-Lettre du 24 avr. 1728 (de Vienne) : « Lo Sterbini mi ha inviate 13 medaglie, cioè quattro in oro, sette in argento, e due in gran bronzo. Di tutte queste ne ho scelte due in oro, e tre in argento, perchè le ho ritrovate con prezzo assai ragionevole. Per l’altre gli ho offerto il giusto loro valore, il quale non soddisfacendolo, elleno da me gli saranno puntualmente rimesse. Tutte per altro son belle, antiche, e ben conservate. Le due in oro sono di Costantino il grande, communi per la testa, ma non così per il rovescio. Le tre in argento sono di tre tiranni, che in questo metallo mancavano nella mia serie, cioè Marciano, Quieto, e Vetranione : e quest’ultimo è un bellissimo medaglioncino. Nell’altre, di ci non mi sono convenuto, non v’è altra resta che mi manchi, se non Giulia Paula in gran bronzo con la figura della Concordia sedente, medaglia che non vale più che 12 o 14 fiorini ; ed egli, che a tal prezzo l’ha venduta qui ad altri, ne vuole da me 22. Ella è per altro di tutta conservazione, e perciò gli ho esibiti 16 fiorini. Di tutto ciò non fate parola con coresti antiquari, anzi nè pure col nostro Cav. Lioni. Se vi riuscirà la cosa intavolata, verdò volontieri il catalogo delle medaglie che avrete prese, massimamente delle greche imperiali, e delle colonie. Quelle dei re di Siria sono in prezzo, quando sono di prima grandezza, ovvero di seconda, e massimamente quando vi è nel diritto la testa del re, soto cui è battuta la medaglia, e vi sia notata l’epoca, o fra l’anno del regno. Io ne ho alquante, ma quasi tutte di minima forma, e mi costan pochissimo. Ciò tutto vi serva di avviso e di regola. Lo Sterbini e ‘l Bellotto son genti di tal natura, che non vorrebbono, che altri fuor di loro s’impacciasse a comprar medaglie, a fine di tenere in certo modo in tirannica soggezione i vogliosi di simili rarità. Se piacerà a Dio, ch’io venga costì, li farò tutti tremare e sbalordire, poichè vedranno che ho più di quello, che credono. La mia persona non verrà in tal casosenza il mio studio, o almeno porterò meco in buon numero le più scelte, e le più pregevoli » (Zeno 1752, lettre n° 259, p. 512-514; Zeno 1785, Lett. 738, p. 241-242; Tomassoni 2021, p. 148, note 496).