| |Literature=Giovannini 1984, p. 229, lettre 120 ; Filetti Mazza 1998a, p. 224, doc. 123 ; p. 299, doc. 233). Page 230, n. 3 | | |Literature=Giovannini 1984, p. 229, letter 120 ; Fileti Mazza 1998a, p. 224, doc. 123 ; p. 299, doc. 233). Page 230, n. 3 |
| |Grand document=-Lettre du 1 jan. 1669 (de Rome) : » L’ultima di V(ostra) a(ltezza) che veniva accompagnata dalla medaglia di Germanico, mi pervenne sabato, in tempo che non mi fu possibile il farla vedere, come ho fatto poi, all’Agostini, il quale è anch’egli della mia opinione in creder la medaglia mezzana, benché ricca di metallo, onde il valore di essa, il quale, essendo la medaglia grande sarebbe di molti scudi per la singolarità, non essendosene fin’ora veduta nessuna, non eccede la soma di dieci o dodici giuli. Fu ben fortunata per me, et opportuna per il servizio di V(ostra) A(ltezza), la congiuntura che mi si presentò l’altro giorno in casa del medesimo Agostini dove, essendo capitato in quello stesso punto un fruttarolo con una medaglia per venderla, Leonardo seppe così ben giocare la sua carta, ch’ella mi rimase per sedici giuli, dove s’ella fusse capitata in mano di persona intendente, haverebbe bisognato pagarla parecchi scudi. Questa medaglia, la quale per quanto mi dice l’Agostini non è mai stata veduta, è un medaglioncino di Costanzo col rovescio del ratto delle Sabine, benissimo conservato, e di buonissima maniera per que’ tempi, a segno che potrà esser messo nello studio di V(ostra) A(ltezza) così vergine come è uscito dalle grotte de’Martiri donde è stato cavato. Non lo mando hoggi per aspettare l’occasione più sicura del procaccio per il quale l’invierò insieme col Germanico e così un Prisco Atallo d’oro che mi è stato promesso dal Bancherotto « (Firenze, ASF, Carteggio d’artisti, X, f° 227r et v; Giovannini 1984, p. 229, lettre 120 ; Fileti Mazza 1998, p. 224, doc. 123 ; p. 299, doc. 233). | | |Grand document=-Lettre du 1 jan. 1669 (de Rome) : » L’ultima di V(ostra) a(ltezza) che veniva accompagnata dalla medaglia di Germanico, mi pervenne sabato, in tempo che non mi fu possibile il farla vedere, come ho fatto poi, all’Agostini, il quale è anch’egli della mia opinione in creder la medaglia mezzana, benché ricca di metallo, onde il valore di essa, il quale, essendo la medaglia grande sarebbe di molti scudi per la singolarità, non essendosene fin’ora veduta nessuna, non eccede la soma di dieci o dodici giuli. Fu ben fortunata per me, et opportuna per il servizio di V(ostra) A(ltezza), la congiuntura che mi si presentò l’altro giorno in casa del medesimo Agostini dove, essendo capitato in quello stesso punto un fruttarolo con una medaglia per venderla, Leonardo seppe così ben giocare la sua carta, ch’ella mi rimase per sedici giuli, dove s’ella fusse capitata in mano di persona intendente, haverebbe bisognato pagarla parecchi scudi. Questa medaglia, la quale per quanto mi dice l’Agostini non è mai stata veduta, è un medaglioncino di Costanzo col rovescio del ratto delle Sabine, benissimo conservato, e di buonissima maniera per que’ tempi, a segno che potrà esser messo nello studio di V(ostra) A(ltezza) così vergine come è uscito dalle grotte de’Martiri donde è stato cavato. Non lo mando hoggi per aspettare l’occasione più sicura del procaccio per il quale l’invierò insieme col Germanico e così un Prisco Atallo d’oro che mi è stato promesso dal Bancherotto « (Firenze, ASF, Carteggio d’artisti, X, f° 227r et v; Giovannini 1984, p. 229, lettre 120 ; Fileti Mazza 1998, p. 224, doc. 123 ; p. 299, doc. 233). |