Apostolo Zeno - Gian Domenico Bertoli - 1735-5-20: Difference between revisions

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Apostolo Zeno, Venice

Apostolo Zeno - Gian Domenico Bertoli - 1735-5-20
FINA IDUnique ID of the page  10913
InstitutionName of Institution.
InventoryInventory number.
AuthorAuthor of the document. Apostolo Zeno
RecipientRecipient of the correspondence. Gian Domenico Bertoli
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . May 20, 1735
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Venice 45° 26' 13.88" N, 12° 20' 4.52" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation.
LiteratureReference to literature. Zeno 1785, vol. V, Lett. 878, pp. 113-114Zeno 1785, Tomassini 2021, p. 40-41, note 97Tomassini 2021
KeywordNumismatic Keywords  Health , Aquileia , Caracalla , Nicaea , Bithynia , Roman Provincial
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia 
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre du 20 mai 1735 (de Venise): “Ho cominciato per singolar grazia di Dio, a rimettermi da un grandissimo male, che nel cominciamento avea minacciate pessime conseguenze. (…) Appena però mi trovai in istato di mettermi al tavolino, benché interrottamente, (…) il mio primo pensiero è stato di (…) porle sotto l’occhio quelle poche cose, che per ubbidirla avea notate nella sua bella ed erudita opera, da me già letta con sommo mio piacere, intorno alle Antichità di Aquileja profane e sacre.... identificazione della figura femminile con Igea: Io non so riconoscerla nella figura giovanile, che sta a canto di esso Esculapio, non vedendole in mano né la patera, né ‘l serpente, senza il quale non so mai di averla veduta negli antichi monumenti effigiata. (…) in quante medaglie mi è occorso di osservare unitamente Igiea con Esculapio, questi ha in mano il suo bastone con la serpe attorcigliatavi intorno, e quella ha sempre il suo solito serpente in diversa atteggiatura: e di queste io ne posseggo ben molte, e fra esse un bellissimo medaglione di mole straordinaria con la testa di Caracalla, battuto in Nicea, nel cui rovescio veggonsi Igiea ed Esculapio con in mezzo Telesforo incappucciato; e tanto la prima, quanto il secondo ci stanno col loro serpente. Penso pertanto, che la figura di donna posta nel suo vetro sia quella di una giovanetta nobile, che abbia ricuperata la sanità, e che forse il suo nome fosse Valeria, nella quale applicar si debba la formola V. F. cioè Vive Felix” (Zeno 1785, vol. V, Lett. 878, p. 113-120; Tomassini 2021, p. 40-41, note 97).