| |Grand document=-Lettre du 30 janvier 1685 (de Florence) : « Ricevo la sua delli 24 corrente tanto tardi per le nevi che impedisscono la celerità a corrieri, che a pena ho tempo risponderle con 4 righe. Io sono di parere che quella città Φανεας sia la stessa che Paneas poi detta Caesarea, benchè il contrario dica lo Spanemio. Ivi è Aurelio Imperatore e poichè stà scritto EVCEB. CEB. cioè Pius Augustus non può essere che sia impressa quando era solamente Cesare; ed ella non ha osservato il titolo CEBASTOS. Ho osservato che molte città che mutarono il nome, erano anco doppo chiamate con l'antico loro nome; e forsi il Π si prononziava come Φ nella prima lettera. Qua non è gionto, ne giongerà il libro del P. Harduino, e lo voglio procurare in Roma; se bene tarderà a capitarci per le piraterie de Genovesi e Francesi nel mare Ligustico e Tireno, che impediscono la libertà del comercio. è già passato il corriero, che porta a nome di S. Santità accordate tutte le soddisfazioni richieste dal Rè, quale se vorrà la guerra, troverà bindoli per non accettarle; col ridurre la repubblica a una disperata difesa della dominante. Ho un disperare col Signor Abate Fabretti. In una medaglie di Commodo, si vede uno col bastone, che tiene nella destra Esculapio, ed è medaglia battuta in Pergamo. Egli dice essere quello il Medico Galeno, così onorato da suoi concittadini. Io dico che Galeno visse sotto M. Aurelio, Commodo, e fino nell'imperio di Settimio, a cui gliscrisse avere fatta la teriaca. Non poterei credere che i Pergameni osassero porre con Commodo un Medico d'età all'ora circa 45 anni, vivente, emo: A lato da molti ec. mentre i soli Re, o gl'Eroi si ponevano nelle medaglie Auguste; e tale onore non si faceva nè anco a i Proconsoli, cioè porre le loro effigie benche nelle medaglie si ponesse il nome loro. Il Gronovio lettore in Leida ha stampato un opuscolo: Responsio ad cavillationes Raphaelis Fabreti. Così mi scrive l'Abate sodetto, ma io ho veduto l'opuscolo, e per degni rispetti ho finto non saperne altro, che il titolo. Il P. Pagi mi ha scritto due longhe lettere con vari questi, e gl'ho risposto acciò meglio facci le note Baroniane. Fra le altre dimande, mi ricercava perchè il Baronio ne gli Annali si sia mostrato così averso a i fasti del Panvinio. Io gli rispondo ora con un altra epistola Consolare, che subito stamperò, nella quale gli mostro che in 40. luoghi, ne' quali il Baronio impugna i fasti del Panvinio, in due soli ha raggione; ma in questi due luoghi erra peggio del Panvinio nel correggerlo. Sarà opera che piacerà a lei, perche tutta ſarà in difesa del Panvinio. Il tutto sarà provato con evidenza d'Iscrizioni, e testimoni irrefragabili. e in fretta le bacio le mani. Firenze 30. Genajo 1685 » (Noris 1741, lettre XCV, col. 250-251). | | |Grand document=-Lettre du 30 janvier 1685 (de Florence) : « Ricevo la sua delli 24 corrente tanto tardi per le nevi che impedisscono la celerità a corrieri, che a pena ho tempo risponderle con 4 righe. Io sono di parere che quella città Φανεας sia la stessa che Paneas poi detta Caesarea, benchè il contrario dica lo Spanemio. Ivi è Aurelio Imperatore e poichè stà scritto EVCEB. CEB. cioè Pius Augustus non può essere che sia impressa quando era solamente Cesare; ed ella non ha osservato il titolo CEBASTOS. Ho osservato che molte città che mutarono il nome, erano anco doppo chiamate con l'antico loro nome; e forsi il Π si prononziava come Φ nella prima lettera. Qua non è gionto, ne giongerà il libro del P. Harduino, e lo voglio procurare in Roma; se bene tarderà a capitarci per le piraterie de Genovesi e Francesi nel mare Ligustico e Tireno, che impediscono la libertà del comercio. è già passato il corriero, che porta a nome di S. Santità accordate tutte le soddisfazioni richieste dal Rè, quale se vorrà la guerra, troverà bindoli per non accettarle; col ridurre la repubblica a una disperata difesa della dominante. Ho un disperare col Signor Abate Fabretti. In una medaglie di Commodo, si vede uno col bastone, che tiene nella destra Esculapio, ed è medaglia battuta in Pergamo. Egli dice essere quello il Medico Galeno, così onorato da suoi concittadini. Io dico che Galeno visse sotto M. Aurelio, Commodo, e fino nell'imperio di Settimio, a cui gliscrisse avere fatta la teriaca. Non poterei credere che i Pergameni osassero porre con Commodo un Medico d'età all'ora circa 45 anni, vivente, emo: A lato da molti ec. mentre i soli Re, o gl'Eroi si ponevano nelle medaglie Auguste; e tale onore non si faceva nè anco a i Proconsoli, cioè porre le loro effigie benche nelle medaglie si ponesse il nome loro. Il Gronovio lettore in Leida ha stampato un opuscolo: Responsio ad cavillationes Raphaelis Fabreti. Così mi scrive l'Abate sodetto, ma io ho veduto l'opuscolo, e per degni rispetti ho finto non saperne altro, che il titolo. Il P. Pagi mi ha scritto due longhe lettere con vari questi, e gl'ho risposto acciò meglio facci le note Baroniane. Fra le altre dimande, mi ricercava perchè il Baronio ne gli Annali si sia mostrato così averso a i fasti del Panvinio. Io gli rispondo ora con un altra epistola Consolare, che subito stamperò, nella quale gli mostro che in 40. luoghi, ne' quali il Baronio impugna i fasti del Panvinio, in due soli ha raggione; ma in questi due luoghi erra peggio del Panvinio nel correggerlo. Sarà opera che piacerà a lei, perche tutta ſarà in difesa del Panvinio. Il tutto sarà provato con evidenza d'Iscrizioni, e testimoni irrefragabili. e in fretta le bacio le mani. Firenze 30. Genajo 1685 » (Noris 1741, lettre XCV, col. 250-251). |