Michelangelo Zorzi - Niccolò Coleti - 1720-5-18: Difference between revisions

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|Associated persons=Gisbert Cuper; Ezechiel Spanheim; Paolo Pedrusi; Jean Tristan de Saint-Amant; Charles Patin; Francesco Mezzabarba Birago; Giovanni Vignoli; Enrico Noris; Antonio Agustin; Fulvio Orsini; Sebastiano Erizzo
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|Literature=Erizzo 1559; Agustin - Orsini 1592; Tristan de Saint-Amant 1644; Spanheim 1671; Mezzabarba Birago 1683; Noris 1691; Pedrusi 1694; Cuper 1697; Patin 1697; Fabretti 1702; Vignoli 1705; Zorzi 1726, p. 151-188
|Literature=Erizzo 1559; Agustin - Orsini 1592; Tristan de Saint-Amant 1644; Patin 1671b; Spanheim 1671; Mezzabarba Birago 1683; Noris 1691; Pedrusi 1694; Cuper 1697; Fabretti 1702; Pedrusi 1704; Vignoli 1705; Zorzi 1726, p. 151-188
|Numismatic keyword=roman; gordianus; numismatics; legend; caracalla; diadumenianus
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|CorrespondenceLanguage=Italian
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|Grand document=Lettre du 18 mai 1720 (de Vicenza):  p. 168-170: "Siccome replico non si può negare l'opposizione, così bisogna altresì confessare, che alle medesime si oppongono lo stesso Fabbretti, Inscript. Antiq. cap. X. n. 63. Gisberto Cupero in Historia trium Gordianorum, e lo Spanemio de præst. & usu Numism. tomo primo, pag. 91. e se mi venisse soggiunto, che questi gravissimi autori non possono derogar al fondamento autentico delle pubbliche lapide, ma che queste possono per lo contrario far contrasto alla fede degli autori per eminenti, e singolari, che sieno, rispondo, contraddicendo ad una verità così chiara, che, in questo particolare, cammina d'accordo con gli antidetti suggetti la incontrastabil autorità delle medaglie, fatte coniare dai Gordiani medesimi, le quali debbono francamente, come decisive di questo punto, esser considerate superiori alle concepute espressioni delle lapide, erette da terze, e forse non ben informate persone. In quanto alle medaglie, portano tutte impressa nel contorno del ritto la seguente leggenda IMP. M. ANT. GORDIANUS AFR. AUG. altre IMP. CAES. M. ANT. GORDIANUS AFR. AUG. simili sono quelle spettanti al figliuolo, ed al nipote Gordiano III. a cui fu dedicato dalla nostra patria il marmo più sopra descritto; epigrafe, che vuol dire, come ognun vede, Imperator Marcus Antonius Gordianus Africanus Augustus, ovvero Imperator Caesar &c. manca nel terzo la parola Africanus, e lo distingue dalli due di questo agnome l'altra di PIUS, anzi si vede, in moltissime medaglie, senza prenome, e nome gentilizio, intitolato solamente IMP. GORDIANUS PIUS FEL. AUG. V.S. mi dirà, che l'iscrizione intorno alla testa delli suddetti Imperadori può ammettere l'interpetrazione ugualmente d'ANTONIO, che d'ANTONINO; opinione approvata anche dal famoso P. Paulo Pedrusi, ornamento della Compagnia di Gesù, e splendore della letteraria Repubblica, nel tomo IV. de' suoi Cesari, pag. 97. ove con la solita felicità di sua penna sublime, così discorre, ‘l'iscrizione, che corre intorno alla testa d'Augsto adorna di radiata corona, così parla IMPERATOR CAESAR MARCUS ANTONIUS GORDIANUS AUGUSTUS, lessi a bella posta ANTONIUS, e non ANTONINUS, come scrissi ne Cesari d'oro, per significare, che questo Principe si suppone capace dell'uno e dell'altro nome’. Sentimento, che vedesi autenticato anche dal voto dell'insigne Tristano, tomo II. pag. 504. Come il ya dice il più che dotto scrittore, des Inscriptions de Gordian qui l'appellent Antoninum, les medailles toutesfois n'en font rien cognoistre non plus, en faveur du nom d'Antonius, que de celuy d'Antoninus’, e però disse più innanzi, ‘Je tiens qu'il porta indiferemment ces deux noms’, co quali s'unisce il Patino, Imperat. Romanorum Numism. pag. 359. Quantunque vi concorra nell'accennato parere la gran mente delli tre sopraddetti illustrissimi letterati, pure non posso, con tutto il rispetto dovuto all'autorità del lor nome, persuadere a me stesso, che l'abbreviatura di ANT. col solo prenome di MARCUS, voglia dire ANTONINUS, non