| |Grand document=-Lettre du 15 juillet 1680 (de Florence): “D’Augusto nella battaglia Attiaca dice Virgilio lib. 8. Verſu 780. ‘Stans celsa in puppi, geminas cui tempora siammai Lata vomunt, patriumque aperitur vertice Sidus’. Quindi sovra il capo d’Augusto si vede nelle medaglie la Stella Giulia, in tanta copia, che meritamente dice il Seguino vix enumeres. Il Goltzio n’è ripieno di tali medaglie. Così per dinotar i due Cesari figli si A giusto, e Nipoti di Giulio, fu segnato quell’astro Giulio sovra il loro capo. » ; « Se non errano, bisogna dire che Severo diede a Geta il titolo d’Imperadore, ma non d'Augusto prima dell'anno 204. ma il vedere che nelle medaglie è detto Cesare, non Imperado re ſino all’anno 208. si deve dire o essere finte quelle iscrizioni da alcuni poco prattici dell’ istorie, o quella fosse adulazione di quelle Città che gli diedero tal titolo. Il Reinesio nelle note Gruteriane credo che trattarà di questo dubbio, quale però io non ho, perchè le medaglie in tanto numero provano il contrario. Quel roverscio saecularia sacra citato dallo Scaligero e Possino nulla prova, poichè i Monetari se gnarono tal moneta di Geta dopo i giuochi secolari, perchè erano stati fatti nell’impero del Padre, essendo anco lui Cesare. Così nelle monete col titolo d'Augusto si legge, Aegypto capta; benchè occupasse l’Egitto, quando non aveva il titolo d'Augusto. Circa la Trib. pot. di Caracalla io mi sono regolato su l’iscrizione del Panvinio A. V. 953. ove adi 4. Aprile è detto Trib. pot. III. così nell’anno 957. Ludorum saecularitim correva adi 4 Aprile la Trib. pot. VII. segnata nelle medaglie. Vederò volontieri le di lei osservazioni circa l’epoche di Caracalla ed Elagabalo, e per ſuo meno fastidio basta mi citi il luogo degli autori, o iscrizioni, senza copiar le distese, che io le ritroverò ne libri ec." (Noris 1741, lettre XXII, col. 67-70). | | |Grand document=Lettre du 15 juillet 1680 (de Florence): “L'opinione di V. S. Ill. circa la significazione delle due stelle sovra i capi de i Cesari figli d'Augusto è erudita, ma contro la comune de gli Antiquari. Io ne discorro nel mio libro. Recito queste parole di Plinio lib. 2. cap. 25. ove parlando della cometa apparsa dopo la morte di Cesare, dice: Eo sidere significari vulgus credidit Cæsaris animam inter Deorum immortalium numina receptam: quo nomine id insigne simulacro capitis eius, quod mox in foro consecravimus, adjectum est. Così ancora è segnata nelle medaglie Giulie. D’Augusto nella battaglia Attiaca dice Virgilio lib. 8. Versu 780. Stans celsa in puppi, geminas cui tempora flammas Læta vomunt, patriumque aperitur vertice Sidus. Quindi sovra il capo d’Augusto si vede nelle medaglie la Stella Giulia, in tanta copia, che meritamente dice il Seguino vix enumeres. Il Goltzio n’è ripieno di tali medaglie. Così per dinotar i due Cesari figli d'Augusto, e Nipoti di Giulio, fu segnato quell’astro Giulio sovra il loro capo. [...] Il libro dell'Olstenio è intitolato: Passio Sanctarum Martyrum Perpetuæ et Felicitatis. è stampato in Roma anno 1663. e poscia in Parigi. Nella pag. 13. si legge: munere enim castrensi eramus pugnaturi. natale tunc Gætæ Cæsaris. Ed ella 27. Quid utique non permittis refrigerare noxiis Nobilissimi Cæsaris scilicet et natali ejus pugnaturis. L'Olstenio nelle note spiega solo il titolo NOBI. e dice idem visitur in nummo huius ipsius Getæ apud Hulsium cum adversa figura nobilitatis. Item apud Biæum. Il Padre Possino Giesuita che stampò tale opera postuma alla pag. 193. e seg. disputa dell'anno del martirio di queste Sante madre e figlia, e dice che fu nel 203. e XII. dell'impero di Severo. Lo prova perché nell'anno 204. si celebrò l'anno secolare, Geta era Imperatore Aug. come dimostra la medaglia segnata. Imp. Cæs. P. Sept. Geta Pius Aug. sæcularia sacra S. C. e cita lo Scaligero sovra Eusebio alla pag. 209. Ella vede l'errore dello Scaligero e del Possino, poiché Geta fu fatto Imperadore Augusto dopo l'anno 204. Nella Medicea Galleria si legge in una medaglia P. Sept. Geta CÆS. e nel rovescio Pontif. cos. II. Nell'anno 208. ebbe il secondo consolato. Lo stesso si legge nel Grutero pag. XLV. 3. In questo anno però fu fatto Imperatore Augusto. Non so se V. S. Ill. nel Grutero pag. CLVII. abbia osservato le iscrizioni. 2. 3. 4. 5. nelle quali con la Trib. Pot. IX. di Severo e IV. di Caracalla si legge: Imp. P. Sept. Geta Anton. senza il titolo AUG. quale però si legge fra i titoli del Padre, e fratello. Se non errano, bisogna dire che Severo diede a Geta il titolo d’Imperadore, ma non d'Augusto prima dell'anno 204. ma il vedere che nelle medaglie è detto Cesare, non Imperadore ſino all’anno 208. si deve dire o essere finte quelle iscrizioni da alcuni poco prattici dell’istorie, o quella fosse adulazione di quelle Città che gli diedero tal titolo. Il Reinesio nelle note Gruteriane credo che trattarà di questo dubbio, quale però io non ho, perché le medaglie in tanto numero provano il contrario. Quel roverscio sæcularia sacra citato dallo Scaligero e Possino nulla prova, poiché i Monetari segnarono tal moneta di Geta dopo i giuochi secolari, perché erano stati fatti nell’impero del Padre, essendo anco lui Cesare. Così nelle monete col titolo d'Augusto si legge, Ægypto capta; benché occupasse l’Egitto, quando non aveva il titolo d'Augusto. Circa la Trib. pot. di Caracalla io mi sono regolato su l’iscrizione del Panvinio A. V. 953. ove adi 4. Aprile è detto Trib. pot. III. così nell’anno 957. Ludorum sæcularium correva adi 4. Aprile la Trib. pot. VII. segnata nelle medaglie. Vederò volontieri le di lei osservazioni circa l’epoche di Caracalla ed Elagabalo; e per suo meno fastidio basta mi citi il luogo degli autori, o iscrizioni, senza copiarle distese, che io le ritroverò ne' libri ec. [...] Firenze 15. Luglio 1680" (Noris 1741, lettre XXII, col. 67-70). |