| |Literature=Agustin 1772, VIII, p. 231, lettre I; Carbonell i Manils 1992-1993, p. 175, note 22, 177, note 32, 184, note | | |Literature=Agustin 1772, Opera Omnia, vol. VII, Lettre I, p. 231; Carbonell i Manils 1992-1993, p. 175, note 22, 177, note 32, 184, note 58. |
| |Grand document=Lettre du 5 janv. 1559 (de Pedemonte): “Hò gran piacere delle cose antique trovate tanto in medaglie, quanto in iscrizzioni, e quanto più volontieri farò il mio ritorno quanto più presto potrò, e portarò qualche cosetta, che non vi dispiacerà. In Napoli viddi medaglie assi in argento, & hebbi qualcheduna di quelle chenon havevo costì, verbi grazia, un C. Numonio Valla, un Papio Celso con la lupa o cagna & aquila, un M. Plaetorio con una mezza figura in faccia con certe lettere che non le leggo, ma credo habbia una M. Gentile, e cercate di vederla di nuovo, e dirmi che dicano, questa medaglia è trista, il Vaala bonissima. Hò due muse che l’una penso non haverla in Roma, un M. Ant. Cohort. Praetoriarum un M. Servilioe C. Cassio con un cancaro, ma questa hà lanima, un’ altra senza nome con un globo circondato da quattro corone, e dall’altro canto Giuno con le corna. Hò ancora molte altre delle vecchie da barattar e donare. Delle greche di argento un Θυριων di cinque dragme, & un di Napoli, & un ΚΥΑL un ΜΕΚΑΙΟΝ dove sono due ocree. Di bronzo un Rodion grande & una Messalina con un liceo, & una medaglia grande e grossa come li tani librili, dove dell’un canto è una testudine animale, dell altro una ruota di carro senza lettere. Credo che Pelluce dica di non sò che popolo di Grecia che haveva la testudine nelle monete, vedetelo & avisatemi, che non hò libri quà. Alcune medaglie triste d’imperatori mi sono capitate nelle mani, e capitano ogni dì: hebbi una d’oro l’altro di dell’Imp. Anastasio piccola, di bronzo un Rogerius Dux, un Costantino, e Zoe greca, e latina, e così altre varie.” (Agustin, Opera omnia, VII, 1772, p. 231, lettre I). | | |Grand document=Lettre du 5 janvier 1559 (de Piedimonte d'Alife, aujourd'hui Piedimonte Matese): “Hò gran piacere delle cose antique trovate tanto in Medaglie, quanto in Iscrizzioni, e tanto più volontieri farò il mio ritorno quanto più presto potrò, e portarò qualche cosetta, che non vi dispiacerà. In Napoli viddi Medaglie assai in argento, & hebbi qualcheduna di quelle che non havevo costì, verbi grazia, un C. Numonio Vaala, un Papio Celso con la Lupa o Cagna & Aquila, un M. Plætorio con una mezza figura in faccia con certe lettere che non le leggo, ma credo habbia una M. Gentile, e cercate di vederla di nuovo, e dirmi che dicano, questa Medaglia è trista, il Vaala bonissima. Hò due Muse che l’una penso non haverla in Roma, un M. Ant. Cohort. Prætoriarum un M. Servilio e C. Cassio con un Cancaro, ma questa hà l'anima, un’altra senza nome con un globo circondato da quattro corone, e dall’altro canto Giunone con le corna. Hò ancora molte altre delle vecchie da barattar e donare. Delle Greche di argento un Θυριων di cinque dragme, & un di Napoli, & un ΚΥΑL un ΜΕΚΑΙΟΝ dove sono due Ocree. Di bronzo un Rodion grande & una Messallina con un Liceo, & una Medaglia grande e grossa come li Tani librili, dove dell’un canto è una testudine animale, dell'altro una ruota di carro senza lettere. Credo che Pelluce dica di non sò che Popolo di Grecia che faceva la testudine nelle Monete, vedetelo & avisatemi, che non hò libri quà. Alcune Medaglie triste d’Imperatori mi sono capitate nelle mani, e capitano ogni dì: hebbi una d’oro l’altro dì dell’Imp. Anastasio piccola, di bronzo un Rogerius Dux, un Costantino, e Zoe Greca, e Latina, e così altre varie” (Agustin 1772, Opera Omnia, vol. VII, Lettre I, p. 231). |