trovandosi nelle antiche memorie alcun esempio, che la sostenti. E' vero, che M. Aur. Antonino Caracalla s'intitolava nelle medaglie IMP. CAES. M. AVR. ANT. AVG. cioè imperator. Caesar Marcus Aurelius Antoninus Augustus, e Diadumeniano, o Diadumeno, che voglia dire, nelle sue M. OPEL. ANT. DIADVMEN. CAES. parole, che esprimono Margus Opelius Antoninus Diadumenianus Caesar, dalla suddetta maniera, che sembra favorevole all'altrui sentimento, non resta però ridotto a meno il vigore di mia osservazione, mentre il prenome di Marco non è αμεσως congiunto con l'abbreviatura ANT. ma intramezzato dalle parole Aurelius, nel primo, & Opelius nel secondo, il che rende con notabile alterazione diversa la massima, che ho di sopra insinuata. » ; p. 171-173: « Ora per far ritorno alle medaglie dei Gordiani, dico, che non può mai leggersi la loro epigrafe, nella maniera, che il P. Pedrusi, ed altri pubblicano per lecita, perche si mostra ripugnante alla loro vera lezione, giusta la mia osservazione, fondata puramente sull'insegnamento infallibile d’alcune medaglie dei medesimi Principi, nelle quali interamente distesa vedesi l'infrascritta leggenda IMP. CAES. M. ANTONIUS GORDIANUS AFR. AUG. veggasi il Mezabarba, pag. 332, e 333. Il simile si può dire di Gordiano III. sulle cui medaglie si mira impressa la seguente iscrizione M. ANTONIUS GORDIANUS CAES. riferita dal Mezabarba suddetto, pag. 316. che questa sia del terzo Gordiano lo fa conoscere chiaramente la mancanza dell'agnome Affricano, poscia la dignità espressa di Caesare, che non ebbero mai gli altri due immediatamente dichiarati Augusti: oltre alle medaglie latine, vi sono ancora le greche, che danno maggior peso alla verità, che vado rappresentando, coll'esprimere senza raccorciamento la famiglia Antonia, non Antonina, nella quale alcuni malamente pretendono inserirvi gli accennati Gordiani. Tra le molte, che potrei addurre per fondamento della mia opinione, riferirò puramente quella portata dal rinomato Sig. Ab. Vignoli: pag. 176. della sua Dissertazione de columna Imperatoris Antonini Pii, ammirabile per la pulitezza dell'idioma latino, e per la varietà dell'erudizione, che in se contiene, stampata in Roma, apud Franciscum Gonzagam, 1705, in 4. Quivi si vede un medaglione di Gordiano terzo, con la corona radiata in capo, & Epigrafe AΥΓ. K. M. ANTΩNIOC ΓOPΔIANOC CeB. e vuol dire Imperator Caesar Marcus Antonius Gordianus Augustus, le sigle poi Π. Π. collocate una per parte della testa, significano certamenteΠατήρ Πατρίδος, cioè Pater Patriae. Il medaglione è rarissimo, battuto da Tarso, Metropoli della Cilicia, e non mai ricordato dagli scrittori, ne meno dal Cardinale Arrigo Noris, quantunque, nella Dissertazione IV. cap. I. della sua maravigliosissima opera de anno, & Epochis Syro-Maced. se ne veggano moltissimi altri, fatti coniare dalla stessa città di Tarso in onor di Gordiano, de quali si può credere copiosissimo il Museo del Sereniss. Granduca, lasciato allora in pienissima libertà dell'antidetto Eminentiss. Noris, che molto contribuì a rendere perfetti i suoi studi, e più vasta la sua cognizione nelle antiche materie. Dalle medaglie dunque tanto latine, quanto greche, che mostrano interamente impresso il nome gentilizio dei Gordiani s'impara a ben rilevare l'abbreviatura di M. ANT. & a rigettare l'ANTONINO delle Lapide, e degli scrittori, tra quali certamente dee annoverarsi, con maraviglia, il Patino » ; p. 175-178 : « Siccome dunque dalle parole distese, che si trovano nelle lapide, veniamo in cognizione delle tronche, e raccorciate, che frequentemente s'incontrano, così, con parità di ragione, dalle medaglie, che hanno l'intero nome de Gordiani scolpito, dobbiamo apprendere il vero sentimento delle parole abbreviate, in esse medaglie contenute ed espresse: e però il Mezabarba, il più gran medaglista, che illustri il Mondo erudito, fondato su questa verità, e conoscendo di quanto peso sia l'autorità di questi monumenti, pag. 331 sotto a Gordiano I. lasciò il documento seguente Imp. M. ANTONIUS Gordianus Africanus legendum, nam greci nummi habent ANTΩNIOC, non ANTΩNEINOC, soggiungo io per intelligenza maggiore del fatto, anzi soggiugne meco l'eruditissimo Sig. Ab. Vignoli de columna Antonini Pii cap. VI. pag. 93. per dar maggior credito alla fiacchezza delle mie considerazioni, parlando de Gordiani con aperta chiarezza, così. ‘Sed ab ANTONINORUM numero eos penitus excludunt inscriptiones quamplurime, quae extant apud eundem Gruterum, pag. XXX. 1. LXXXIX. 