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| |Place=Venice | | |Place=Venice |
| |Coordinates=45.43719, 12.33459 | | |Coordinates=45.43719, 12.33459 |
| |Associated persons=Francesco Boncompagni; Pietro Morosini; Nicolo Bon; Giovanni de Lazara | | |Associated persons=Francesco Boncompagni; Pietro Morosini; Giovanni de Lazara; Nicolò Bon |
| |Literature=Noris 1681; Noris 1741, letter XXX, col. 87-88; Missere Fontana 2001-2002, p. 219, note 59 | | |Literature=Noris 1681; Noris 1741, letter XXX, col. 87-88; Missere Fontana 2001-2002, p. 219, note 59 |
| |Numismatic keyword=collection numbers; roman; roman provincial; corrosion; caligula; nicaea; book production; errors; typography; medallions | | |Numismatic keyword=collection numbers; roman; roman provincial; corrosion; caligula; nicaea; book production; errors; typography; medallions |
| |CorrespondenceLanguage=Italian | | |CorrespondenceLanguage=Italian |
| |Grand document=-Lettre du 4 jan. 1681 (de Venise) : sur la collection de Francesco Boncompagni « Quì ho veduto lo scrigno dell’Eccell Signor Pietro Morosini, ove fra le altre cose vi sono 120, in circa medaglioni, ed il Signor Dottor Bon n’è il direttore. Ivi ne ho trovata una Greca di Cajo, benchè per essere corrosse in parte le lettere, si possa dubitare se sia di Caligola. Nel dirito porta l’effigie d’Augusto coll'iscrizione. ΙΚΑΙΩΝ cioè Nicaeensium, vi è qual. che vestigio d’un Θ, che direbbe Geog. Nel roverscio si legge ΓΑΙΟΣ ΣΕΒΑΣΤ... .. forsi Σεβαλου ΥΙΟΣ, come dice una del Co. Lazara. Io però la voglio attribuire al mio Caio Cesare figlio d’Augusto. Il Signor Dottor Bon la riverisce, e desidera sapere se ha ricevuta la nota dello studio Boncompagno. Dice che ha in ordine tutto lo studio Tiepolo. La mia stampa ora è gionta alla p. 300 ch’è i due terzi dell’opera. Io non le posso spiegare la fatica, che faccio per la correzione. Ieri stetti sei ore intiere nella stamparia, perchè sono incredibili gli errori che visanno gl’ignoranti compositori. Ella in tutti i modi patteggicollo stampatore di volere il torchio per se, per vedere la seconda correzione fatta non con le mani, ma tirata nel torchio, perchè vi spiccano meglio gli errori. Io vado 3 volte al giorno alla stamparia per vederla su il torchio, mentre di prima erano usciti circa 30 errori in pochi fogli, i più erronei, de quali farò ristampare. In italia non si può fare altrimenti. Sarebbe bene ch’ella facesse leggere la seconda correzione da qualche persona dotta solo nel Latino, perchè ivi questo trovarebbe qualche errore; mentre l’autore come prattico del la materia, la scorre troppo veloce leggendola. Io ho meco condotto da Firenze un aiutante di studio, che quasi in ogni foglio vede qualche errore di lettere stra volte, o altro da me non osservato. » (Noris 1741, lettre XXX, col. 87-88; Missere Fontana 2001-2002, p. 219, note 59). | | |Link=https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=hvd.32044081387508&view=1up&seq=49&skin=2021 |
| | |Grand document=Lettre du 4 janvier 1681 (de Venise): sur la collection de Pietro Morosini et Francesco Boncompagni: "[...] Quì ho veduto lo scrigno dell’Eccell. Signor Pietro Morosini, ove fra le altre cose vi sono 120. in circa medaglioni, ed il Signor Dottor Bon n’è il direttore. Ivi ne ho trovata una Greca di Cajo, benché per essere corrosse in parte le lettere, si possa dubitare se sia di Caligola. Nel dirito porta l’effigie d’Augusto coll'iscrizione. ΙΚΑΙΩΝ cioè Nicæensium, vi è qualche vestigio d’un Θ, che direbbe Θεòς. nel roverscio si legge ΓΑΙΟΣ ΣΕΒΑΣΤ.....forsi Σεβαλου ΥΙΟΣ, come dice una del Co: Lazara. Io però la voglio attribuire al mio Cajo Cesare figlio d’Augusto. Il Signor Dottor Bon la riverisce, e desidera sapere se ha ricevuta la nota dello studio Boncompagno. Dice che ha in ordine tutto lo studio Tiepolo. La mia stampa ora è gionta alla p. 300 ch’è i due terzi dell’opera. Io non le posso spiegare la fatica, che faccio per la correzione. Jeri stetti sei ore intiere nella stamparia, perché sono incredibili gli errori che vi fanno gl’ignoranti compositori. Ella in tutti i modi patteggi collo stampatore di volere il torchio per se, per vedere la seconda correzione fatta non con le mani, ma tirata nel torchio, perché vi spiccano meglio gli errori. Io vado 3. volte al giorno alla stamparia per vederla su il torchio, mentre di prima erano usciti circa 30. errori in pochi fogli, i più erronei, de' quali farò ristampare. In Italia non si può fare altrimenti. Sarebbe bene ch’ella facesse leggere la seconda correzione da qualche persona dotta solo nel Latino, perché ivi questo trovarebbe qualche errore; mentre l’autore come prattico della materia, la scorre troppo veloce leggendola. Io ho meco condotto da Firenze un ajutante di studio, che quasi in ogni foglio vede qualche errore di lettere stravolte, o altro da me non osservato. [...] Venezia 4. Gen. 1681" (Noris 1741, lettre XXX, col. 87-88; Missere Fontana 2001-2002, p. 219, note 59). |
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