Annibale Caro - Francesco Taverna - 1560-10-5

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Annibale Caro, Viterbo

Annibale Caro - Francesco Taverna - 1560-10-5
FINA IDUnique ID of the page  7739
InstitutionName of Institution.
InventoryInventory number.
AuthorAuthor of the document. Annibale Caro
RecipientRecipient of the correspondence. Francesco Taverna
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . October 5, 1560 JL
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Viterbo 42° 25' 31.73" N, 12° 6' 15.08" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Pirro Ligorio
LiteratureReference to literature. Caro 1725b, lettre n° 145, p. 222-224Caro 1725b, Castellani 1907, p. 318-319Castellani 1907
KeywordNumismatic Keywords  Roman , Augustus , Medal , Draftsman , Drawing
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia  https://books.google.be/books?id=ot2hTkgWLV4C&printsec=frontcover&dq=Annibale+Caro.+Le+lettere+familari,+vol.+III&hl=fr&sa=X&ved=0ahUKEwjv-fT59ffoAhWLwQIHHeq8AwkQ6AEIKjAA#v=onepage&q=Annibale%20Caro.%20Le%20lettere%20familari%2C%20vol.%20III&f=false
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

Lettre du 5 octobre 1560 (de Viterbe): "Imperò, cercando la sua vera figura, secondo ch'ella m’impose, per quel che n’ho trovato scritto, per quello che n’ho cavato da M. Pirro Ligorio, famoso antiquario in Roma, e per una medaglia d’argento donatami dal medesimo, e fatta (secondo si crede) da’ Napolitani in onor d’Augusto, ho visto alla fine come la finsero, e come la figurarono, non senza mio sommo piacere. parendomi che V.S. si possa contentare del corpo dell’impresa, poichè la figura è diversa, come ella volea, da questa triviale. Cosa nuova, e vaga alla vista, e, quel ch’importa, quella stessa che gli Antichi intendevano per Sirena. Io le scriverei più lungamente e sopra la favola, e sopra la forma, se mi trovassi, come ho detto, i luoghi degli autori in pronto: ma, non gli avendo, basta che le dica che le Sirene erano, o si voleva che fossero, marittime, o litorali, piuttosto che marine. E, riscontrando la descrizion d’essa col rovescio di detta medaglia, la sua figura dal mezzo in su, al volto, al corpo, ed alle braccia ignude, è pur d’una vergine: e dal mezzo ingiù, alle piume, ai piedi, ed a tutta la fattezza, è d’una gallina; salvo che l’ali sono in su gli omeri della vergine: e con assai bella grazia porta in ciascuna mano una tibia, o un flauto che vogliamo dire: con una attitudine, che, quando sia ben ritratta, credo che farà quella bella apparenza che si ricerca nell'impresa. Però desiderava farla ritrar dalla medaglia, da qualcuno che disegnasse bene. perchè la prima si piglia per esempio di tutte l’altre; ma, non potendo farlo per difetto di disegnatore, con questo poco di schizzo che ne le mando, ho voluto mostrarle a un dipresso come la facevano. E quanto al motto, avrei voluto che fosse di qualche autor celebrato, o Greco, o Latino, o Volgar, che fosse; che ancora questo importa che venga di buon luogo. Nè anco in questa parte potendo far diligenza senza leggere, le dirò semplicemente l’oppenion mia dell'anima che mi pare che dovesse avere. E, se bene ho inteso il suo concetto, credo che s’esplicasse comodamente con parole simili: ECQVIS HINC CAVEAT? che vuol dire: CHI SE NE GUARDEREBBE? non si dovendo temere male alcuno da una cosa tale, che tutta insieme non rappresenta, e non promette altro che umanità, innocenza, e dolcezza. Che mi parrebbe a bastanza per giustificar se, e mostrar la natura di quel suo accidente" (Caro 1725b, lettre n° 145, p. 222-224; Castellani 1907, p. 318-319).

RemarksRemarks regarding the annotation. (fr)

La monnaie décrite est un denier d'Auguste: RIC 296. (fr)