2. CCLXXII. 1. usque ad 6, & pag. MVI. 8. AA. LXXXV 10. 11. item apud eundem Fabrettum ibidem (cioè cap. X.) num. LXIV & LXV que ANTONIUM Gordianum habent, non ANTONINUM. Hoc satis etiam comprobant veteres nummi, Graeci praecipue, in quibus diserte legitur: M ANTΩNIOC ΓΟΡΔΙΑΝΟC Latini vero, quia nomen compendiose scriptum praeſeserunt, hoc est, M. ANT. GORDIANUS, propterea ex iis quoque docemur, ANTONIOS, non ANTONINOS nuncupatos fuisse, nusquam enim in ANTONINORUM nummis ANTONINI cognomen contractum ac per initiales tantum literas indicatum invenies’. Mi perdoni l'illustre, e da me venerato scrittore, queste sue proposizioni, come lontane dal vero non reggono punto a martello, imperciocchè, secondo ho toccato di sopra, non tutte le medaglie de Gordiani hanno il loro nome abbreviato; e per lo contrario a fronte del suo insegnamento varie degli ANTONINI lo mostrano tale, leggendosi in molte di M. Aurelio, di Commodo, di Caracalla, di Elagabalo, e di M. Opelio Diadumeno il cognome ANTONINO abbreviato, le quali tutte al presente tralascio di riferire, perche si possono vedere nel Mezabarba, pag. 215, 225, 285, e 312. E perche non debbo con nuovi intrecciamenti di prove perdere la traccia del mentovati Gordiani. L'Agostini dunque, Vescovo di Lerida, e poi Arcivescovo di Tarracona, niente diverso dai suddetti celebri autori, e cotanto benemerito dell'antichità, nel suo nobilissimo trattato de familis Romanorum, posto in fine dell'Orsino, pag. 324. numerando i più cospicui suggetti della famiglia ANTONIA comprende in essa i Gordiani. Postea, dice il dotto Prelato, tres Imperatores ANTONII Gordiani fuerunt. Il medesimo ne suoi Dialoghi intorno alle medaglie, inscrizioni & altre antichita, pag. 29. Della stampa di Roma in fogl. in cui manca l'anno dell'impressione, ratifica in simil guisa il già detto: ‘Ancora a Gordiano conviensi l'effigie di Ercole per eſſer del lignaggio degli ANTONII; i quali dicevano esser discesi da un figliuolo di Ercole’, favola raccontata da Plutarco, in vita Antonii, pag. 352 a tergo, Parisiis, sub signo Lilii aurei, 1531. In fol. Erat enim fabula antiqua, scrive l'ingenua penna dello Storico greco, Antoniorum familiam ab Hercule natam, ab ANTEONE Herculis filio cognomen accepisse; ma lasciamo la follia di questa capricciosa invenzione, e diciamo, con la scorta dell'Erizzo, nella dichiarazione delle medaglie antiche, che la figura di Ercole, rappresentato nel rovescio di quelle di Gordiano III. è allusiva alla fortezza di questo Principe, tanto decantata da Capitolino, nell'epitafio posto pag. 549. del libro più volte citato Historie Auguste scriptores, e conceputo nelli seguenti termini. Divo Gordiano victori Persarum, victori Gothorum, victori Sarmatarum, sed non victori Philipporum; per essere stato dalli due Filippi padre, e figliuolo tradito, a fine di rapirgli l'Imperio, come succedette: e giacchè si è fatta menzione della famiglia ANTONIA, non sarà fuor di proposito, nè fuor di nicchia aggiugnere, che Marcantonio triumviro si vede segnato sulle medaglie, con questa epigrafe M. ANT. IMP. III. VIR R.P.C. cioè Marcus Antonius Imperator Triumvir Reipublice Constituende, e chi volesse rilevar l'antidetta leggenda, col dire Marcus ANTONINUS Imperator &c. meriterebbe esser corretto col baculo, magistral di Fidenzio. Non ardisco augurartemerariamente altrettanto a chi si compiace di leggere in simil guisa l'abbreviatura de'Gordiani, per la riverenza, che porto alla fama di chiunque professa un tal genio, e per essere quistione antichissima, non moderna questa, che ho sinora agitato intorno al doppio nome degli accennati sfortunatissimi Principi; la ragione d'una tale diversità viene spiegata dal Tristano, tomo II. pag. 473. e 503. » (Zorzi 1726, p. 151-188).
