Jean Foy-Vaillant - Enrico Noris - 1690-3

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Jean Foy-Vaillant

Jean Foy-Vaillant - Enrico Noris - 1690-3
FINA IDUnique ID of the page  5403
InstitutionName of Institution. Rome, Biblioteca Angelica
InventoryInventory number. Manoscritti, ms. 910, Carteggio, cc. 66r-71v
AuthorAuthor of the document. Jean Foy-Vaillant
RecipientRecipient of the correspondence. Enrico Noris
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . March 1690
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution.
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Andreas Morell, Claude Nicaise, Sebastiano Bianchi, François de Camps
LiteratureReference to literature. Foy-Vaillant 1701Foy-Vaillant 1701, Narducci 1893, p. 388-390Narducci 1893, Pélissier 1903, p. 186, 3Pélissier 1903
KeywordNumismatic Keywords  Prison , Drawing , Book , Duplicates , Copies , Greek , Wartime , Roman , Medallions
LanguageLanguage of the correspondence Italian
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre de la mi-mars 1690 : « Il signor Morel, uscito della Bastiglia da cinque o sei mesi, è tornato alla corte per dimandare ricompensa delli suoi disegni, ma vi è disperando hora di ottenerla da M. di Louvois e pensa di tornare ai suo paese fatte le Pasque. il desiderio che ha di veder l’Italia le potrebbe portare in questo paese » ; « Ho con grandissimo mio gusto inteso per la sua lettera a me resa dal abate Nicaise che finalmente era terminato il suo libro, benche con molto disgrazie, cose che sono ordinarie a tutti quelli che fanno stampare. V. R. mi rallegra assai con mandarmi che il gran duca si é ricordato di un suo humillissimo servo. Aspetiavo sempre che il sig. Bianchi avesse finito di ordinare le medaglie di S. A. S. per mandarmene una lista di quelle precipue che mancano per le teste e per li rovesci, accioche si per fortuna mi cadessero io le li possa communicare. Spero dunque potere in breve tempo inviarla con una coppia delle doppie che saranno nel museo. Rendo gratie infinite a V. R. della speranza che ella mi fa di mandarme a Parigi l’opera sua da me stimatissima e bramata da longo tempo » … » Ricivei da V. R. una lettera scritta da Pisa del 28 gennaio per laquale mi mandava queste parole: «Il serenissimo gran duca mi disse ieri volere mandare a V. S. uno de’ miei libri, ma cio li dissi che ne mandarei a Parigi alquanti essemplari e che due di questi sarrebero destinati a lei». Ricevuta la littera scrissi a V. R. perringraziarla davanza, ma finalmente li libri essendo venuti a Parigi e essendo distribuiti a molti da questi PP. Benedictini senza che ne havesse, mandai un servitore con un bolletino a sapere se non c’e n’era per me duoi come V. R. mi haveva avisato. Me ne mandarme uno con uno bulletino che non c’era ordine che per uno. Ho pensato che fosse quello che me manda S. A. Serma e cosi ne l’ho ringratiato delle memorie che ha havuto di me e del honore che in questo in ha fatto, con questa occasione li ho scritto che potero adesso aumentar il suo bello studio. Non lascio di ringratiar V. R. per il libro che fa honorata mentione molte volte di me; cosi puole credere che fo una stima particolare del titolo che mi da c’è ella d’amico per che la posso assicurare che non alcuno che li sia più di me. Con gran avidita ho parcorso alla prima il libro; hora vo puoco a puoco legendole che trovo tutte pieno di grande erudizione. » ; « »Vaillant avait fait en 1689 un voyage en Italie [je n’en ai jamais entendu parler, en revanche je connais son voyage de 1686. Vaillant a aussi effectué des voyages en Angleterre et en Allemagne à des dates que j’ignore. Il faisait aussi des déplacements en France. Le texte de la lettre peut aussi faire référence à Bauveais, son «paese», où il était en conflit avec sa belle-famille, en principe l’affaire s’est terminée par un arrêt du Parlement de Paris rendu en 1683, mais rien ne dit qu’il n’y a pas eu des escarmouches après cette date. Ce voyage semble douteux s’il a écrit à Noris le 28 janvier 1690.], dont il était de retour avant mars 1690, mais il avait eu à son retour des ennuis d’affaire «con una lite al paese per certi beni occupati per fraude in mia assenza, ma, grazie a Dio, ogni cosa ha riuscito in mio vantaggio, e ricominciaremo a parlare medaglie. Vo rimettendo in ordine tutte le belle cose che ho osservato nell’ultimo mio viaggio d’Italia. In materia di medaglie grecche ho delle cose stupende » ; « Ho finito l’istoria di Ptolemeo re d’Egitto, el quale speravo dedicare al granduca come me ne haveva data la licenza; ma siamo in tempo di guerra, nel quale gli mercanti di libri non hanno permissione di mandare cosa alcuna fuora del regno e cosi non trovo alcuno che lo voglia stampare; bisognera aspettare la pace tra gli principi cristiani » ; « Mgr. le vescovo di Pamiers a fatto stampare qualche cosa sopra li suoi medaglioni che a fatto novamente intagliare e promette presto de donarle fuora. Credo che non mi neghera un di suoi libri per V. R., se non le manda de parte sua » (Rome, Biblioteca angelica, Manoscritti, ms. 910, Carteggio, cc. 66r-71v; voir Narducci 1893, p. 388-390 ; Pélissier 1903, p. 186, 3).