo libro ne siano costì in abbondanza, mentre le iscrizioni del le medaglie devono farsi con tali lettere più grandi, come fece Occone, e gli alli. Se V S. Ill. porrà li fasti separati dalle medaglie, saranno meno desiderati, mentre ogn’uno brama solo l’Occone. Si potrebbero porre nel fine in carattere d’antico comune, che è il meglio fatto che s’abbia nell’Italia, e occupa poco luogo. Il mio libro è in carattere di testo d'Aldo, ma con lettere di più spalla, e riuscirà di 108 fogli. In Verona è Podestà l’Ecc. Sig. Gio. Domenico Tiepolo Cav. splendido, e generoso, e molto applicato allo studio delle medaglie, delle quali n’ha fatta ricca e copiosa raccolta. è mio Padrone, e seco discorsi in Firenze. Riceverò poi sommo piacere, se la potrò godere in Venezia, ove fe sia pervenire, procurarò abbia quì in Convento l’ospizio, ma bisogna me lo avviſsi per tempo, prima siano da altri occupate le camere. La prego in Verona riverire a mio nome S. E. ed avvisarmi, se ha condotto seco li serigni delle medaglie, o pure gli abbia lasciati quì in Venezia. Ora io nulla studio, ma solo attendo alla correzione delle stampe, che vogliono 5. ore del giorno. Le bacio con ossequioso inchino le mani » (Noris 1741, lettre XXVIII, col. 85-86) | | |Grand document=-Lettre du 2 novembre 1680 (de Florence): “Ricevo una sua in Venezia, ove già 18 giorni sono mi trovo per la stampa del mio libro, di cui già ne sono stampati fogli 12. Ho voluto carta grande e fina di Salò, e mi costa qui un onghero la risma. Ne averò per me 200 essemplari per 200 scudi che do alli Baglioni stampa tori, quali hanno 18 uomini che lavorano con 4 torchi, e gettano anco le lettere; il che m’è molto giovato per le majuscule nelle iscrizioni, ed ella deve ben avvertire, che per il suo libro ne siano costì in abbondanza, mentre le iscrizioni del le medaglie devono farsi con tali lettere più grandi, come fece Occone, e gli alli. Se V S. Ill. porrà li fasti separati dalle medaglie, saranno meno desiderati, mentre ogn’uno brama solo l’Occone. Si potrebbero porre nel fine in carattere d’antico comune, che è il meglio fatto che s’abbia nell’Italia, e occupa poco luogo. Il mio libro è in carattere di testo d'Aldo, ma con lettere di più spalla, e riuscirà di 108 fogli. In Verona è Podestà l’Ecc. Sig. Gio. Domenico Tiepolo Cav. splendido, e generoso, e molto applicato allo studio delle medaglie, delle quali n’ha fatta ricca e copiosa raccolta. è mio Padrone, e seco discorsi in Firenze. Riceverò poi sommo piacere, se la potrò godere in Venezia, ove fe sia pervenire, procurarò abbia quì in Convento l’ospizio, ma bisogna me lo avviſsi per tempo, prima siano da altri occupate le camere. La prego in Verona riverire a mio nome S. E. ed avvisarmi, se ha condotto seco li serigni delle medaglie, o pure gli abbia lasciati quì in Venezia. Ora io nulla studio, ma solo attendo alla correzione delle stampe, che vogliono 5. ore del giorno. Le bacio con ossequioso inchino le mani » (Noris 1741, lettre XXVIII, col. 85-86) |