-Lettre du 21 juillet 1719 (de Vicenza) : p. 112-113 : «Non è difficile il disinganno, mentre Romulo si chiamò Commodo, con Antonino Pio, col figlio di Massenzio, e con altri ancora, che non ebbero posto a come i sopraddetti tra gli Augusti, o tra Cesari. Del primo si veggon medaglie coniate in Efeſso, e segnate con questa epigrafe Λ.ΑΥΡ. ΡΩΜΥΛΟC KAICAP, cioè L. Aurelius Romulus Cesar, tanto afferma lo Spanemio de Praest. & Usu Numism. tomo 2. pag.746 del secondo pure si hanno medaglie con la leggenda ROMVLVS AVGVSTVS, veggasi il Mezabarba Imper. Roman. Numism. pag. 191. 192, 193, e 203. del terzo parimente chiara è la prova, che dalle medaglie risulta, leggendosi in esse M. AVR. ROMVLVS NOB. CAES. COS. fu Consolo negli anni di Roma 1061, e 1062, nel qual secondo suo consolato mancò, e dopo morte fu consacrato secondo l'uso della gentile superstizione, come fanno conoscere le seguenti monete appresso il Mezabarba pag. 451. e 452. IMP. MAXENTIVS DIVO ROMVLO NV. FILIO, altre hanno DIVO ROMVLO NVBIS CONS. cioè Nobilissimo Consuli, al riferire anche dell'Eminentissimo Arrigo Noris, nel libro, ch intitolò Duplex Dissertatio de duobus nummis Diocletiani, 3 Licini, pag. 25. edit. Patav. 1676, in fol maniera di scrivere, che stabilisce appresso gli antichi l'uso di adoperar l'V invece dell'O, nella guisa, che si servivano dell' O, invece dell'V, conforme vedesi in alcune medaglie di Cesare, nelle quali stà impresso DIVOS IVLIVS ; e l'Eminentissimo Noris suddetto, ne suoi Cenotafi Pisani, pag. 471. Venetiis, apud Paulum Balleonium, 1681, in fol ne rende la ragione contro al Vossio, che non sapeva difender la forma di scrivere avos nel caso retto » ; p. 111 : « Il Fabbretti nell'Opera sua già citata contro al Gronovio, pag. 84. vuole, che un figlio di Numeriano ancora, da lui posto in condizion di Cesare, si chiamasse Romulo - Per confessare, con sommo rossore, la mia ignoranza, io non ho mai vedute medaglie, che lo provino, nè lapide, che lo mostrino, nè Istorici, che lo additino » (Zorzi 1726, p. 102-119).