Giovanni de Lazara - Giuseppe Mantegna - 1653-9-5

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Giovanni de Lazara, Padua

Giovanni de Lazara - Giuseppe Mantegna - 1653-9-5
FINA IDUnique ID of the page  7594
InstitutionName of Institution. Lendinara, Archivio Storico e Biblioteca Comunale
InventoryInventory number. Archivio de Lazara, A 2-2-7, ff° 124r-125v
AuthorAuthor of the document. Giovanni de Lazara
RecipientRecipient of the correspondence. Giuseppe Mantegna
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . September 5, 1653
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Padua 45° 24' 27.79" N, 11° 52' 24.42" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Sebastiano Erizzo, Giovanni da Cavino, Enea Vico, Giacomo Zabarella, Giacomo Quaglia, Ottavio Ferrari, Carlo Ruzzini, Giorgio Torre
LiteratureReference to literature. Vico 1558a1, Casarotto 2015, Appendice 15, p. 282-2832
KeywordNumismatic Keywords  Forgeries , Connoisseurship , Casted Coins , Patina , Corrosion , Legend , Metal Composition , Otho , Roman , Forger , Coin Price , Rarity , Padua , Autopsy
LanguageLanguage of the correspondence Italian
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre du 5 septembre 1653 (de Padoue) : « È quasi impossibile notare le condizioni che distinguono le medaglie antiche dalle finte in modo che, senza la pratica per molte averne vedute maneggiate e considerate, se ne possa acquisire la necessaria cognizione. Nondimeno ciò che con parole si possa ricordare sono gli infrascritti particolari, cioè l’osservazione che sijno di conio et non di getto, che la patina, che è la superficie sia naturalmente prodotta dall’antichità, che la corrosione non sia fatta con l’arte, che non siano errate le lettere, che l’effigie incontri bene et che il metallo non si moderno, il quale si conosce dal colore e dall’esperienza del maneggiarlo. Ma venendo a quella d’Ottone, che vedo esser V.S. del parere che è il suo padrone, come non voglio assolutamente negare che possa esser antica; così posso bene affermare che per le ragioni che adduce, niente mi sminuisce il concetto, che ho sempre avuto di tenerla per falsa; nè dall’Erizzo se ne può cavare fondamento alcuno. Quegli dice averne veduta una di maniera greca, et questa è di maniera latina, cioè romana, e dice l’Erizzo che quella da lui veduta aveva per riverso una corona civica, et questa ha il parlamento à soldati per quanto ho veduto dall’impronto inviatomi. Onde nienteincontra ma quando anco incontrasse, et che in alcuna delle sopra narrate cose dasse sospetto, l’autorità di tale autore è nulla servirebbe, parte assai ne sono state fatte da modeni Vettor Gambello, Giovanni Cavino Padovano, Benvenuto Cellini, Alessandro Greco, Leone Aretino, Giacomo Da Tresso, Federico Bonzagna Parmiginao, et altri eccelenti imitatori delle medaglie antiche, de quali fa onorata menzione Enea Vico ne’ i suoi discorsi stampati l’anno 1558, il quale parlando d’Ottoni, spente queste formali Di Othone in argento et in oro sono rare, ma di rame sin qui non ne ho veduto alcuna antica, ne (f° 124v) parlando con vecchi professori di queste cose in tutta Italia non ho ancor trovato uno, che vedute ne abbia, ma bensì di finte assai. Et così confermami tutti gli atlri che hanno scritto di talli materie, fuorchè l’Erizzo, il quale in questo particolare ha poco credito, e tutti noi altri, che di queste cose abbiamo diletto, crediamo che assolutamente si sia ingannato così in proposito d’Ottone, come alcuni altri imperatori, de quali mette certi medaglioni che mai sono stati trovati veramente antichi et forsé ò sarà stato troppo prodigo nella sua osservazione ovvero per maggiormente render adornata l’opera sua, che certo è degan d’ogni estimazione, avrà fatto come colui il quale perché sij più