| |Grand document=-Lettre du 9 juin 1657 (de Venise) : « Veggo quanto V.A.S. mi comanda con la benignissima sua del 2 del corrente. E quanto al medaglione d'oro di Ottone imperatore, subito che verrà qui quel prete del Vescovo di Pola, farò trattare da persona accorta, per vedere che cosa ne pretenda in ristretto e l'avviserò all'A.V. Quanto alle medaglie d'oro e d'argento dei signori Ruzzini, V.A. mi creda che è forse maggiore il desiderio che io ho di fargliele avere che lei d'averle, però non lascio mai d'averli il pensiero adosso, invigilando ogni occasione che potessi nascere per fare restar servita V.A. Confermo però all'A.V. che il più confidente e più stimato amico che abbia il Ruzzini è il signor Enrico Cornaro, avvocato principalissimo di questa città, quale è mio confidente e son certo che quello che non facessi per me, non lo farebbe per chi si sia altri di questa città et egli è d'opinione fermissima che il Ruzzini farebbe bene a vender le medaglie e farsele pagar bene, perché in effetto conosce che il venderle non apporterebbe un minimo pregiudizio né alle pitture, né alle statue, né alle medaglie di rame, onde l'ha più volte, a mia istanza, stimolato a farlo, ma l'ha sempre trovato alienissimo, adducendo quella ragione, che suo nonno e suo padre gli hanno lasciato questo documento, che se mai risolvesse di disfarsi della Galleria, non separi mai cosa alcuna, ma venda tutto insieme e che così vuol fare, stimando lui (che è uomo non intendente di queste materie) che ogni minima cosa che si levassi di quella Galleria, pregiudicherebbe al resto et è pertinacissimo in questa falsa opinione. … Di V.A.S. umilissimo devotissimo e obbligatissimo servitore Paolo Del Sera Venezia 9 giugno 1657 » (ASF, CdA, V, c. 205 ; Barocchi-Gaeta Bertelà 2007, pp. 543-46 ; http://www.memofonte.it/home/ricerca/singolo_6.php?id=1588&page=80&). | | |Grand document=-Lettre du 9 juin 1657 (de Venise) : « Veggo quanto V.A.S. mi comanda con la benignissima sua del 2 del corrente. E quanto al medaglione d'oro di Ottone imperatore, subito che verrà qui quel prete del Vescovo di Pola, farò trattare da persona accorta, per vedere che cosa ne pretenda in ristretto e l'avviserò all'A.V. Quanto alle medaglie d'oro e d'argento dei signori Ruzzini, V.A. mi creda che è forse maggiore il desiderio che io ho di fargliele avere che lei d'averle, però non lascio mai d'averli il pensiero adosso, invigilando ogni occasione che potessi nascere per fare restar servita V.A. Confermo però all'A.V. che il più confidente e più stimato amico che abbia il Ruzzini è il signor Enrico Cornaro, avvocato principalissimo di questa città, quale è mio confidente e son certo che quello che non facessi per me, non lo farebbe per chi si sia altri di questa città et egli è d'opinione fermissima che il Ruzzini farebbe bene a vender le medaglie e farsele pagar bene, perché in effetto conosce che il venderle non apporterebbe un minimo pregiudizio né alle pitture, né alle statue, né alle medaglie di rame, onde l'ha più volte, a mia istanza, stimolato a farlo, ma l'ha sempre trovato alienissimo, adducendo quella ragione, che suo nonno e suo padre gli hanno lasciato questo documento, che se mai risolvesse di disfarsi della Galleria, non separi mai cosa alcuna, ma venda tutto insieme e che così vuol fare, stimando lui (che è uomo non intendente di queste materie) che ogni minima cosa che si levassi di quella Galleria, pregiudicherebbe al resto et è pertinacissimo in questa falsa opinione. … Di V.A.S. umilissimo devotissimo e obbligatissimo servitore Paolo Del Sera Venezia 9 giugno 1657 » (ASF, CdA, V, c. 205 ; Barocchi-Gaeta Bertelà 2007, pp. 543-46 ; http://www.memofonte.it/home/ricerca/singolo_6.php?id=1588&page=80&). |