|Grand document=Lettre du 18 mai 1720 (de Vicenza):  p. 168-170: "Siccome replico non si può negare l'opposizione, così bisogna altresì confessare, che alle medesime si oppongono lo stesso Fabbretti, Inscript. Antiq. cap. X. n. 63. Gisberto Cupero in Historia trium Gordianorum, e lo Spanemio de præst. & usu Numism. tomo primo, pag. 91. e se mi venisse soggiunto, che questi gravissimi autori non possono derogar al fondamento autentico delle pubbliche lapide, ma che queste possono per lo contrario far contrasto alla fede degli autori per eminenti, e singolari, che sieno, rispondo, contraddicendo ad una verità così chiara, che, in questo particolare, cammina d'accordo con gli antidetti suggetti la incontrastabil autorità delle medaglie, fatte coniare dai Gordiani medesimi, le quali debbono francamente, come decisive di questo punto, esser considerate superiori alle concepute espressioni delle lapide, erette da terze, e forse non ben informate persone. In quanto alle medaglie, portano tutte impressa nel contorno del ritto la seguente leggenda IMP. M. ANT. GORDIANUS AFR. AUG. altre IMP. CAES. M. ANT. GORDIANUS AFR. AUG. simili sono quelle spettanti al figliuolo, ed al nipote Gordiano III. a cui fu dedicato dalla nostra patria il marmo più sopra descritto; epigrafe, che vuol dire, come ognun vede, Imperator Marcus Antonius Gordianus Africanus Augustus, ovvero Imperator Cæsar & c. manca nel terzo la parola Africanus, e lo distingue dalli due di questo agnome l'altra di PIUS, anzi si vede, in moltissime medaglie, senza prenome, e nome gentilizio, intitolato solamente IMP. GORDIANUS PIUS FEL. AUG. V.S. mi dirà, che l'iscrizione intorno alla testa delli suddetti Imperadori può ammettere l'interpetrazione ugualmente d'ANTONIO, che d'ANTONINO; opinione approvata anche dal famoso P. Paulo Pedrusi, ornamento della Compagnia di Gesù, e splendore della letteraria Repubblica, nel tomo IV. de' suoi Cesari, pag. 97. (Pedrusi 1704, in realtà p. 116, ndr) ove con la solita felicità di sua penna sublime, così discorre, ‘l'iscrizione, che corre intorno alla testa d'Augusto adorna di radiata corona, così parla IMPERATOR CÆSAR MARCUS ANTONIUS GORDIANUS AUGUSTUS, lessi a bella posta ANTONIUS, e non ANTONINUS, come scrissi ne' Cesari d'oro, per significare, che questo Principe si suppone capace dell'uno e dell'altro nome.Sentimento, che vedesi autenticato anche dal voto dell'insigne Tristano, tomo II. pag. 504. Come 'il y a', dice il più che dotto scrittore, 'des Inscriptions de Gordian qui l'appellent Antoninum, ses medailles toutes fois n'en font rien cognoistre non plus, en faveur du nom d'Antonius, que de celuy d'Antoninus', e però disse più innanzi 'Je tiens qu'il porta indiferemment ces deux noms’, co' quali s'unisce il Patino, Imperat. Romanorum Numism. pag. 359. Quantunque vi concorra nell'accennato parere la gran mente delli tre sopraddetti illustrissimi letterati, pure non posso, con tutto il rispetto dovuto all'autorità del lor nome, persuadere a me stesso, che l'abbreviatura di ANT. col solo prenome di MARCUS, voglia dire ANTONINUS, non trovandosi nelle antiche memorie alcun' esempio, che la sostenti. E' vero, che M. Aur. Antonino Caracalla s'intitolava nelle medaglie IMP. CAES. M. AVR. ANT. AVG. cioè Imperator. Cæsar Marcus Aurelius Antoninus Augustus, e Diadumeniano, o Diadumeno, che voglia dire, nelle sue M. OPEL. ANT. DIADVMEN. CAES. parole, che esprimono Marcus Opelius Antoninus Diadumenianus Cæsar, dalla suddetta maniera, che sembra favorevole all'altrui sentimento, non resta però ridotto a meno il vigore di mia osservazione, mentre il prenome di Marco non è αμεσως congiunto con l'abbreviatura ANT. ma intramezzato dalle parole Aurelius, nel primo, & Opelius nel secondo, il che rende con notabile alterazione diversa la massima, che ho di sopra insinuata" ; p. 171-173: "Ora per far ritorno alle medaglie dei Gordiani, dico, che non può mai leggersi la loro epigrafe, nella maniera, che il P. Pedrusi, ed altri pubblicano per lecita, perche si mostra ripugnante alla loro vera lezione, giusta la mia osservazione, fondata puramente sull'insegnamento infallibile d’alcune medaglie dei medesimi Principi, nelle quali interamente distesa vedesi l'infrascritta leggenda IMP. CAES. M. ANTONIUS GORDIANUS AFR. AUG. veggasi il Mezabarba, pag: 332, e 333. il simile si può dire di Gordiano III. sulle cui medaglie si mira impressa la seguente iscrizione M. ANTONIUS GORDIANUS CAES. riferita dal Mezabarba suddetto, pag. 316. che questa sia del terzo Gordiano lo fa conoscere chiaramente la mancanza dell'agnome Affricano, poscia la dignità espressa di Cesare, che non ebbero mai gli altri due immediatamente dichiarati Augusti: oltre alle medaglie latine, vi sono ancora le greche, che danno maggior peso alla verità, che vado rappresentando, coll'esprimere senza raccorciamento la famiglia Antonia, non Antonina, nella quale alcuni malamente pretendono inserirvi gli accennati Gordiani. Tra le molte, che potrei addurre per fondamento della mia opinione, riferirò puramente quella portata dal rinomato Sig. Ab. Vignoli: pag. 176. della sua Dissertazione de columna Imperatoris Antonini Pii, ammirabile per la pulitezza dell'idioma latino, e per la varietà dell'erudizione, che in se contiene, stampata in Roma, apud Franciscum Gonzagam, 1705, in 4. Quivi si vede un medaglione di Gordiano terzo, con la corona radiata in capo, & Epigrafe AΥT. K. M. ANTΩNIOC ΓOPΔIANOC CEB. e vuol dire Imperator Cæsar Marcus Antonius Gordianus Augustus, le sigle poi Π. Π. collocate una per parte della testa, significano certamenteΠατίρ Πατρί δος, cioè Pater Patriæ. Il medaglione è rarissimo, battuto da Tarso, Metropoli