Difference between revisions of "Giovanni Battista Passeri - Antonio Francesco Gori - 1738-10-25"
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Revision as of 15:04, 25 September 2019
FINA IDUnique ID of the page ᵖ | 4524 |
InstitutionName of Institution. | Florence, Biblioteca Marucelliana |
InventoryInventory number. | BVII, 24, f° 49r-50v; |
AuthorAuthor of the document. | Giovanni Battista Passeri |
RecipientRecipient of the correspondence. | Antonio Francesco Gori |
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . | October 25, 1738 |
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. | Pesaro 43° 54' 35.32" N, 12° 54' 47.23" E |
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. | Onorio Arrigoni |
LiteratureReference to literature. | Gori 17401, Ravara Montebelli 2011, p. 333, note 21– online2 |
KeywordNumismatic Keywords ᵖ | book, plates, draftsman, etruria, etruscan, engraving |
LanguageLanguage of the correspondence | Italian |
LinkLink to external information, e.g. Wikpedia |
-Lettre du 25 octobre 1738 (de Pesaro): “Via su dunque, mettiamo le mani al terzo tomo del Museo Etrusco per crescer corpo e spirito a questo vasto capo d’erudizione. Io mi sono impegnato (giacché altro non posso) di portare alla sua fabbrica sulle spalle dieci mattoni, cioè a dire di fornirla di dieci degne tavole. Quattro ne ho date a disegnare al Sig. Menabuoni e sono … 3 e 4. Due tavole di monete etrusche inedite. Nella prima tavola resterà il sito vacante per le altre due che li mandai, le quali sono certo di conio, ma tagliate intorno malamente collo scalpello. Le sopradette monete sono, pare a me, sedici, tutte in mano dell’Abate Arigoni, il quale passò di qui giorni sono [c. 49 v.] ed io lo assediai che mi facesse vedere i disegni, anzi le stampe del suo gran Museo, che egli porta sempre dovunque. Ora è che mai havremo la consolazione di vederlo pubblicato. Egli mi compiacque e mi permise ancora di trascrivere anco con permission di pubblicare ciò che volevo, ed io scelsi le sopradette tutte di Todi, perché siano presto date alla luce per consolazione degli amici che ho in quel paese. Desidero che le faccia incidere tutte insieme per poterne mandare colà qualche esemplare, e i disegni si fanno sulla misura de’ rami stampati. […] Ma io credeva di poter arrivare anche alla trigesima poiché giunto qua l’abate Arigoni di ritorno da Loreto starei sulle mosse e correrei io per dar le mani a qualunque condizione sopra una serie di pezzi alla quale non vedremo mai la compagna; grave urgenza mi trattenne; seppi poi che non si era più in tempo e che un orrido frate rignicolo s’era portata via una moneta etrusca di mole sorprendente, della quale neppur volle lasciar prenderne disegno.» (Firenze, Biblioteca Marucelliana, BVII, 24, f° 49r-50v; Ravara Montebelli 2011, p. 333, note 21– online).