Lelio Pasqualini - Nicolas-Claude Fabri de Peiresc - 1606-5-16: Difference between revisions

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Latest revision as of 16:10, 1 September 2020


Lelio Pasqualini, Rome

Lelio Pasqualini - Nicolas-Claude Fabri de Peiresc - 1606-5-16
FINA IDUnique ID of the page  10154
InstitutionName of Institution. Paris, Bibliothèque nationale de France
InventoryInventory number. Fonds français 9539, f. 244r-245r
AuthorAuthor of the document. Lelio Pasqualini
RecipientRecipient of the correspondence. Nicolas-Claude Fabri de Peiresc
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . May 16, 1606
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Rome 41° 53' 35.95" N, 12° 28' 58.55" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Joseph Juste Scaliger, Lorenzo Pignoria
LiteratureReference to literature. Carpita - Vaiani 2012, n° XXVI, p. 124-1271
KeywordNumismatic Keywords  Health , Gems , Miltiades , Homer , Cato , Roman , Numerianus , Archelaos , Herod The Great, Marcellus , Marius , Sulphur Cast
LanguageLanguage of the correspondence Italian
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre du 16 mai 1606 (de Rome) : “ [c. 244r] Molto Ill.re Sig.re mio oss.mo, La l.ra di V. S. di quattro di Gennaio con lo scattolino datomi dal S.r Fran:co Oliviero mi trovò in letto, dove sono stato due mesi intieri: hora con l’occasione di questo buon padre, che viene in Aix rispondo à V. S. se bene con poca comodità, perché questo Padre ha fatto, come fece l’altro, che speditosi prima de’ suoi negotij, quando è stato su’l partire mi ha dato notitia di lui: io non mi stenderò in altre parole, per haver più spatio di servir V. S. et in ciò tenerò l’ordine della sua l.ra. Del Miltiade non ho potuto far diligenza niuna, perché appena posso sofferire di veder aria per la debolezza del capo causata dal mal passato; et temo grandemente, che l’intaglio sia moderno, si come mi par l’altro ancora in niccolo tenuto per Homero; quanto all’effigie d’Homero di questo intaglio, somiglia un poco alle medaglie contornite, ma non all’altre, che sono di buoni maestri: quanto all’autorità di Plinio, io non giudico che sia da intendersi, et applicarsi così generalmente, che si possa dire, che gli antichi non havessero l’imagine vera di Homero; che sarebbe contra all’altre buone autorità.Il M. Marcello in corniola non solo è moderno, et di Cesare, ma il solfo stesso dell’impronto mandatomi è fatto di mano di esso Cesare.L’altre tre teste calve fatte per Catone sono moderne, et V. S. le ha osservate bene; et può notar ancor di piùle l.re coi punti innanzi à ciascuna parola, cioè .CAT. .CEN. che non troverà facilmente in uso degli antichi.5 Il Solone in Ametisto credo, come V. S., che sia di mano di Cesare; ma sia come si voglia, basta che l’intaglio è moderno di certo.6La donna in plasma che tiene un fanciullo in braccio, et una colomba nell’altra mano è di molto buono maestro, ma non è però senza qualche cosa che mi da noia, come scriverò un’altra volta; per hora dico, che io, che non uso di specular molto alto, giudico, che quella figura sia d’Iside, o di Venere genitrice che così si veggono formate da gli antichi in figurette, in medaglie, et in marmi; et il fanciullo, et la colomba fur lor ? date, pe’l nutrimento, et per la fecondità che ne danno; non allego à V. S. autori, per non haver tempo; oltre che sono cose molto ordinarie: ben dico, che chi vuol dare interpretatione sicura à quella corniola, bisogna prima, che fermi la propositionem se sia intaglio antico, oin calce a sinistra Sig.r Nicolò di Callasso [c. 244v] moderno; di che per hora io non mi risolvo.I due primi Sardonij con quella donna sopra l’altare sono moderni, et credo che’l grande che ha l’altre due figure sia di Cesare; et io dirò à V. S. in q.sto proposito, che già intorno à dieci anni, mostrando io a Cesare il mio intaglio simile, lo pigliò in mano, et senza guardarlo mi disse queste parole; questo è intaglio molto buono, et ha dato gran che fare à molti; le quali parole all’hora io non intesi, ma hora per mezo di q.sti intagli mi si fanno chiarissime: 8il mio intaglio è in Diaspro verde macchiato di sangue belliss.o et è intorno à 40 anni e più, che è in Roma et per non essere inteso da niuno, si sono ingannati i m.oderni