della Cilicia, e non mai ricordato dagli scrittori, ne meno dal Cardinale Arrigo Noris, quantunque, nella Dissertazione IV. cap. I. della sua maravigliosissima opera de anno, & Epochis Syro-Maced. se ne veggano moltissimi altri, fatti coniare dalla stessa città di Tarso in onor di Gordiano, de' quali si può credere copiosissimo il Museo del Sereniss. Granduca, lasciato allora in pienissima libertà dell'antidetto Eminentiss. Noris, che molto contribuì a rendere perfetti i suoi studj, e più vasta la sua cognizione nelle antiche materie. Dalle medaglie dunque tanto latine, quanto greche, che mostrano interamente impresso il nome gentilizio de' Gordiani s'impara a ben rilevare l'abbreviatura di M. ANT. & a rigettare l'ANTONINO delle Lapide, e degli scrittori, tra' quali certamente dee annoverarsi, con maraviglia, il Patino" ; p. 175-178: "Siccome dunque dalle parole distese, che si trovano nelle lapide, veniamo in cognizione delle tronche, e raccorciate, che frequentemente s'incontrano, così, con parità di ragione, dalle medaglie, che hanno l'intero nome de' Gordiani scolpito, dobbiamo apprendere il vero sentimento delle parole abbreviate, in esse medaglie contenute ed espresse: e però il Mezabarba, il più gran medaglista, che illustri il Mondo erudito, fondato su questa verità, e conoscendo di quanto peso sia l'autorità di questi monumenti, pag. 331. sotto a Gordiano I. lasciò il documento seguente Imp. M. ANTONIUS Gordianus Africanus legendum, nam græci nummi habent ANTΩNIOC, non ANTΩNEINOC, soggiungo io per intelligenza maggiore del fatto, anzi soggiugne meco l'eruditissimo Sig. Ab. Vignoli de columna Antonini Pii cap. VI. pag. 93. per dar maggior credito alla fiacchezza delle mie considerazioni, parlando de' Gordiani con aperta chiarezza, così. ‘Sed ab ANTONINORUM numero eos penitus excludunt inscriptiones quamplurime, quæ extant apud eundem Gruterum, pag. XXX. 1. LXXXIX. 2. CCLXXII. 1. usque ad 6. & pag. MVI. 8. M. LXXXV 10. 11. item apud eundem Fabrettum ibidem (cioè cap. X.) num. LXIV. & LXV. quæ ANTONIUM Gordianum habent, non ANTONINUM. Hoc satis etiam comprobant veteres nummi, Græci præcipue, in quibus diserte legitur: M ANTΩNIOC ΓΟΡΔΙΑΝΟC Latini vero, quia nomen compendiose scriptum præseserunt, hoc est, M. ANT. GORDIANUS, propterea ex iis quoque docemur, ANTONIOS, non ANTONINOS nuncupatos fuisse, nusquam enim in ANTONINORUM nummis ANTONINI cognomen contractum ac per initiales tantum literas indicatum invenies’. Mi perdoni l'illustre, e da me venerato scrittore, queste sue proposizioni, come lontane dal vero non reggono punto a martello, imperciocchè, secondo ho toccato di sopra, non tutte le medaglie de' Gordiani hanno il loro nome abbreviato; e per lo contrario a fronte del suo insegnamento varie degli ANTONINI lo mostrano tale, leggendosi in molte di M. Aurelio, di Commodo, di Caracalla, di Elagabalo, e di M. Opelio Diadumeno il cognome ANTONINO abbreviato, le quali tutte al presente tralascio di riferire, perche si possono vedere nel Mezabarba, pag. 215, 225, 285, e 312. e perche non debbo con nuovi intrecciamenti di prove perdere la traccia de' mentovati Gordiani. L'Agostini dunque, Vescovo di Lerida, e poi Arcivescovo di Tarracona, niente diverso dai suddetti celebri autori, e cotanto benemerito dell'antichità, nel suo nobilissimo trattato de familiis Romanorum, posto in fine dell'Orsino, pag. 324. numerando i più cospicui suggetti della famiglia ANTONIA comprende in essa i Gordiani. Postea, dice il dotto Prelato, tres Imperatores ANTONII Gordiani fuerunt. Il medesimo ne' suoi Dialoghi intorno alle medaglie, inscrizioni & altre antichità, pag. 29. della stampa di Roma in fogl. in cui manca l'anno dell'impressione, ratifica in simil guisa il già detto: ‘Ancora a Gordiano conviensi l'effigie di Ercole per esser del lignaggio degli ANTONII; i quali dicevano esser discesi da un figliuolo di Ercole’, favola raccontata da Plutarco, in vita Antonii, pag. 352 a tergo, Parisiis, sub signo Lilii aurei, 1531. in fol. Erat enim fabula antiqua, scrive l'ingenua penna dello Storico greco, Antoniorum familiam ab Hercule natam, ab ANTEONE Herculis filio cognomen accepisse; ma lasciamo la follia di questa capricciosa invenzione, e diciamo, con la scorta dell'Erizzo, nella dichiarazione delle medaglie antiche, che la figura di Ercole, rappresentato nel rovescio di quelle di Gordiano III. è allusiva alla fortezza di questo Principe, tanto decantata da Capitolino, nell'epitafio posto pag. 549. del libro più volte citato Historiæ Augustæ scriptores, e conceputo nelli seguenti termini. Divo Gordiano victori Persarum, victori Gothorum, victori Sarmatarum, sed non victori Philipporum; per essere stato dalli due Filippi padre, e figliuolo tradito, a fine di rapirgli l'Imperio, come succedette: e giacchè s'è fatta menzione della famiglia ANTONIA, non sarà fuor di proposito, nè fuor di nicchia aggiugnere, che Marcantonio triumviro si vede segnato sulle medaglie, con questa epigrafe M. ANT. IMP. III. VIR R.P.C. cioè Marcus Antonius Imperator Triumvir Reipublicæ Constituendæ, e chi volesse rilevar l'antidetta leggenda, col dire Marcus ANTONINUS Imperator & c. meriterebbe esser corretto col baculo magistral di Fidenzio. Non ardisco augurartemerariamente altrettanto a chi si compiace di leggere in simil guisa l'abbreviatura de' Gordiani, per la riverenza, che porto alla fama di chiunque professa un tal genio, e per essere quistione antichissima, non moderna questa, che ho sinora agitato intorno al doppio nome degli accennati sfortunatissimi Principi; la ragione d'una tale diversità viene spiegata dal Tristano, tomo II. pag. 473. e 503" (Zorzi 1726, p. 151-188).
