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| |Coordinates=43.76987, 11.25558 | | |Coordinates=43.76987, 11.25558 |
| |Associated persons=Giovani de Lazara; Christina of Sweden; Gian Domenico Tiepolo; Cosimo III de' Medici; Antonio Agustin; Antonio Magliabechi | | |Associated persons=Giovani de Lazara; Christina of Sweden; Gian Domenico Tiepolo; Cosimo III de' Medici; Antonio Agustin; Antonio Magliabechi |
| |Literature=Noris 1741, lettre 20, col. 64-65 | | |Literature=Noris 1741, lettre XX, col. 64-65 |
| |Numismatic keyword=roman; drawing; plate engraver; Spain; roman provincial; augustus | | |Numismatic keyword=roman; drawing; plate engraver; Spain; roman provincial; augustus |
| |CorrespondenceLanguage=Italian | | |CorrespondenceLanguage=Italian |
| |Grand document=-Lettre du 2 juillet 1680 (de Florence) : « E medaglie, delle quali V. S. Ill. m’ha favorito trasmettermi le iscrizioni, mi erano già note, e le avevo ricevute dal Signor Co. Lazara, quali però non mi servono, mentre nulla v'è da ispiegare, non conoscendosi i roversci improntati che con l’eſfigie di quei Cesari, de quali già ne ho molti altri dissegni. Oltre le trasmessemi nè ho ricevuta dal medemo Signor Co: l’accluso dissegno senza alcuna iscrizione, che mi serve per ispiegare l’altra ch’è della Regina di Svezia, nella quale si veggono le teste d’Agrippa, e delli due figli col Julium Sidui sovra il capo. L’intagliatore però ha errato ponendo Augusto e Livia nella sinistra parte; onde l’ho fatta rifare, ma non ne ho la stampa. Il Signor Gio: Domenico Tiepolo di cui è l’altra medaglia, è mio amico, e con esso ancora carteggio, e due volte è stato quì a Firenze, e più volte è venuto a discorrere meco. Sono circa sei anni che principiò a raccogliere medaglie. » « Non ho più speranza di potere vedere le medaglie che S. A. ha ricevute di Spagna, che sono alcune migliaia. Nella Spagna furono numerose colonie Romane, fatte da Cesare ed Augusto, e stante che fuora d’Antonio Agostino, che circa 100 anni sono muorì, niuno in quelle parti attese a scrivere di medaglie, credo che nel Museo gionto a S. A. vi siano cose rarssime. Voglio però tentare la terza volta non più con chiedere, ma col pregare a perdonarmi d’aver osato di pretendere ma neggiare un sì prezioso tesoro. Queste medaglie stanno in alcune casse vicino alla camera propria di S. A quale fra pochi giorni calando nelle camere dell’estate, potrebbe essere che mi permettsse dimorare ovestanno le medaglie, mentre ora io ivi vedrei e sentirei le cose che sono proprie del Serenissimo. Così mi vado consolando con supporre quel pretesto della irresoluzione di S. A. se bene avendo detto, che ci pensarebbe, è la solita negativa che in latino suol dare. Il Signor Magliabechi però mi dice, che per due medaglie, o 3. se forse vi siano, non mi curi durare tanta fatica E vero, ma la curiosità è troppo grande. » (Noris 1741, lettre 20, col. 64-65). | | |Link=https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=hvd.32044081387508&view=1up&seq=38&skin=2021 |
| | |Grand document=Lettre du 2 juillet 1680 (de Florence): "Le medaglie, delle quali V. S. Ill. m’ha favorito trasmettermi le iscrizioni, mi erano già note, e le avevo ricevute dal Signor Co: Lazara, quali però non mi servono, mentre nulla v'è da ispiegare, non conoscendosi i roversci improntati che con l’eſfigie di quei Cesari, de' quali già ne ho molti altri dissegni. Oltre le trasmessemi né ho ricevuta dal medemo Signor Co: l’accluso dissegno senza alcuna iscrizione, che mi serve per ispiegare l’altra ch’è della Regina di Svezia, nella quale si veggono le teste d’Agrippa, e delli due figli col Julium Sidus sovra il capo. L’intagliatore però ha errato ponendo Augusto e Livia nella sinistra parte; onde l’ho fatta rifare, ma non ne ho la stampa. Il Signor Gio: Domenico Tiepolo di cui è l’altra medaglia, è mio amico, e con esso ancora carteggio, e due volte è stato quì a Firenze, e più volte è venuto a discorrere meco. Sono circa sei anni che principiò a raccogliere medaglie. [...] Non ho più speranza di potere vedere le medaglie che S. A. ha ricevute di Spagna, che sono alcune migliaja. Nella Spagna furono numerose colonie Romane, fatte da Cesare ed Augusto, e stante che fuora d’Antonio Agostino, che circa 100. anni sono muorì, niuno in quelle parti attese a scrivere di medaglie, credo che nel Museo gionto a S. A. vi siano cose rarssime. Voglio però tentare la terza volta non più con chiedere, ma col pregare a perdonarmi d’aver osato di pretendere maneggiare un sì prezioso tesoro. Queste medaglie stanno in alcune casse vicino alla camera propria di S. A. quale fra pochi giorni calando nelle camere dell’estate, potrebbe essere che mi permettesse dimorare ove stanno le medaglie, mentre ora io ivi vedrei e sentirei le cose che sono proprie del Serenissimo. Così mi vado consolando con supporre quel pretesto della irresoluzione di S. A. se bene avendo detto, che ci pensarebbe, è la solita negativa che in latino suol dare. Il Signor Magliabechi però mi dice, che per due medaglie, o 3. se forse vi siano, non mi curi durare tanta fatica. E' vero, ma la curiosità è troppo grande. [...] Firenze 2. Luglio 1680" (Noris 1741, lettre XX, col. 64-65). |
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