artefici in imitarlo; che quanto à me, credo di lui quello stesso che prima, parendomi, che con la lancia, vi sia alcuna altra cosa, fatta forse per lo scudo; se però è così, che sa V. S. che io comincio à patire della vista; ben riceverò à molto favore, che ella me ne dia il parer suo, che sa che suole essere l’Apolline delle mie cose: se non tiene l’hasta con la positura ordinaria forse può avvenire dall’atto che fece la Dea, che V. S. ha notato bene nel suo intaglio.9L’Achille di V. S. che strascina l’Hettore à me non piace, et non vi veggo cosa di antico, et di buono.10L’intaglio di quel soldato, che tiene una testa in mano, è molto buono, et di mia sodisfattione.11L’intaglio di Scylla è belliss.o et tanto à gusto mio, quanto altra? cosa che io m’habbia veduto; et per non mandarlo in dozzina con gli gli sic altri sopra notati, mi riservo ad un’altra più commoda occasione di scrivernele.Quanto alle medaglie la ringratio molto degli impronti mandatimi. Del Tetrico, et del Vittorino non posso hora dirle altro: Dell’Eugenio io ne ho uno d’argento grande simile al suo d’oro, et pure nel piccolo mio si conosce che ha barba.13Il numeriano con l’inscrittione (Unde victores) non è rariss.o si come dissi li giorni passati al S:re Pignoria, che pur me ne domandò; sa bene per ritrovarmi in letto non gli poté mostrare la medaglia. [c. 245r] Ho veduto con molto mio piacere l’interpretazione del Scaligero intorno al segno una X composta di più segni et sopra tutto resto __? schiavo à quello (nobis constat) certo io ho molta invidia alla natura del Sig.re Scaligero, che in cose, che à gli altri sono tanto difficili, egli si contenta, et si da pace con tanta facilità, et sicurezza, che può dire nobis constat. Non ho tempo di dire altro in q.sto proposito; un’altra volta supplirò al difettopresente: In tanto dico à V. S. che le mando uno scatolino con alcune cose, parte domandatemi da lei, et parte che ho pensato che le debbiano sic piacere: le mndo fra l’altre cose un Archelao in vece dell’Herode; si come le scrissi di Marcello, volendo dire Mario, così le scrissi ancora Herode volendo dire Archelao.Signore bisogna perdonare alla vecchiezza, alla infermità continua, et sopra tutto à travagli infiniti dell’animo. Bacio la mano di V. S. et le prego da Dio ogni felicità, et contento. Di Roma li XVI di Maggio 1606.D. V. S. M. Ill.reServ.re affettionatiss:oLelio Pasqualini di mano di Peiresc: Copia delle Cartucce nelle quali erano piegati gl’impronti APOLLINE DI DIOSCORIDE Corniola in mano del Card. Farnese la quale è rotta quanto tiene il braccio dritto.La gamba sinistra è intera nell’intaglio ma nel solfo havuto è rotta. Sopra il qual solfo si è fatto quaesto altro: onde non ha potuto venir bene. Le l.re e il nome di DIOSCORIDE sono nel vano sotto il posam.nto de’ piedi. La figura tiene un’hasta. Et in inanzi sic vi è uno scudo grande con certe armi sotto come tropheio ?. Nell’altra mano tiene il Parrazonio, et certo vestito. [c. 245v] A Monsieur / Monsieur de Peiretz ?/ A Aix en Provence / Per Mon.r le Conseiler de’ Callas / Con uno scatolino / in calce di mano di Peiresc: / 16 Maggio 1606 / Promette di far diligenza per il Miltiade, giudicato intaglio moderno si come quello di Homero. / Effigie di Homero più certa che non dice Plinio. / Marcello moderno di Cesare. / Le teste di Catone calve, moderne. / Il Solone di Cesare moderno. / Taglio di Iside in plasma indeciso. / Bacchante in sardonio moderna. / Bacchante sua in diaspro verde, per Cassandra. / Achille con Ettoore moderno. / Troiano con testa in mano buono. / Intaglio di Scylla belliss.o. / Eugenio suo con barba. / Undiq. Victores in Numeriano. / Scaliger supra il segno disegno con la x composta da più segni / Archelao per Herode. / Pronti / di SAEC · AUR in Hadriano / di ARCHELAO d’argento / di M. Marcello restituito / dell’Apolline di DIOSCORIDE / della Troya con Achille et Hettore / della Cassandra, ò Bacchante in Diaspro / del’Annello sic trovato nella sepoltura di Platina che pare Cicerone.” (Paris, BnF, Fonds français 9539, f. 244r-245r ; Carpita & Vaiani 2012, n° XXVI, p. 124-127).

References

  1. ^  Carpita, Veronica - Vaiani, Elena (2012), La correspondance de Nicolas-Claude Fabri de Peiresc avec Lelio Pasqualini (1601-1611) et son neveu Pompeo (1613-1622), Paris.