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Revision as of 11:34, 4 December 2021


Michelangelo Zorzi, Vicenza

Michelangelo Zorzi - Niccolò Coleti - 1720-5-18
FINA IDUnique ID of the page  7447
InstitutionName of Institution.
InventoryInventory number.
AuthorAuthor of the document. Michelangelo Zorzi
RecipientRecipient of the correspondence. Niccolò Coleti
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . May 18, 1720
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Vicenza 45° 32' 51.47" N, 11° 32' 49.52" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Gisbert Cuper, Ezechiel Spanheim, Paolo Pedrusi, Jean Tristan de Saint-Amant, Charles Patin, Francesco Mezzabarba Birago, Giovanni Vignoli, Enrico Noris, Antonio Agustin, Fulvio Orsini, Sebastiano Erizzo
LiteratureReference to literature. Erizzo 1559Erizzo 1559, Agustin - Orsini 1592Agustin - Orsini 1592, Tristan de Saint-Amant 1644Tristan de Saint-Amant 1644, Patin 1671bPatin 1671b, Spanheim 1671Spanheim 1671, Mezzabarba Birago 1683Mezzabarba Birago 1683, Noris 1691Noris 1691, Pedrusi 1694Pedrusi 1694, Cuper 1697Cuper 1697, Fabretti 1702Fabretti 1702, Pedrusi 1704Pedrusi 1704, Vignoli 1705Vignoli 1705, Zorzi 1726, p. 151-188Zorzi 1726
KeywordNumismatic Keywords  Roman , Gordianus , Numismatics , Legend , Caracalla , Diadumenianus
LanguageLanguage of the correspondence Italian
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Lettre du 18 mai 1720 (de Vicenza): p. 168-170: "Siccome replico non si può negare l'opposizione, così bisogna altresì confessare, che alle medesime si oppongono lo stesso Fabbretti, Inscript. Antiq. cap. X. n. 63. Gisberto Cupero in Historia trium Gordianorum, e lo Spanemio de præst. & usu Numism. tomo primo, pag. 91. e se mi venisse soggiunto, che questi gravissimi autori non possono derogar al fondamento autentico delle pubbliche lapide, ma che queste possono per lo contrario far contrasto alla fede degli autori per eminenti, e singolari, che sieno, rispondo, contraddicendo ad una verità così chiara, che, in questo particolare, cammina d'accordo con gli antidetti suggetti la incontrastabil autorità delle medaglie, fatte coniare dai Gordiani medesimi, le quali debbono francamente, come decisive di questo punto, esser considerate superiori alle concepute espressioni delle lapide, erette da terze, e forse non ben informate persone. In quanto alle medaglie, portano tutte impressa nel contorno del ritto la seguente leggenda IMP. M. ANT. GORDIANUS AFR. AUG. altre IMP. CAES. M. ANT. GORDIANUS AFR. AUG. simili sono quelle spettanti al figliuolo, ed al nipote Gordiano III. a cui fu dedicato dalla nostra patria il marmo più sopra descritto; epigrafe, che vuol dire, come ognun vede, Imperator Marcus Antonius Gordianus Africanus Augustus, ovvero Imperator Cæsar & c. manca nel terzo la parola Africanus, e lo distingue dalli due di questo agnome l'altra di PIUS, anzi si vede, in moltissime medaglie, senza prenome, e nome gentilizio, intitolato solamente IMP. GORDIANUS PIUS FEL. AUG. V.S. mi dirà, che l'iscrizione intorno alla testa delli suddetti Imperadori può ammettere l'interpetrazione ugualmente d'ANTONIO, che d'ANTONINO; opinione approvata anche dal famoso P. Paulo Pedrusi, ornamento della Compagnia di Gesù, e splendore della letteraria Repubblica, nel tomo IV. de' suoi Cesari, pag. 97. (Pedrusi 1704, in realtà p. 116, ndr) ove con la solita felicità di sua penna sublime, così discorre, ‘l'iscrizione, che corre intorno alla testa d'Augusto adorna di radiata corona, così parla IMPERATOR CÆSAR MARCUS ANTONIUS GORDIANUS AUGUSTUS, lessi a bella posta ANTONIUS, e non ANTONINUS, come scrissi ne' Cesari d'oro, per significare, che questo Principe si suppone capace dell'uno e dell'altro nome.’ Sentimento, che vedesi autenticato anche dal voto dell'insigne Tristano, tomo II. pag. 504. Come 'il y a', dice il più che dotto scrittore, 'des Inscriptions de Gordian qui l'appellent Antoninum, ses medailles toutes fois n'en font rien cognoistre non plus, en faveur du nom d'Antonius, que de celuy d'Antoninus', e però disse più innanzi 'Je tiens qu'il porta indiferemment ces deux noms’, co' quali s'unisce il Patino, Imperat. Romanorum Numism. pag. 359. Quantunque vi concorra nell'accennato parere la gran mente delli tre sopraddetti illustrissimi letterati, pure non posso, con tutto il rispetto dovuto all'autorità del lor nome, persuadere a me stesso, che l'abbreviatura di ANT. col solo prenome di MARCUS, voglia dire ANTONINUS, non trovandosi nelle antiche memorie alcun' esempio, che la sostenti. E' vero, che M. Aur. Antonino Caracalla s'intitolava nelle medaglie IMP. CAES. M. AVR. ANT. AVG. cioè Imperator. Cæsar Marcus Aurelius Antoninus Augustus, e Diadumeniano, o Diadumeno, che voglia dire, nelle sue M. OPEL. ANT. DIADVMEN. CAES. parole, che esprimono Marcus Opelius Antoninus Diadumenianus Cæsar, dalla suddetta maniera, che sembra favorevole all'altrui sentimento, non resta però ridotto a meno il vigore di mia osservazione, mentre il prenome di Marco non è αμεσως congiunto con l'abbreviatura ANT. ma intramezzato dalle parole Aurelius, nel primo, & Opelius nel secondo, il che rende con notabile alterazione diversa la massima, che ho di sopra insinuata" ; p. 171-173: "Ora per far ritorno alle medaglie dei Gordiani, dico, che non può mai leggersi la loro epigrafe, nella maniera, che il P. Pedrusi, ed altri pubblicano per lecita, perche si mostra ripugnante alla loro vera lezione, giusta la mia osservazione, fondata puramente sull'insegnamento infallibile d’alcune medaglie dei medesimi Principi, nelle quali interamente distesa vedesi l'infrascritta leggenda IMP. CAES. M. ANTONIUS GORDIANUS AFR. AUG. veggasi il Mezabarba, pag: 332, e 333. il simile si può dire di Gordiano III. sulle cui medaglie si mira impressa la seguente iscrizione M. ANTONIUS GORDIANUS CAES. riferita dal Mezabarba suddetto, pag. 316. che questa sia del terzo Gordiano lo fa conoscere chiaramente la mancanza dell'agnome Affricano, poscia la dignità espressa di Cesare, che non ebbero mai gli altri due immediatamente dichiarati Augusti: oltre alle medaglie latine, vi sono ancora le greche, che danno maggior peso alla verità, che vado rappresentando, coll'esprimere senza raccorciamento la famiglia Antonia, non Antonina, nella quale alcuni malamente pretendono inserirvi gli accennati Gordiani. Tra le molte, che potrei addurre per fondamento della mia opinione, riferirò puramente quella portata dal rinomato Sig. Ab. Vignoli: pag. 176. della sua Dissertazione de columna Imperatoris Antonini Pii, ammirabile per la pulitezza dell'idioma latino, e per la varietà dell'erudizione, che in se contiene, stampata in Roma, apud Franciscum Gonzagam, 1705, in 4. Quivi si vede un medaglione di Gordiano terzo, con la corona radiata in capo, & Epigrafe AΥT. K. M. ANTΩNIOC ΓOPΔIANOC CEB. e vuol dire Imperator Cæsar Marcus Antonius Gordianus Augustus, le sigle poi Π. Π. collocate una per parte della testa, significano certamenteΠατίρ Πατρί δος, cioè Pater Patriæ. Il medaglione è rarissimo, battuto da Tarso, Metropoli della Cilicia, e non mai ricordato dagli scrittori, ne meno dal Cardinale Arrigo Noris, quantunque, nella Dissertazione IV. cap. I. della sua maravigliosissima opera de anno, & Epochis Syro-Maced. se ne veggano moltissimi altri, fatti coniare dalla stessa città di Tarso in onor di Gordiano, de' quali si può credere copiosissimo il Museo del Sereniss. Granduca, lasciato allora in pienissima libertà dell'antidetto Eminentiss. Noris, che molto contribuì a rendere perfetti i suoi studj, e più vasta la sua cognizione nelle antiche materie. Dalle medaglie dunque tanto latine, quanto greche, che mostrano interamente impresso il nome gentilizio de' Gordiani s'impara a ben rilevare l'abbreviatura di M. ANT. & a rigettare l'ANTONINO delle Lapide, e degli scrittori, tra' quali certamente dee annoverarsi, con maraviglia, il Patino" ; p. 175-178: "Siccome dunque dalle parole distese, che si trovano nelle lapide, veniamo in cognizione delle tronche, e raccorciate, che frequentemente s'incontrano, così, con parità di ragione, dalle medaglie, che hanno l'intero nome de' Gordiani scolpito, dobbiamo apprendere il vero sentimento delle parole abbreviate, in esse medaglie contenute ed espresse: e però il Mezabarba, il più gran medaglista, che illustri il Mondo erudito, fondato su questa verità, e conoscendo di quanto peso sia l'autorità di questi monumenti, pag. 331. sotto a Gordiano I. lasciò il documento seguente Imp. M. ANTONIUS Gordianus Africanus legendum, nam græci nummi habent ANTΩNIOC, non ANTΩNEINOC, soggiungo io per intelligenza maggiore del fatto, anzi soggiugne meco l'eruditissimo Sig. Ab. Vignoli de columna Antonini Pii cap. VI. pag. 93. per dar maggior credito alla fiacchezza delle mie considerazioni, parlando de' Gordiani con aperta chiarezza, così. ‘Sed ab ANTONINORUM numero eos penitus excludunt inscriptiones quamplurime, quæ extant apud eundem Gruterum, pag. XXX. 1. LXXXIX. 