| |Grand document=Lettre du 25 août 1736 (de Pesaro): “Queste girandole mi han tenuto fuori fino a sabato scorso, in cui men tornai a casa, con portare una buona raccolta di medaglie consolari radunate per la Romagna, tra le quali il principal luogo tengono il cistoforo di Ap. Pulcro battuto in Cilicia nel tempo del suo governo, la medaglia d’oro della gente histria, ed un’altra similmente d’oro segnata col solo nome di Roma. [...]E perché ella veda che io del suo affetto ne faccio tutto il capitale eccomi a darle un incomodo. Tra i molti acquisti di medaglie consolari fatti da me ultimamente, mi sono venute una quantità di duplicate delle quali vorrei disfarmi, come di cosa inutile, per potere col ritratto supplire ad alcune spesarelle fatte ultimamente. Le accludo per tanto una nota fatta secondo l’ordine dell’Orsino, nel quale potrannosi riconoscere quali medaglie siano. Io non le ho pesate ma non credo di sbagliare asserendo che saranno ventisette oncie d’argento in circa, poco più o poco meno. Questo argento così fino, quale è quello delle medaglie consolari, si vende per puro argento nove pavoli e tre quarti, e fino a dieci pavoli l’oncia. Onde io delle medaglie non ne vorrei meno di 16 ruspi. La prego dunque far diligenza se trovasse compratore in Firenze, dal quale per farmi il favore compito, può ella procurare di cavarne di più, essendo il prezzo di 16 ruspi quel meno al quale io possa darle.” (Firenze, Biblioteca Marucelliana, BVII, 24, f° 25r-26v – online). | | |Grand document=Lettre du 25 août 1736 (de Pesaro): “Queste girandole mi han tenuto fuori fino a sabato scorso, in cui men tornai a casa, con portare una buona raccolta di medaglie consolari radunate per la Romagna, tra le quali il principal luogo tengono il cistoforo di Ap. Pulcro battuto in Cilicia nel tempo del suo governo, la medaglia d’oro della gente histria, ed un’altra similmente d’oro segnata col solo nome di Roma" ; "E perché ella veda che io del suo affetto ne faccio tutto il capitale eccomi a darle un incomodo. Tra i molti acquisti di medaglie consolari fatti da me ultimamente, mi sono venute una quantità di duplicate delle quali vorrei disfarmi, come di cosa inutile, per potere col ritratto supplire ad alcune spesarelle fatte ultimamente. Le accludo per tanto una nota fatta secondo l’ordine dell’Orsino, nel quale potrannosi riconoscere quali medaglie siano. Io non le ho pesate ma non credo di sbagliare asserendo che saranno ventisette oncie d’argento in circa, poco più o poco meno. Questo argento così fino, quale è quello delle medaglie consolari, si vende per puro argento nove pavoli e tre quarti, e fino a dieci pavoli l’oncia. Onde io delle medaglie non ne vorrei meno di 16 ruspi. La prego dunque far diligenza se trovasse compratore in Firenze, dal quale per farmi il favore compito, può ella procurare di cavarne di più, essendo il prezzo di 16 ruspi quel meno al quale io possa darle” (Firenze, Biblioteca Marucelliana, BVII24, cc. 25r-26v – online). |