copiosa la festa chiama non solamente le belle ma l’atre ancora, che si fan strada con l’arte. Nel creder che si trovi medaglia antica di metallo dell’Imperatore Ottone io sono un’ altro Tomaso. Nel studio del Ruzzini in Venezia ve ne è una così ben fatta che ingannerebbe ogn’uno quando nel nome non mancasse la letera H. Il D.re Galvano professa averne una, mà non rischia mostrarla a ch’intende il mestiero, perché non perdi il credito. Il nostro padre Quaglia ne ha due bellissime, et con forestieri si vanta, che sijno antiche, ma dalle lettere sono condannate false. Io ne ho una, che già comprai con molt’altre dal conte Giacomo Zabarella qual senon fossi scrupuloso, direi che fosse antica, ma sarebbe un’eresia. Insomma non è impossibile il trovarne, mà sin hora non è alcuno che si abbia trovato. Onde, se questa di Cologna è buona, con ragion è stimata assai dal Padrone, mà consigliandola come vero amico V.S. non s’infilzi a spender troppo denari per averla, perché di cento carati novantanove e mezzo ne ha di restar burlata, et l’altre medaglie di Tiberio, M. Agrippa, Claudio, Nerone, Traiano, Antonino Pio, Tito, Severo e Mamea, sono tutte ordinarie, e di pochissimo valore, quando però (f° 125r) non fussero accompagnate da riversi rari di molte figure, Allortium, Congiarij, animali, archi, tempij, ovvero altri edifici. Non fallerà acquistandone di Pompeo magno, Giulio Cesare, Marco Lepido, Marc’Antonio, Augusto grandi, Tiberio grandi, Caligola grandi, Vitellio, Galba, Britannico, Antinoo, Elio cesare, Pertinace, Giuliano, Pescenio, Albino, Getta, Macrino, Diadumeniano, Eliagabalo, Gordain Africano, Balbino, Puppieno, Etrusco Decio, Hostiliano, Emiliano, Salonium Valeriano, et Valeriano Cesare, e così di Cleopatra, Messalina, Agrippina di Claudio, Poppea, Domitilla, Fuchia, Domitia, Plotina, Marciana, Matidia, Scantilla, Didia Nara, Plautilla, Annia Faustina, Paula Aquila Sormia, Mesa, Paulina, Tranquillina, Orbiana et Cornelia sicuramente però sijno certamente antiche e ben tenute. In Padova del presente tempo non è chi abbia speso più di me in medaglie, avendo sin d’ora consumato poco meno di mille ducati et l’altro giorno, fu il primo del corrente, comprai dal Padre Quaglia vinti medaglie per vinti cecchini, mà senza veder ciò che ho da comprar, non posso accomodarmi l’animo di far alcuna spesa, non perché faccia stima del denaro, massimamente non si tratta di molto, ma perché non posso tollerar la mortificazione di credere di accrescer il studio di qualche bella cosa, et poi trovarmi deluso il pensier. Se V.S. verrà a Padova avrò consolazione di vederla per l’affetto che le porto, e avendo soddisfazione con la visione di molte medaglie antiche, false e dubbiose, le mostrerò più umanità quanto sopra forse desiderare, il che non è possibile esprimere in carta. Se verrà anco quello che hà la medaglia, resterà ancor lui soddisfatto ò dal pagamento o dalle ragioni che gli leveranno la malinconia, poiché noi diciamo una malinconia sia quella di creder d’avere medaglia buona d’Ottone, et se non concorreranno con il mio parere li SS.ri D.ni Ferrari, Ordato, Torre, e Galvano” (Lendarina (Rovigo), Biblioteca comunale G. Beccari Lendarina, Archivio de Lazara, A 2-2-7, ff° 124r-125v; V. Casarotto 2015, Appendice 15, p. 282-283).

References

  1. ^  Vico, Enea (1558), Discorsi di M. Enea Vico parmigiano, sopra le medaglie de gli antichi divisi in due libri. Ove si dimostrano notabili errori di Scrittori Antichi, e Moderni, intorno alle Historie Romane [...], appresso Gabriel Giolito de Ferrari, Venice.
  2. ^  Casarotto, V. (2015). Giovanni de Lazara (1621/1690). Collezionista numismatico nella Padova del Seicento. Le collezioni antiquarie, l’epistolario, la biblioteca, Polymnia: numismatica antica e medievale. Studi 8. Trieste.