2. CCLXXII. 1. usque ad 6. & pag. MVI. 8. M. LXXXV 10. 11. item apud eundem Fabrettum ibidem (cioè cap. X.) num. LXIV. & LXV. quæ ANTONIUM Gordianum habent, non ANTONINUM. Hoc satis etiam comprobant veteres nummi, Græci præcipue, in quibus diserte legitur: M ANTΩNIOC ΓΟΡΔΙΑΝΟC Latini vero, quia nomen compendiose scriptum præseserunt, hoc est, M. ANT. GORDIANUS, propterea ex iis quoque docemur, ANTONIOS, non ANTONINOS nuncupatos fuisse, nusquam enim in ANTONINORUM nummis ANTONINI cognomen contractum ac per initiales tantum literas indicatum invenies’. Mi perdoni l'illustre, e da me venerato scrittore, queste sue proposizioni, come lontane dal vero non reggono punto a martello, imperciocchè, secondo ho toccato di sopra, non tutte le medaglie de' Gordiani hanno il loro nome abbreviato; e per lo contrario a fronte del suo insegnamento varie degli ANTONINI lo mostrano tale, leggendosi in molte di M. Aurelio, di Commodo, di Caracalla, di Elagabalo, e di M. Opelio Diadumeno il cognome ANTONINO abbreviato, le quali tutte al presente tralascio di riferire, perche si possono vedere nel Mezabarba, pag. 215, 225, 285, e 312. e perche non debbo con nuovi intrecciamenti di prove perdere la traccia de' mentovati Gordiani. L'Agostini dunque, Vescovo di Lerida, e poi Arcivescovo di Tarracona, niente diverso dai suddetti celebri autori, e cotanto benemerito dell'antichità, nel suo nobilissimo trattato de familiis Romanorum, posto in fine dell'Orsino, pag. 324. numerando i più cospicui suggetti della famiglia ANTONIA comprende in essa i Gordiani. Postea, dice il dotto Prelato, tres Imperatores ANTONII Gordiani fuerunt. Il medesimo ne' suoi Dialoghi intorno alle medaglie, inscrizioni & altre antichità, pag. 29. della stampa di Roma in fogl. in cui manca l'anno dell'impressione, ratifica in simil guisa il già detto: ‘Ancora a Gordiano conviensi l'effigie di Ercole per esser del lignaggio degli ANTONII; i quali dicevano esser discesi da un figliuolo di Ercole’, favola raccontata da Plutarco, in vita Antonii, pag. 352 a tergo, Parisiis, sub signo Lilii aurei, 1531. in fol. Erat enim fabula antiqua, scrive l'ingenua penna dello Storico greco, Antoniorum familiam ab Hercule natam, ab ANTEONE Herculis filio cognomen accepisse; ma lasciamo la follia di questa capricciosa invenzione, e diciamo, con la scorta dell'Erizzo, nella dichiarazione delle medaglie antiche, che la figura di Ercole, rappresentato nel rovescio di quelle di Gordiano III. è allusiva alla fortezza di questo Principe, tanto decantata da Capitolino, nell'epitafio posto pag. 549. del libro più volte citato Historiæ Augustæ scriptores, e conceputo nelli seguenti termini. Divo Gordiano victori Persarum, victori Gothorum, victori Sarmatarum, sed non victori Philipporum; per essere stato dalli due Filippi padre, e figliuolo tradito, a fine di rapirgli l'Imperio, come succedette: e giacchè s'è fatta menzione della famiglia ANTONIA, non sarà fuor di proposito, nè fuor di nicchia aggiugnere, che Marcantonio triumviro si vede segnato sulle medaglie, con questa epigrafe M. ANT. IMP. III. VIR R.P.C. cioè Marcus Antonius Imperator Triumvir Reipublicæ Constituendæ, e chi volesse rilevar l'antidetta leggenda, col dire Marcus ANTONINUS Imperator & c. meriterebbe esser corretto col baculo magistral di Fidenzio. Non ardisco augurartemerariamente altrettanto a chi si compiace di leggere in simil guisa l'abbreviatura de' Gordiani, per la riverenza, che porto alla fama di chiunque professa un tal genio, e per essere quistione antichissima, non moderna questa, che ho sinora agitato intorno al doppio nome degli accennati sfortunatissimi Principi; la ragione d'una tale diversità viene spiegata dal Tristano, tomo II. pag. 473. e 503" (Zorzi 1726, p. 151-188).