| |Grand document=-Lettre du 6 décembre 1683 (de Florence) : « Sono superflui li ringraziamenti, che mi trasmette, perchè dovevo servire a i di lei meriti, ed alla premura del Sig. Secretario Bassetti. Io le trasmetto alcune note, ne ho compito il foglietto per mancanza di tempo. La prego rescrivermi, quali città fin'ora le ho spiegato con mie note, perchè non ne ho memoria, ne vorrei fare nuova fatica; siccome ancora l'Indice di quelle che vuole spiegare fuora delle Medicee, come ho io fatto d'Acraso città ignora allo Spanemio. La supplicarei d' onorarmi inserire tali note, come ‘ex Schaedis Noris’, perchè forsi mi riuscirebbe di qualche lustro. Ho procurato scrivere con la maggior brevità possibile. Circa la medaglia difficile; l'Olstenio nelle note al Cluerio p. 175. scrive CEIPOΥAOΥIANΩN circa Apollinem cum lyra in nummo Severi apud M. Ducem clarissimi litteri, legitur, pertinet ad vocem Tavium infra. Nulla però dice alla voce Tavium, ma manda i lettori all'Ortelio alla detta parola. Con ragione scrive clarissimis litteris, perchè la medaglia è conservata come ora fosse battuta. E' intiera all'ultimo segno, e gia la volsi vedere, e contemplare, e le dette parole sono tutte seguite senza minima lesione. Gia nelle città le scrissi che TAOΥIANΥN era il Tavium della Galatia. Ella potrà speculare il CETP, che io non intendo, nè lo intese l'Olstenio, perchè nulla scrisse oltre le parole citate, ma subito passa ad altra città. Del resto abbiamo ancora Tava città nell'Egitto, come vedrà nelle note mie. La medaglia sudetta dal Fitton, dottissimo Antiquario di S. A. e dal Cameli è segnata come di Caracalla, io nel vedere un bel visino di giovanetto per capriccio l'ho a lei supposta d'Elagabalo; ma lei ha scoperto l'inganno, che tale ora ancor io lo giudico. Le di lei speculazioni sopra il CETP sono bellissime, ma se non ha errato l'artefice della medaglia, non possono verificarsi. Non so s'ella abbi notizia d'un libro ora stampato in Parigi col titolo: Specimen universae rei Nummariae Auctore Andrea Morello Helveto. Loda V. S. Ill. ma dice che non ha satiato il desiderio de gli Antiquari, promette 15 mila medaglie ec. è stampato in 8. Parisi apud Thomam Moette juxta pontem S. Michaelis. Item le devo dire che la città AΔIKEINΩN, che scrissi citarsi dallo Spanemio, nè però ritrovarsi fra le Medicee, è falso perch'è fra le mezzane di Commodo, come vedrà nella copia trasmessale. Il Servitore vuole ire alla posta. Devo chiudere le lettere col baciarle le mani. ed ella è padrone di 50. 60 copie del mio liberco io, non che di 4 perchè tutte le voglio donare. Firenze 6. Decembre 1683 ». (Noris 1741, lettre XC, col. 241-242). | | |Grand document=-Lettre du 6 décembre 1683 (de Florence) : « Sono superflui li ringraziamenti, che mi trasmette, perchè dovevo servire a i di lei meriti, ed alla premura del Sig. Secretario Bassetti. Io le trasmetto alcune note, ne ho compito il foglietto per mancanza di tempo. La prego rescrivermi, quali città fin'ora le ho spiegato con mie note, perchè non ne ho memoria, ne vorrei fare nuova fatica; siccome ancora l'Indice di quelle che vuole spiegare fuora delle Medicee, come ho io fatto d'Acraso città ignora allo Spanemio. La supplicarei d' onorarmi inserire tali note, come ‘ex Schaedis Noris’, perchè forsi mi riuscirebbe di qualche lustro. Ho procurato scrivere con la maggior brevità possibile. Circa la medaglia difficile; l'Olstenio nelle note al Cluerio p. 175. scrive CEIPOΥAOΥIANΩN circa Apollinem cum lyra in nummo Severi apud M. Ducem clarissimi litteri, legitur, pertinet ad vocem Tavium infra. Nulla però dice alla voce Tavium, ma manda i lettori all'Ortelio alla detta parola. Con ragione scrive clarissimis litteris, perchè la medaglia è conservata come ora fosse battuta. E' intiera all'ultimo segno, e gia la volsi vedere, e contemplare, e le dette parole sono tutte seguite senza minima lesione. Gia nelle città le scrissi che TAOΥIANΥN era il Tavium della Galatia. Ella potrà speculare il CETP, che io non intendo, nè lo intese l'Olstenio, perchè nulla scrisse oltre le parole citate, ma subito passa ad altra città. Del resto abbiamo ancora Tava città nell'Egitto, come vedrà nelle note mie. La medaglia sudetta dal Fitton, dottissimo Antiquario di S. A. e dal Cameli è segnata come di Caracalla, io nel vedere un bel visino di giovanetto per capriccio l'ho a lei supposta d'Elagabalo; ma lei ha scoperto l'inganno, che tale ora ancor io lo giudico. Le di lei speculazioni sopra il CETP sono bellissime, ma se non ha errato l'artefice della medaglia, non possono verificarsi. Non so s'ella abbi notizia d'un libro ora stampato in Parigi col titolo: Specimen universae rei Nummariae Auctore Andrea Morello Helveto. Loda V. S. Ill. ma dice che non ha satiato il desiderio de gli Antiquari, promette 15 mila medaglie ec. è stampato in 8. Parisi apud Thomam Moette juxta pontem S. Michaelis. Item le devo dire che la città AΔIKEINΩN, che scrissi citarsi dallo Spanemio, nè però ritrovarsi fra le Medicee, è falso perch'è fra le mezzane di Commodo, come vedrà nella copia trasmessale. Il Servitore vuole ire alla posta. Devo chiudere le lettere col baciarle le mani. ed ella è padrone di 50. 60 copie del mio liberco io, non che di 4 perchè tutte le voglio donare. Firenze 6. Decembre 1683 ». (Noris 1741, lettre XC, col. 241-242). |