| |Grand document=Lettre du 16 octobre 1723 (de Prague): "La lettera Latina del Bacchini al Magliabechi sta inserita a c. 37. del Tomo XV. delle Nouvelles de la République des Lettres (mese di Gennajo 1689.) di Pietro Bayle, Lat. Petrus Balaeus. Ella è sopra una medaglia pretesa di Scipione Affricano : in cui dall’una parte si vede la testa nuda di lui con intorno P. C. SCIPIO AFRICAN. e dall’altra lo stesso Scipione sopra un carro trionfale tirato da quattro cavalli con un ramo di palma nella destra. Il Bacchini la attribuisce a Scipione Affricano il minore. Ma sappiamo che detta medaglia è un’impostura evidente. Il Vaillant si è guardato di riportarla, come pure il Patino, e l’Orsini, tra le altre della famiglia Cornelia nei loro libri delle Medaglie delle Famiglie Romane. Quando s’intese, che ai tempi di Scipione si lasciassero scolpire su le medaglie l’effigie de’ cittadini ? Cominciò questo ai tempi di Cesare dopo la Dittatura perpetua assunta da lui : e gli esempli che se ne adducono anteriori, come di Silla, o di qualche altro, sono o dubbiosi e contrastati, o falsi manifestamente. Trovansi bene nelle medaglie Romane le teste di Romolo, di Tazio, di Numa, di Tullo Ostilio, e di Anco Marzio ; ma queste furono fatte battere nei tempi di Cesare e di Augusto da chi pretendeva di trarre la discendenza da alcuni di loro. Così la famosa medaglia di Orazio Coclite fu fatta battere assai dopo di lui, e se ne trova anche con la leggenda, da cui apparisce, che fu restituita da Trajano. Torniamo al P. Bacchini, e alla detta sua lettera, nella quale egli si fa incontro a questa opposizione ; ma non dice cosa che persuada in contrario. Riconosce bensì per falsa un’altra medaglia esistente nel suo Museo, ove intorno alla testa leggesi PRO. SCIPIO. AFRIC. e nel rovescio oltre al detto di sopra v’ha la leggenda CARTHAG. SVBAC. L’una è finta a imitazione dell’altra ; il Bacchini riconosce questa per falsa, e sostien l’altra per vera, la quale era nel Museo del Commendatore Carlantonio dal Pozzo in Roma" (Zeno 1752, vol. 2, lettre n° 148, p. 291-292; Zeno 1785, vol. 3, lettre n° 606, p. 393-394; F. Missere Fontana 2003, p. 428). | | |Grand document=Lettre du 16 octobre 1723 (de Prague): "La lettera Latina del Bacchini al Magliabechi sta inserita a c. 37. del Tomo XV. delle Nouvelles de la République des Lettres (mese di Gennajo 1689.) di Pietro Bayle, Lat. Petrus Balaeus. Ella è sopra una medaglia pretesa di Scipione Affricano : in cui dall’una parte si vede la testa nuda di lui con intorno P. C. SCIPIO AFRICAN. e dall’altra lo stesso Scipione sopra un carro trionfale tirato da quattro cavalli con un ramo di palma nella destra. Il Bacchini la attribuisce a Scipione Affricano il minore. Ma sappiamo che detta medaglia è un’impostura evidente. Il Vaillant si è guardato di riportarla, come pure il Patino, e l’Orsini, tra le altre della famiglia Cornelia nei loro libri delle Medaglie delle Famiglie Romane. Quando s’intese, che ai tempi di Scipione si lasciassero scolpire su le medaglie l’effigie de’ cittadini ? Cominciò questo ai tempi di Cesare dopo la Dittatura perpetua assunta da lui : e gli esempli che se ne adducono anteriori, come di Silla, o di qualche altro, sono o dubbiosi e contrastati, o falsi manifestamente. Trovansi bene nelle medaglie Romane le teste di Romolo, di Tazio, di Numa, di Tullo Ostilio, e di Anco Marzio ; ma queste furono fatte battere nei tempi di Cesare e di Augusto da chi pretendeva di trarre la discendenza da alcuni di loro. Così la famosa medaglia di Orazio Coclite fu fatta battere assai dopo di lui, e se ne trova anche con la leggenda, da cui apparisce, che fu restituita da Trajano. Torniamo al P. Bacchini, e alla detta sua lettera, nella quale egli si fa incontro a questa opposizione ; ma non dice cosa che persuada in contrario. Riconosce bensì per falsa un’altra medaglia esistente nel suo Museo, ove intorno alla testa leggesi PRO. SCIPIO. AFRIC. e nel rovescio oltre al detto di sopra v’ha la leggenda CARTHAG. SVBAC. L’una è finta a imitazione dell’altra ; il Bacchini riconosce questa per falsa, e sostien l’altra per vera, la quale era nel Museo del Commendatore Carlantonio dal Pozzo in Roma" (Zeno 1752, vol. 2, lettre n° 148, p. 291-292; Zeno 1785, vol. 3, lettre n° 606, p. 393-394; F. Missere Fontana 2003, p. 428). |